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Sing Street


Regia:Carney John

Cast e credits:
Soggetto: John Carney, Simon Carmody; sceneggiatura: John Carney; fotografia: Yaron Orbach; montaggio: Andrew Marcus, Julian Ulrichs; scenografia: Alan MacDonald; arredamento: Tamara Conboy; costumi: Tiziana Corvisieri; effetti: Ed Bruce, Paddy Eason, Film FX Ireland, Screen Scene, interpreti: Lucy Boynton (Raphina), Maria Doyle Kennedy (Penny), Aidan Gillen (Robert), Jack Reynor (Brendan), Kelly Thornton (Ann), Ferdia Walsh-Peelo (Cosmo), Lydia McGuinness (Sig.ra Dunne), Peter Campion (Evan), Eva-Jane Gaffney (Jacinta), Don Wycherley (Fratello Baxter), Tony Doyle (Wayne), Conor Hamilton (Larry), Ben Carolan (Darren), Mark McKenna (Eamon), Percy Chamburuka (Ngig), Karl Rice (Garry), Ian Kenny (Barry); produzione: Anthony Bregman, Martina Niland, John Carney per Likely Story-Filmwave-Distressed Films- Cosmo Films; distribuzione: Bim; origine: Irlanda, 2016; durata: 105'.

Trama:Irlanda 1980. Per sedurre una ragazza carina della sua scuola, Cosmo le fa credere di avere un gruppo musicale e le chiede di apparire nel suo videoclip. Quello che sembrava un progetto strambo diventa per Cosmo una grande passione.

Critica (1):Il segreto di un buon film, spesso, è la sua colonna sonora. E chi riesce a miscelare nel modo giusto immagini e suoni, trova una scorciatoia per il cuore degli spettatori. Questo John Carney, che è un veterano del grande schermo, ex-bassista e compositore, e che ha firmato pellicole come Once e Tutto può cambiare, lo sa bene. Sing Street, il suo nuovo film, è un piccolo gioiello: una comedy romantica vecchio stile, parente prossimo dei teen movie, sceneggiatura brillante e affilata, poche location in cui girare, esempio prezioso di buon cinema. Racconta la storia di un ragazzo e della sua band, della sua famiglia, della ragazza che ama, e della Dublino in cui abita.
Siamo alla fine degli anni ’80. In tv passano i video dei Duran Duran, alla radio risuona Take on me degli a-ha. Al cinema c’è Ritorno al Futuro. I capelli si portano insozzati di gel o di cera, pettinati all’indietro, tinti di biondo, raccolti in piccole creste o arruffati dal phon. Vanno i pantaloni attillati e pure quelli a zampa di elefante. Il mondo e la musica stanno cambiando. Il rock’n’roll è diventato un’altra cosa. Ha un’altra faccia e un’altra voce. Dimenticate i Beatles.
Il giovane Conor (interpretato da Ferdia Walsh-Peelo, classe ’99) scrive canzoni, e le arrangia alla chitarra mentre i suoi genitori (il papà è interpretato da Aidan Gillen) litigano. L’Irlanda è in piena crisi, e l’unica via di fuga è partire per l’Inghilterra. Conor va in una scuola di preti e inizia a cantare per lei, la ragazza della porta accanto (non di casa, ma di college): faccia e voce di Lucy Boynton. Lei dice che presto partirà, andrà a Londra alla ricerca di fortuna e di successo. Lui si decide a mettere su una band per averla nei suoi video. Succede tutto per caso, come la vita.
Gianmaria Tammaro, Rolling Stone, 7/10/2016

