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Vizio di forma - Inherent Vice


Regia:Anderson Paul Thomas

Cast e credits:
Soggetto: tratto dal: romanzo omonimo di Thomas Pynchon; sceneggiatura: Paul Thomas Anderson; fotografia: Robert Elswit; musiche: Jonny Greenwood; montaggio: Leslie Jones; scenografia: David Crank; arredamento: Amy Wells; costumi: Mark Bridges; effetti: Bart Dion, Paul Graff, Crazy Horse Effects; interpreti: Joaquin Phoenix (Larry "Doc" Sportello), Josh Brolin (Tenente Detective Christian F. "Bigfoot" Bjornsen), Owen Wilson (Coy Harlingen), Katherine Waterston (Shasta Fey Hepworth), Reese Witherspoon (Vice Procuratore Distrettuale Penny Kimball), Benicio Del Toro (Sauncho Smilax, Esq.), Martin Short (Dott. Rudy Blatnoyd9, Jena Malone (Hope Harlingen), Maya Rudolph (Petunia Leeway), Joanna Newsom (Sortilège), Eric Roberts (Michael Z. Wolfmann), Hong Chau (Jade), Serena Scott Thomas (Sloane), Michael K. Williams (Tariq Khalil), Martin Donovan (Crocker Fenway), Sasha Pieterse (Japonica Fenway), Jeannie Berlin (Zia Reet), Peter McRobbie (Adrian Prussia), Katie Schwartz (Kimberly), Jordan Christian Hearn (Denis), Michael Cotter (Rhus Farthington), Andrew Simpson (Riggs Warbling), Charley Morgan (Dott. Igor), Jefferson Mays (Dott. Threeply), Keith Jardine (Puck Beaverton), Elaine Tan (Xandra), Yvette Yates (Luz), Christopher Allen Nelson (Glenn Charlock), Martin Dew (Dott. Buddy Tubeside); produzione: Joanne Sellar, Daniel Lupi, Paul Thomas Anderson per Ghoulardi Film Company- Warner Bros.; distribuzione: Warner Bros. Entertainment Italia; origine: Usa, 2014; durata: 148’. Vietato 14

Trama:California, fine anni Sessanta. Doc Sportello, un investigatore privato dedito al surf e alle droghe, viene contattato da una vecchia fiamma che lo mette a conoscenza di un complotto per rapire il suo nuovo amante, un costruttore miliardario di cui è veramente innamorata. Prima ancora di avviare le indagini, il detective viene arrestato con l'accusa di aver ucciso un bodyguard dello stesso costruttore...

Critica (1):Non molti registi oggi possono dirsi Autori con la maiuscola, soprattutto in America. Ancora più rari sono gli scrittori rimasti sordi alla forza d'attrazione del cinema, oggi che i diritti d'adattamento dei libri si comprano quando il manoscritto è ancora in bozze. Basterebbe questo, oltre alla statura di Paul Thomas Anderson, a fare di Vizio di forma (...) quel che si dice un evento. Curiosamente però il settimo film del regista (...) è forse anche il suo lavoro più accattivante e per dirla tutta divertente. Soprattutto per chi guardi agli anni degli hippies e della controcultura con un minimo di affetto se non di nostalgia. E conceda ogni umana comprensione alle debolezze di 'Doc' Sportello (un meraviglioso Joaquin Phoenix), nipotino di Philip Marlowe tutto sandali, spinelli e basettoni extralarge, che galleggia come può alla superficie di una California in piena transizione (...). La novità è nel tono divertito e postmoderno, fedelissimo a Pynchon, con cui il film dettaglia le peripezie di questo investigatore e la follia del mondo circostante. Scolpendo a colpi di situazioni assurde e di personaggi multistrato un microcosmo surreale e violento, repellente e affascinante, ma anche infinitamente più fantasioso, e paradossalmente leggibile, di quello in cui viviamo oggi. E l'inevitabile effetto nostalgia che aderisce a ogni film in costume come una seconda pelle. (...) sarabanda di personaggi senza identità certa e di domande senza risposta che costituisce la stoffa del racconto e al tempo stesso la sua consistenza in certo modo filosofica. Perché anche se ogni oggetto ha colori accesi e ogni comprimario (...) indossa la divisa della propria sottocultura, il labirintico Vizio di forma è un grande film sul dubbio. Che trova nel perenne stupore di Phoenix e nell'ambiguità totale del suo sprezzante antagonista, l'agente Bigfoot (un fenomenale Josh Brolin), poliziotto, attore tv, supermacho ma forse gay e chissà che altro, il suo punto più alto. Anderson ha fatto film più nuovi, radicali e ambiziosi. Ma Pynchon non poteva trovare di meglio.
Fabio Ferzetti, Il Messaggero, 25/2/2015

Critica (2):Ispirata al modello di Il lungo addio di Chandler, Vizio di forma è una detective story virata in versione psichedelica e intessuta di citazioni fra cultura alta e cultura pop. (...) Primo regista ad aver avuto l'ardire di trasporre sullo schermo un romanzo di Thomas Pynchon, P. T. Anderson ha condensato la fitta materia della pagina concentrandosi soprattutto sul malinconico sentimento crepuscolare che caratterizza Doc, costretto – nella fatidica estate 1970 del processo a Charles Manson – a prendere atto che i valori libertario-anarcoidi degli anni '60 stanno tramontando; e che l'Età dell'Acquario sta cedendo il passo all'Età della Paranoia. Forse per questo, mentre nel libro la cornice è dettagliata, il copione ha i confini vaghi del sogno. (...) Per chi non abbia letto il libro non è facile seguire personaggi e snodi narrativi, ma il suggerimento è di lasciarsi andare al ritmo ipnotico del film. A non porsi troppe domande il viaggio ripaga, avvolgendo lo spettatore nella sua nebbia evocativa. Basettoni e capigliatura afro, Joaquin Phoenix conferisce a Doc il suo denso spessore e la sua sognante ombrosità; il solido Josh Brolin incide un magnifico Bigfoot, Wilson è uno svagato Coy, la colonna sonora di Jonny Greenwood mescola suggestivamente motivi d'epoca e musica originale.
Alessandra Levantesi Kezich, La Stampa, 26/2/2015

Critica (3):

Critica (4):
(Progetto editoriale a cura di); (Progetto editoriale a cura di) Redazione Internet; Redazione Internet (Contenuti a cura di); (Contenuti a cura di) Ufficio Cinema; Ufficio Cinema
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