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Due amici


Regia:Spiro Scimone, Sframeli Francesco

Cast e credits:
Soggetto
: Spiro Scimone; sceneggiatura: Spiro Scimone; fotografia: Blasco Giurato; musiche: Andrea Morricone; montaggio: Massimo Quaglia; scenografia: Eleonora Ponzoni; costumi: Carolina Olcese; interpreti: Spiro Scimone (Pino), Francesco Sframeli (Nunzio), Felice Andreasi (padrone di casa), Sara Bertelà (Angela, la prostituta), Teresa Saponangelo (Maria), Roberto Citran (negoziante di elettrodomestici), Valerio Binasco (Andrea, il barista), Armando Pugliese (pescivendolo), Gianfelice Imparato (malato); produzione: Sciarlò, Medusa Film, Tele+; distribuzione: Medusa; origine: Italia, 2002; durata: 90’.

Trama:Pino e Nunzio sono due siciliani che vivono e lavorano nella periferia di una grande città. Uno pescivendolo, l’altro operaio, condividono lo stesso tetto e poco più: le loro rare conversazioni, che avvengono in dialetto messinese, sono più che altro una serie di domande che Nunzio fa a Pino in maniera infantile e quasi ossessiva, cui Pino, però, non si sottrae mai, anche se le sue risposte sono molto stringate. Il loro abituale modus vivendi sembra messo in crisi a causa di due eventi: il licenziamento di Nunzio dalla fabbrica di vernici dove è impiegato ed il quasi contemporaneo irrompere nella sua vita della lavascale Maria. Ma il loro rapporto si rivelerà più solido del previsto.

Critica (1):Strano film quest’esordio accolto nella Settimana della Critica a Venezia: sbilanciato, generoso, ambizioso, teatraleggiante. Arriva infatti da una fortunata pièce, “Nunzio”, che sul palcoscenico vantava la regia di Carlo Cecchi, e con una sceneggiatura – scritta dallo stesso autore del testo originario, Spiro Scimone, insieme a Francesco Sframeli, protagonista dello spettacolo e del film – ma, sorpresa, la cinepresa vola, il montaggio propone soluzioni non banali, la narrazione si nutre di tormentoni verbali e visivi che fanno pensare a un’idea di cinema solida e sicura, che sa bene cosa ottenere dal proprio sguardo. (…) Importante il lavoro del direttore della fotografia, Blasco Giurato, già occhio di Giuseppe Tornatore. Autore quest’ultimo evocato (con astuti filtri), curiosamente assieme a Gianni Amelio e al suo imprescindibile Così ridevano.
Aldo Fittante, Film TV, 10/9/2002

Critica (2):Più che positivo l’esordio cinematografico dei due italiani Spiro Scimone e Francesco Sframeli. Il loro film Due amici presentato alla Settimana Internazionale della Critica della 59° Mostra del cinema di Venezia, adattato dall’opera teatrale “Nunzio” di Spiro Scimone, è un’opera interessante e piacevole. Forza e limiti del film risiedono proprio nella sua matrice teatrale. Difatti, se da una parte si apprezzano gli incisivi e divertenti dialoghi, la spontanea simpatia dei personaggi, la studiata consapevolezza dei movimenti, dall’altra, una regia indecisa e, forse, eccessivamente didascalica, lascia un po’ perplessi e con una sensazione di fastidiosa incompiutezza. Ma la forza del film non va certamente ricercata nell’estro creativo di una direzione cinematografica che non può non scontare il dazio di un’opera prima. Il fulcro essenziale, e tale da giustificare, qualificandolo, l’intero lavoro, risiede nella caratterizzazione e conseguente descrizione dei molteplici personaggi che costellano la narrazione. A partire da Nunzio, interpretato da Francesco Sframeli, uno dei due registi. Quello di Nunzio è uno di quei personaggi destinato a farsi ricordare nell’effimero mondo di celluloide. Ingenuo ed innocente, sempre pronto a giustificare il prossimo anche quando gli infligge palesi ingiustizie, pone domande come le porrebbe un bambino di 10 anni che scorge da lontano la vita degli adulti. Pone domande a Pino (Spiro Scimone) l’amico con il quale divide un appartamento sito in una città che potrebbe essere Torino, ma anche Pescara o Livorno. In uno spazio volutamente decontestualizzato, i due amici conducono un’esistenza al limite del paradossale. Nunzio lavora in una fabbrica di vernici dove si è gravemente ammalato a causa delle sostanze tossiche ivi inalate. Pino, di professione killer, si allontana ogni tanto da casa per compiere i suoi viaggi di lavoro di cui Nunzio ignora totalmente la causa. E così, tra un contratto portato a termine da Pino e un colpo di tosse di Nunzio, i due tirano avanti facendosi compagnia come fossero una vecchia coppia di coniugi. Quieta e serena esistenza che verrà improvvisamente alterata dall’aggravarsi della malattia di Nunzio che convincerà Pino ad interrompere la sua “attività” per ricondurre a casa l’amico. La vicenda, così normale e quindi così vera, come detto è arricchita da una moltitudine di personaggi che, anche nella loro breve apparizione, contribuiscono a completare il film in maniera determinante. Felice Andreasi è un padrone di casa paranoico e monomaniaco, Tano Cimarosa e Nicola Di Pinto due pensionati appassionati di enigmistica , Roberto Citran un premuroso negoziante di elettrodomestici, Gianfelice Imparato un malato preoccupato della sua stanza di ospedale, Valerio Binasco un barista innamorato di Maria (Teresa Saponangelo) conosciuta tramite un programma radio di dediche telefoniche. Tutti personaggi divertenti ed originali che costellano il favoloso mondo di Nunzio e Pino (il riferimento al francese Amelie non è casuale). In definitiva, prodotto da Giuseppe Tornatore e ben musicato da Andrea Morricone, Due amici convince grazie ai suoi personaggi e ad una storia credibile e appassionante, senza però la ricerca ossessiva della compiacenza del pubblico.
DAS, Film Up

Critica (3):

Critica (4):
Francesco Sframeli
(Progetto editoriale a cura di); (Progetto editoriale a cura di) Redazione Internet; Redazione Internet (Contenuti a cura di); (Contenuti a cura di) Ufficio Cinema; Ufficio Cinema
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