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Alice nelle città - Alice in den Städten


Regia:Wenders Wim

Cast e credits:
Soggetto: Veith Von Furstenberg, Wim Wenders; sceneggiatura: Veith Von Furstenberg, Wim Wenders; fotografia: Robby Muller; musiche: Chuck Berry, Can; montaggio: Peter Przygodda; interpreti: Yella Rottlander (Alice Van Damm), Rudiger Vogler (Felix Winter), Ernest Bohm (il poliziotto), Edda Kochl (Edda), Lisa Kreuzer (Lisa Van Damm), Didi Petrikat (la ragazza); produzione: Pifda 1 (Monaco); distribuzione: Ventana; origine: Germania Orientale (Ddr),1973; durata: 110'.

Trama:Felix è un giovane giornalista-fotografo tedesco che si trova a New York da tempo; deve portare al suo editore un "reportage" sul paese che lo ospita. Ma egli non trova la giusta ispirazione, riesce solo a scattare tante e desolanti fotografie. Il principale lo licenzia e lui decide di tornare in Germania poiché deluso dell'America; conosce una sua connazionale, Liz che lo prega di condurre sua figlia Alice, di circa nove anni, in Olanda precedendola, poiché ella ha ancora delle faccende personali da risolvere; rimangono d'accordo che la donna li raggiungerà il giorno dopo ad Amsterdam. Felix accetta piuttosto contrariato. Giunto a destinazione di Liza nessuna traccia; Felix allora si propone di andare in Germania alla ricerca della nonna di Alice. Inizia così il pellegrinare dei due protagonisti. Prendono la macchina, il treno, il traghetto, l'aereo, girano città e paesi; dapprima l'uomo è molto seccato della presenza della bambina, poi man mano si affeziona alla ragazzina che, da parte sua dimostra molta maturità. Il loro rapporto, nato casualmente, diventa vera amicizia; l'uno e l'altra riacquistano fiducia in se stessi e nella vita. Alla fine la polizia, informata da Felix, riesce a trovare la nonna e la madre di Alice; il bel sogno e il viaggio nel tempo sono terminati, si torna alla realtà.

Critica (1):Con Alice nelle città Wenders torna a girare in 16 mm e con un budget relativamente povero di 500.000 marchi. Il film ha per protagonista principale Philip (Felix) Winter, un giornalista tedesco inviato negli Stati Uniti e incaricato di scrivere un reportage sulla vita degli States. L'impatto con la realtà americana è traumatico: Philip, che aveva lungamente sognato di vedere l'America, si trova adesso di fronte ad un paesaggio monotono, che non solo non lo ispira per scrivere, ma addirittura lo getta in un profondo sconforto. La sequenza iniziale del film coglie Philip in un momento qualsiasi. Solo, sdraiato sulla spiaggia e appoggiato al pilone di un pontile, Philip scatta fotografie istantanee con una Polaroid, aspetta che si sviluppino e le guarda pensieroso, mentre in sottofondo si sente la canzone "Under the Boardwalk" dei Drifters. Quindi si alza di scatto, sale in auto, accende l'autoradio (tutti i personaggi dei film di Wenders ascoltano musica in auto) e comincia a percorrere le strade circondate da un paesaggio monotono e ripetitivo, fatto di motel, insegne luminescenti e stazioni di servizio ("Il viaggio è l'occasione per scoprire il vuoto interiore.") (D'Angelo, 1994). La frattura del personaggio con la realtà è dovuta alla mancanza di spunti adatti alla descrizione di ciò che lo circonda, ma in ultima analisi deriva dalla delusione di aver sognato la terra americana e di averla scoperta completamente diversa da come se l'era immaginata. Ciò che si verifica in Philip è un blocco a livello della comunicazione (un tema che diverrà centrale nel terzo film della trilogia Nel corso del tempo), "perché è impossibile scrivere di una realtà sempre uguale e prevedibile." (D'Angelo, 1994). Per questo motivo il depresso Philip cambia canale di espressione e passa dalla scrittura alla fotografia, ormai deciso ad abbandonare il territorio della convenzionalità del linguaggio scritto per approdare all'immediatezza delle immagini visive. A maggior ragione immagini immediate, poiché si tratta di foto istantanee, cioè di foto di cui si può vedere immediatamente il risultato e che per di più sono irriproducibili (come le opere d'arte). Philip fotografa tutto quanto gli capita sotto tiro e perfino mentre guida l'automobile fotografa le cose che lo colpiscono. Ma attraverso questo procedimento, egli cerca soprattutto di verificare la propria identità. Scoraggiato dal proprio insuccesso, annuncia al suo giornale che ritornerà in patria e si appresta ad acquistare il biglietto di ritorno. L'incontro di Philip con la bambina Alice e con la madre avviene nell'agenzia di viaggi dove queste stanno acquistando il biglietto di ritorno. La madre è in realtà solo un pretesto per introdurre la figura della bambina. Infatti il giorno seguente, assillata da problemi di convivenza con il suo uomo, la madre decide di abbandonare la figlia nelle mani del giornalista e di tornare nel luogo dove il suo uomo americano vive. Philip si trova improvvisamente sobbarcato di una responsabilità che non voleva accollarsi e che gli capita senza che lui abbia fatto nulla per evitarla. Deve badare alla bambina e riportarla a casa, ma Alice non ricorda il nome del paese nel quale abita la nonna e così i due si avventurano in un lungo viaggio per cercare una casa che non sanno dove si trova. Grazie ad Alice, il ritorno di Philip diventa un momento di riscoperta di sé stesso e del suo passato. Philip adesso deve prendersi cura di qualcuno, trovare il cibo e l'alloggio; e poi i due devono andare alla ricerca della casa della nonna di Alice. La spontanea vitalità della bambina fa recuperare a Philip uno sguardo infantile sulla realtà e riesce a fargli dimenticare il fallimento subito in America. I due proseguono la loro ricerca finché scoprono dove si trova la casa della nonna grazie ad una foto che Alice si ricorda di avere custodito.
Italway.it

Critica (2):

Critica (3):

Critica (4):
Wim Wenders
(Progetto editoriale a cura di); (Progetto editoriale a cura di) Redazione Internet; Redazione Internet (Contenuti a cura di); (Contenuti a cura di) Ufficio Cinema; Ufficio Cinema
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