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Elles - Elles


Regia:Szumowska Malgorzata

Cast e credits:
Sceneggiatura: Tine Byrckel, Malgoska Szumowska; fotografia: Michal Englert; montaggio: Francoise Tourmenjacek Drosio; suono: André Rigaut; musiche originali: Pawel Mykietyn; scenografie: Pauline Bourdon; costumi: Katarzyna Lewinska; interpreti: Juliette Binoche (Anne), Anaïs Demoustier (Charlotte), Joanna Kulig (Alicja), Louis-Do De Lencquesaing (Patrick), Krystyna Janda (madre di Alicia), Andrzej Chyra (cliente sadico), Ali (Marhyar Saïd), Jean- Marie Binoche (padre di Anne), Françoise Civil (Florent), Pablo Beugnet (Stephan), Valérie Drville (madre di Charlotte), Jean- Louis Coulloc’h (padre di Charlotte), Arthur Moncian (Thomas), Laurence Ragon (Colette), Alain Libolt (marito di Colette), Swann Arlaud (giovane cliente), Nicolas Leyani (cliente con la chitarra), Laurent Jumeaucourt (cliente con il neo), Josè Fumanal (cliente che piange); produttore esecutivo: Olivier Guerbois; prodotto da: Marianne Slot / Slot Machine; distribuzione: Officine Ubu; origine: Francia, Polonia, Germania 2011: durata: 96’.
vietato minori di 14 anni

Trama:Anne (Juliette Binoche), giornalista affermata di un periodico femminile, vive con la sua famiglia in una bella casa parigina. Lavorando ad un’ inchiesta sulla prostituzione tra le giovani studentesse, incontra Alicja (Joanna Kulig) e Charlotte (Anaïs Demoustier). Le ragazze sono in realtà molto orgogliose di praticare questo “mestiere” e felici dell’indipendenza economica che ne ricavano. Gli incontri tra Ann e le due prostitute sono profondi e destabilizzanti tanto da indurla a mettere profondamente in discussione le sue certezze, a interrogarsi sulle sue più intime convinzioni sulla famiglia, il sesso e il denaro.

Critica (1):«È un dato di fatto che alcune giovani ragazze ricorrano alla prostituzione per finanziare i loro studi. L’argomento viene trattato dai media sia con disapprovazione morale che con curiosità voyeristica. Le riviste che propongono donne come oggetti sessuali associati a beni di consumo, infatti, pullulano di articoli moralizzanti ma carichi di curiosità verso le donne che usano il sesso come strumento per ottenere beni materiali, per pagarsi gli studi o per avvalersi di un riscatto sociale.
Volevamo trattare l’argomento della prostituzione studentesca dal punto di vista femminile. Una giornalista, una donna che gode di una condizione sociale invidiabile, che interroga due studentesse. Due ragazze, che per finanziare i propri studi e per salire i gradini della scala sociale, si prostituiscono. I clienti di queste ragazze sono spesso i mariti annoiati di queste donne. L’inchiesta cambierà completamente il punto di vista e i desideri della giornalista. Volevamo esplorare questi desideri da entrambi i lati, senza giudicarli.
(Malgoska Szumowska, dal pressbook del film)

Critica (2):«Ho subito intuito l’intelligenza con cui era sviluppato il soggetto, un approccio coraggioso e allo stesso tempo complesso. La sceneggiatura tratta il difficile argomento della prostituzione studentesca. Il film non accusa nessuno, ma ci interroga. Ci mostra il senso degli insidiosi cambiamenti della nostra società, che influenzano il nostro modo di pensare e di essere. Non è facile, infatti, studiare quando si hanno problemi finanziari. La prostituzione paga bene, non occupa troppo tempo, garantisce un certo agio finanziario e ci fa sentire parte della società consumistica in cui viviamo. Siamo abituati a pubblicità per le strade o sulle riviste, in cui ragazze appena adolescenti sono circondate dal lusso, in atteggiamenti provocanti, al limite del pornografico. Col tempo, questi annunci ci portano a pensare che gioventù, sesso e lusso si fondano bene insieme e che, in fondo, non c’è niente di grave. Fare un lavoro occasionale, diventa più degradante che fare sesso per soldi. [...]
(Juliette Binoche, dal pressbook del film)

