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Barry Lyndon - Barry Lyndon


Regia:Kubrick Stanley

Cast e credits:
Soggetto: dal romanzo di William Thackeray Makepeace; sceneggiatura: Stanley Kubrick; fotografia: John Alcott; musiche: Leonard Rosenman da Schubert, Vivaldi, Bach, Haendel, Mozart; montaggio: Tony Lawson; scenografia: Ken Adam; interpreti: Ryan O'Neal (Barry Lyndon), Marisa Berenson (Lady Lyndon), Steven Berkoff (Lord Ludd), Gay Hamilton (Nora Brady), Marie Kean (la madre di Barry), Diana Koerner (la ragazza tedesca), Hardy Kruger (Capitano Potzdorf), Patrick Magee (Cavalier De Balibar), Ferdy Maine (arbitro del duello), Murray Melvin (reverendo Samuel), Frank Middlemass (Sir Charles Lyndon), Andre' Morell (Lord Wendover), David Morley (il piccolo Brian), Arthur O'Sullivan (il bandito), Godfrey Quigley (Capitano Grogan), Leonard Rossiter (Capitano Quin), Dominic Savage (Lord Bullingdon giovane), Anthony Sharp (Lord Harlan), Leon Vitali (Lord Bullingdon); produzione: Hawk Film Peregrine (per la Warner Bros); distribuzione: Cineteca di Bologna; origine: Gran Bretagna, 1975; durata: 184'.

Trama:Redmond Barry, un giovane irlandese di modeste condizioni, sfida a duello, per amore di sua cugina Nora, un capitano inglese che l'ha chiesta in moglie. Convinto d'aver ucciso il rivale, parte per Dublino, ma lungo la strada viene derubato, per cui è costretto ad arruolarsi nell'esercito inglese, in lotta contro i francesi. La morte di un capitano suo amico, le atrocità della guerra, lo inducono a disertare, ma è scoperto e per cavarsela non gli resta che militare con i prussiani, alleati degli inglesi. Essendosi fatto onore sul campo di battaglia, si vede affidare, dal ministro della polizia prussiana, l'incarico di sorvegliare uno straniero, giocatore professionista, che si suppone sia una spia. Diventato suo amico, invece, Barry lascia la Prussia per seguirlo nei suoi pellegrinaggi fra la buona società' di mezza Europa. Gli capita, così, d'incontrare la bella Lady Lyndon, moglie di un uomo anziano e malandato, alla cui morte Barry succede nel talamo. Dovrebbe, questo matrimonio, essere il culmine della sua fortuna: lo condurrà, invece, alla rovina.

Critica (1):"Per nessuno dei miei film posso dire che cosa mi abbia spinto a farlo. La migliore risposta è che mi sono innamorato di quelle storie." (Stanley Kubrick)