Critica (2):(…) “Sing Street non trasmette esattamente la scossa della novità: è come The Commitments, l'altro film su ragazzini che si costruiscono una vita migliore tramite la musica. Ma il film ha l'emozione del divertimento, e questo è ancora abbastanza raro abbastanza da rappresentare una scossa vera. In realtà, The Commitments riguardava notoriamente delle persone del tipo "non avevamo nulla, ma siamo pronti a rischiare tutto"; Sing Street è marginalmente più vicino a una verità riconoscibile, ovvero che i ragazzi delle band tendono ad avere altre cose - esami, prospettive di carriera, cose alle quali non sono sicuri di voler rinunciare.
Conor, interpretato dall'esordiente Ferdia Walsh-Peelo, è un ragazzo che si deprime tutto il giorno nella sua camera da letto, strimpellando sconsolatamente una chitarra acustica e tentando di scrivere canzoni demoralizzanti basate sulle liti dei genitori che è costretto ad ascoltare. Cerca anche di comporre una strofa con la frase: "Se non condividessimo un mutuo ti lascerei." Walsh-Peelo è un attore con una faccia delicata, intelligente e aperta. Potrebbe essere il fratellino di Elisabeth Moss.
È circondato da modelli “anti-ruolo” di puro fallimento maschile; Conor chiama il suo stile musicale futurismo, ma alla prova dei fatti il suo futuro sembra davvero poco attraente. Suo fratello maggiore, Brendan (Jack Reynor), è un fumatore di droga con un eccellente gusto musicale che ha abbandonato l'università e cerca di far progredire l'educazione di Conor facendogli ascoltare gli album di Joe Jackson e The Cure. Suo padre, Robert (Aidan Gillen), è un uomo infelice e arrabbiato, amareggiato per il fallimento del suo matrimonio con Penny (Maria Doyle Kennedy). Nel frattempo, la sorella studiosa e diligente di Conor, Ann (Kelly Thornton), è stufa di dover fare i compiti al suono di Top of the Pops.
Un giorno, Robert annuncia che le difficoltà finanziarie della famiglia fanno sì che Conor debba lasciare la sua piacevole scuola privata gesuita per l'orribile istituto dei Fratelli Cristiani. Brendan dice ironicamente a Conor che il motto della scuola, "Viriliter Age", significa "Violentiamo i nostri studenti" – e non è così lontano dalla verità. La scuola è gestita dall' inquietante e violento Fratello Baxter (Don Wycherley), e per sfuggire a questo incubo Conor forma una band e si innamora della bella, tosta e misteriosa Raphina (Lucy Boynton) del vicino orfanotrofio per ragazze, persuadendola a comparire nel video della sua band e per la quale scrive l' imbarazzante canzone new-romantic “The Riddle of the Model”.
Sing Streetè il nome della band, un gioco di parole sull'indirizzo della scuola, Synge Street. Qui il film azzecca qualcosa che un altro esempio recente ha invece mancato. We are the Best!, un film altrimenti eccellente di Lukas Moodysson su un gruppo di ragazze punk svedesi, ha dimenticato di dare al suo gruppo un nome, e, naturalmente, questa è una delle considerazioni più importanti. Ma una cosa che Sing Street non trascura è la stampa musicale. Conor e Brendan sarebbero di certo accaniti lettori di, per esempio, NME? Il nuovo memoir di Lynsey Hanley “Respectable: The Experience of Class”, per inciso, ha un notevole passo sull'importanza di NME in questa epoca di auto-didattica e mobilità sociale.
L'amore, dice Conor, è l'emozione che nelle canzoni è "felice / triste". Questo è un sentimento difficile e ingannevole da riprodurre in un film senza sentimentalismi, ma con i suoi dialoghi schietti e sinceri Carney porta l'impresa a buon fine e gestisce in modo decisivo una scena inaspettatamente ambigua e inquietante di bullismo e abusi da parte di Fratello Baxter quando Conor entra a scuola truccato. La contropartita di "felice / triste" è "fantasia / reale": l'equilibrio tra ciò che potrebbe plausibilmente essere sul punto di accadere e ciò che rientra, ovviamente, nel mondo della finzione. I momenti finali sono un puro sogno ad occhi aperti, e tuttavia non si avvertono come evasione o malafede. Come una grande canzone pop, questo film finisce davvero troppo presto.
Peter Bradshaw, The Guardian, 19/5/2016

Critica (3):

Critica (4):
(Progetto editoriale a cura di); (Progetto editoriale a cura di) Redazione Internet; Redazione Internet (Contenuti a cura di); (Contenuti a cura di) Ufficio Cinema; Ufficio Cinema
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