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Francesco Guccini. La mia Thule.


Regia:Grignaffini Nene, Francesco Conversano

Cast e credits:
Soggetto, sceneggiatura, regia: Francesco Conversano, Nene Grignaffini; fotografia: Giulio Pietromarchi (Aic); suono e montaggio: Stefano Barnaba; musiche: brani dal cd “Guccini. L’ultima Thule”; interpreti: Francesco Guccini e i suoi musicisti Ellade Bandini, Juan Carlos “Flaco” Biondini, Roberto Manuzzi, Antonio Marangolo, Pierluigi Mingotti, Vincenzo Tempera, e con Paolo Simonazzi e Vittorio Piombo; produzione: Movie Movie e Limentra; distribuzione: EMI; origine: Italia. 2014, durata: 115’.

Trama:Il film-documentario č il racconto di un evento di straordinaria unicitā: la registrazione che Francesco Guccini, con i musicisti di sempre, ha fatto all'interno del Mulino di Pāvana, sull'Appennino tosco-emiliano, degli otto brani che compongono quello che Guccini ha dichiarato sarā il suo ultimo disco: L'ultima Thule.

Critica (1):Francesco Guccini rappresenta una figura carismatica nell’immaginario di pių di una generazione. A cominciare dagli anni ’70 le sue canzoni – testi e musiche – hanno accompagnato gran parte della nostra vita. Guccini č colui che ha saputo testimoniare un’epoca e una generazione inquiete, che credevano nella rivoluzione e nell’utopia, ma anche colui che come pochi altri č stato capace di raccontare la propria terra ed esprimerne il forte sentimento di identitā ed appartenenza: Bologna e quella terra piatta e nebbiosa che ormai, quasi in maniera proverbiale, viene indicata esistere “fra la via Emilia e il west” ma anche Pavana e l’Appennino.
Dopo aver narrato, in canzoni e romanzi, storie nelle quali molti di noi si sono riconosciuti Guccini, proponendo l’album L’ultima Thule (un mitico altrove nel Nord estremo), sceglie di condividere, nei panni di un corsaro che affronta con coraggio le insidie del fiordo gelato, la parte pių intima e personale del proprio viaggio esistenziale. Forse č per agevolare questa difficile esplorazione se viene scelta una location tanto particolare per la registrazione del disco, il Mulino. Luogo amatissimo, in cui Guccini ha trascorso l’infanzia e tutte le estati della adolescenza, esso č l’unico posto in cui appare possibile coniugare il lavoro con il calore degli affetti, dei legami e dei simboli; un microcosmo reale e mentale che non ha mai smesso di suscitare energie creative, fino a diventare il protagonista perfetto di un romanzo di formazione giunto, oramai, all’ultimo capitolo.

Sono stati i musicisti, con la loro balda incoscienza, a proporre la sfida di trasformare il vecchio edificio in una moderna sala di registrazione, facendo convivere gli antichi manufatti con la tecnologia. Per quattro settimane Francesco Guccini, Ellade Bandini, Flaco Biondini, Roberto Manuzzi, Antonio Marangolo, Pier Mingotti e Vince Tempera, all’interno del Mulino dei nonni, a Pavana, per sottofondo la voce del fiume Limentra, hanno suonato e cantato canzoni. Per la prima volta l’esperienza di incidere un disco ha coinciso con situazioni di convivenza e partecipazione: risate e scherzi ma anche delusioni e nostalgie, brindisi e mangiate con gli amici (Luciano Ligabue e Leonardo Pieraccioni, grazie dell’ottima compagnia!).
Lo stile narrativo del film rimanda all’atmosfera e al concept del disco restituendo e confermando – nelle immagini, nei dialoghi e nella musica – la scelta di Guccini di eseguire le sue nuove canzoni in un ambiente familiare ed evocativo, dove ogni oggetto ed ogni elemento naturale si caricano di significati sempre nuovi.
(dal sito del film)

Critica (2):

Critica (3):

Critica (4):
(Progetto editoriale a cura di); (Progetto editoriale a cura di) Redazione Internet; Redazione Internet (Contenuti a cura di); (Contenuti a cura di) Ufficio Cinema; Ufficio Cinema
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