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Arianna


Regia:Lavagna Carlo

Cast e credits:
Soggetto: Carlo Lavagna, Carlo Salsa; sceneggiatura: Carlo Salsa, Carlo Lavagna, Chiara Barzini; fotografia: Hélène Louvart; musiche: Emanuele De Raymondi; montaggio: Lizi Gelber; scenografia: Fabrizio D'Arpino; costumi: Zazie Gnecchi Ruscone; suono: Ivano Mataldi ; interpreti: Ondina Quadri (Arianna), Massimo Popolizio (Marcello), Valentina Carnelutti (Adele9, Corrado Sassi (Arduino), Blu Yoshimi (Celeste), Eduardo Valdarnini (Martino); produzione: Tommaso Bertani, Carlo Lavagna, Damiano Ticconi per Ring Film con Rai Cinema, in associazione con Ang Film-Asmara Films-Essentia; distribuzione: Istituto Luce-Cinecittà; origine: Italia, 2015; durata: 83’.

Trama:La 19enne Arianna non ha ancora avuto il suo primo ciclo mestruale e gli ormoni prescritti dal ginecologo non sembrano sortire l'effetto sperato, a parte un fastidioso quanto leggero ingrossamento del seno. Durante l'estate passata nel casale dei genitori sul lago di Bolsena, un luogo dove la ragazza non è più tornata dall'età di tre anni, i ricordi del passato iniziano a riaffiorare e Arianna comincia a indagare su se stessa e sul proprio corpo. L'incontro con la cugina Celeste, tanto diversa da lei, spingerà Arianna a confrontarsi definitivamente con la vera natura della sua sessualità.

Critica (1):Il film - ha raccontato il regista - è nato da una serie di sogni che feci diverso tempo fa, sogni ricorrenti in cui ero una donna molto più grande di me. La domanda sull'identità mi è rimasta dentro a lungo, perché si nasce in un modo oppure in un altro, e si è trasformata nel desiderio di indagare questo soggetto".
Lavagna ha approfondito a lungo la conoscenza dell'argomento: "Ho vissuto per diversi anni negli USA, e lì ho conosciuto le prime associazioni di persone intersex, gruppi che si stavano formando in quegli anni. Ho anche incontrato molte persone in questa situazione, e Arianna nasce dalla fusione dei racconti di tutti loro".
Ruolo chiave nella storia e nello sviluppo del film è quello dei genitori della ragazza. "Non sentivamo in fase di scrittura l'esigenza di criticarli: loro in fondo sono conformi ad un'idea che è a monte, che riguarda la società e cosa significa essere diversi. Una società che omologa e costringe – quasi involontariamente –tutti a uniformarsi".
Carlo Griser, cinemaitaliano.it, 28/09/2015

Critica (2):Inizia come tanto cinema italiano recente, con la classica voce fuori campo che introduce il personaggio di Arianna, da sempre in cerca della propria identità. Ma quello che segue non assomiglia a nessun film italiano recente. Carlo Lavagna ci racconta la storia di una ragazza nel pieno dei suoi vent’anni, che però non trovano corrispondenza in un corpo impermeabile agli stimoli esterni e alle pulsioni dell’anima. “Il piacere sessuale è nel corpo o nella mente?”, chiede a un certo punto un personaggio. E il viaggio di Arianna indaga proprio questo iato, la contrapposizione fra la gabbia di un corpo che non prova l’orgasmo, non sanguina, non cresce, ma ciononostante non riesce a tenere intrappolati i sogni e gli stimoli offerti dal mondo esterno. Fa da controcanto la cugina Celeste, che vive la propria sessualità con l’impeto innocente e un po’ ingenuo delle prime volte, con la naturalezza di chi non ha bisogno di elaborare, ma si lascia vivere. Quella libertà è il mistero da cui Arianna è tenuta suo malgrado lontano e di cui capirà le motivazioni sono alla fine del viaggio – e noi con lei.
Lavagna racconta tutto questo con sguardo partecipe e sincero, attento a riprodurre tanto il dolore e l’incertezza della protagonista, quanto la forza vitale del mondo circostante, fra la natura della campagna laziale e i corpi mostrati con un’urgenza e una sincerità come non si vedeva dagli anni Settanta. Proprio a quel decennio sembrano quasi rifarsi anche le scelte visive, con una fotografia granulosa che scontorna le figure e le rende indefinite quel tanto che basta per esaltare la componente intimista e vagamente onirica di un racconto che è però concreto e reale nella profondità interiore dei personaggi. Tutto questo è possibile anche per l’evidente affiatamento con la protagonista esordiente, Ondina Quadri, e con la Celeste di Blu Yoshimi – e quanta musicalità in questi nomi così forti eppure così inafferrabili, onirici come il fascino di questa storia, che ha la ricchezza di un complesso mondo interiore, e la forza espressiva del dramma che riporta alla realtà.
sentieriselvaggi.it

Critica (3):

Critica (4):
(Progetto editoriale a cura di); (Progetto editoriale a cura di) Redazione Internet; Redazione Internet (Contenuti a cura di); (Contenuti a cura di) Ufficio Cinema; Ufficio Cinema
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