Critica (3):Il rischio di realizzare l'ennesimo film di indagine/denuncia (magari un po' hard) sul fenomeno di giovanissime studentesse che vendono il loro corpo mentre continuano a frequentare l'università c'era ma è stato abilmente bypassato. Perché questo non è un film su di loro ma è un'analisi dell'universo familiare di una donna solo apparentemente realizzata messo a confronto con scelte lontane dal suo sentire ma che, in modo del tutto inaspettato, ne sovvertono le fragili sicurezze. Senza la presenza della Binoche Elles avrebbe potuto assumere le caratteristiche di un film softcore con una vaga connotazione di tipo sociale. È grazie a lei e alla sua fisicità che invece si trasforma in un percorso nella psiche di una donna, di una madre, di una femmina. La si osserva quasi con stupore (per il coraggio avuto) con quel suo volto struccato da risveglio mattutino in un'età in cui la valorosa rinuncia al ritocco pone in evidenza i segni del tempo. Segni che marcano il personaggio, consapevole di una profonda sensualità matura ormai penosamente sublimata nella routine familiare. Con figli che si rifugiano nei videogame (il piccolo) o che dichiarano esplicitamente il loro desiderio di non fare la fine dei genitori (il grande). Il confronto con due ragazze che potrebbero essere anch'esse sue figlie la spinge a mettersi in discussione. La loro è una sessualità scissa, pronta a subire l'umiliazione ma anche consapevole del livello di finzione da adottare per poter resistere e andare avanti. Anche la sua vita (ormai pallida come il suo volto) abbisogna della menzogna per poter continuare sui binari di una quotidianità in cui solo la musica classica (radiofonica e quindi anch'essa scelta da altri nella sua sequenzialità) può costituire l'unico elemento di vitalità. A meno che il pensiero di una ribellione possibile lasci il solipsismo masturbatorio per tradursi in realtà. Ma non è così semplice. (www.mymovies.it)

Critica (4):Al principio della storia c’è la prostituzione nell’ambiente liceale ed universitario. Indaga sul preoccupante fenomeno Anne, interpretata da Juliette Binoche, una giornalista del magazine “Elles” (appunto, il titolo del film). In particolare emerge l’universo di due ragazze, la polacca Alicija e la francese Charlotte, studentesse di umili origini, che vendono il loro corpo e sono orgogliose di praticare il “mestiere”, guadagnandosi in questo modo l’indipendenza economica.
Scendendo a fondo, Anne anziché trovarsi di fronte a un contesto di miseria e degrado morale, scopre un mondo fatto di arrivismo e potere, in cui vittime non sono tanto e soltanto le giovani donne, ma piuttosto i loro clienti. Gli incontri fatti per realizzare il proprio reportage finiscono per influenzare la vita stessa della giornalista, che ha un marito, due figli e una bella casa a Parigi, che arriva a mettere in discussione le proprie convinzioni su famiglia, sesso e denaro.
La giovane regista polacca Malgorzata Szumowska con questo lavoro, va oltre il film di denuncia e indagine sul mondo della prostituzione e nello specifico legato all’ambiente scolastico e universitario. Non è questo o non è solo questo, il focus, ma è anche l’universo familiare di una donna solo apparentemente realizzata posto a confronto con scelte lontane dalle sue convinzioni ma che, in modo inatteso, ne minano le fragili sicurezze.
(http://cinema.lospettacolo.it)
(Progetto editoriale a cura di); (Progetto editoriale a cura di) Redazione Internet; Redazione Internet (Contenuti a cura di); (Contenuti a cura di) Ufficio Cinema; Ufficio Cinema
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