William Makepeace Thackeray aveva scritto
The luck of Barry Lyndon nel 1843. Nel 1856, Thackeray effettuò delle modifiche e ripubblicò il libro in una miscellanea di sue opere con il titolo Memoirs of Barry Lyndon (in Italia, Le memorie di Barry Lyndon). La storia di Barry Lyndon si inserisce alla perfezione nella visione desolata, ironica e oscura che Kubrick aveva dell’uomo. Redmond Barry è un vagabondo irlandese che insegue uno status sociale elevato e lo raggiunge sposandosi con l’aristocratica Lady Lyndon, salvo poi tornare alle sue umili origini. Se nel precedente film Arancia Meccanica il regista aveva creato un antieroe cinematografico, Alex, che doveva rappresentare il XX secolo, Barry Lyndon appartiene di diritto alla sempre più cupa visione del mondo di Kubrick e della società del passato. La struttura narrativa del film è molto simile a quella di Arancia Meccanica. Il critico francese Michel Ciment parla, a ragione, di struttura geometrica che si ripete reiteratamente in tutte le opere di Kubrick. Così mentre in Arancia Meccanica il percorso umano di Alex è dapprima negativo e successivamente positivo, in Barry Lyndon il protagonista segue un percorso inverso. All’inizio lo vediamo giovane e sprovveduto, ma dotato di un sentimentalismo e una passione che lo metteranno nei guai. In seguito Barry acquista sicurezza in se stesso fino a diventare un giocatore d’azzardo cinico e baro che seduce l’aristocratica Lady Lyndon. Una volta raggiunto lo status sociale Barry pensa di avere raggiunto il suo obiettivo e di avere allontanato da sé i conflitti quotidiani a cui era stato sottoposto ma scopre che la sua casa è un teatro di guerra altrettanto duro. Se in 2001 Odissea nello spazio Kubrick costruiva un possibile futuro su basi razionali e assolutamente innovative qui l'operazione consiste nel ricostruire il passato su fonti documentali estremamente accurate. In Barry Lyndon la sfida è ricostruire un intero secolo, rappresentare la storia attraverso le immagini e la musica. Alla ricerca della verità assoluta Kubrick si immerge in un lavoro di ricerca maniacale che lo porta ad archiviare migliaia di documenti, libri e dischi sul XVIII secolo (la fase di preparazione del film durò oltre un anno e le riprese altrettanto). L’obiettivo è quello di condensare l’età dei lumi in un film di tre ore. Una sfida appassionante in cui Kubrick si immerge con l’ausilio di alcuni collaboratori fidati, in prima fila il direttore della fotografia John Alcott e lo scenografo Ken Adam che hanno il compito di ricreare visivamente il settecento. Dal punto di vista formale il film è un capolavoro. La fotografia è ispirata ai paesaggi di Gainsborough e Constable, ai ritratti di Hogarth, Reynolds, Gainsborough, e ancora Joseph Wright, Chardin, Chodowiecki, La Tour, Longhi, nella ferma convinzione che solo l’arte sia l’unico repertorio fedele per chi desideri ricreare in immagini vicende proiettate in un passato lontano. Così Il colonnello John Hayes St Leger e Lord Heathfield, entrambi di Joshua Reynolds, hanno ispirato le figure del capitano Grogan e di Raymond Barry; e la Lady Sheffield di Gainsborough è stato uno dei modelli usati per dare vita a Lady Lyndon. Un metodo quello di ispirarsi all’arte per le proprie inquadrature usuale nel cinema di Kubrick. Le visioni paesaggistiche di 2001 hanno un referente illustre nella pittura di Mondrian, gli ambienti futuribili di Arancia Meccanica, nascono sull’onda della pop art e l’Overlook Hotel di Shining richiama molte opere dell’architettura attuale (in particolare i bagni dell’albergo e il salone sono ispirati a lavori di Frank Lloyd Wright). Barry Lyndon è interamente girato a lume di candela e con la luce naturale utilizzando una macchina da presa con obiettivi speciali e una pellicola ad alta risoluzione entrambi fornite dalla NASA. Kubrick ascolta tutti i dischi in commercio di musica del settecento e alla fine sceglie alcuni temi che scandiscono ipnoticamente i momenti più importanti del film. In primo luogo la ormai celebre Sarabanda di Haendel, rioerchestrata da Leonard Rosenmann, poi il trio di Schubert che, pur essendo datato 1824, ben si presta ad un commento romantico non eccessivo, infine i pezzi etnici del gruppo irlandese dei Chieftains. Il film è in qualche modo la summa di tutte le ossessioni kubrickiane, riversate in un secolo che sembra essere quello che più si addice al regista americano, il secolo dell’illuminismo e della ragione. Ecco perché Barry Lyndon è un film essenziale nella filmografia kubrickiana, un’opera che raccoglie tutti i temi cari al regista, in primo luogo il gioco, qui rappresentato non solo dalla professione del conte di Balibari e dello stesso Barry, ma anche dai numerosi duelli (nel film ne sono presenti ben cinque, quattro dei quali vedono come protagonista Barry e uno, quello d’apertura, il padre) in cui Barry eccelle; la guerra, presente ancora una volta come un meccanismo di distruzione perfetto e logico nella sua illogicità; la famiglia come teatro di scontri e di conflitti destinata a generare sofferenza. Barry, come tutti gli antieroi di Kubrick (Il colonnello Dax, Alex, Jack Torrance) è un solitario, affiancato nel corso della storia da amicizie fugaci, quella del capitano Grogan, destinato a perire in battaglia, quella del capitano Potzdorf, che Barry tradisce per il conte di Balibari, altra figura "paterna" destinata a scomparire dopo il matrimonio di Barry con Lady Lyndon.
La scelta stilistica è quella di riavvicinarsi al cinema muto attraverso inquadrature lucide, algide nel loro rigore, eliminando qualsiasi dialogo superfluo. Il commento oggettivo del narratore (che sostituisce quello soggettivo di Barry nel libro) serve egregiamente allo scopo. La scena in cui Barry seduce Lady Lyndon al tavolo da gioco è un capolavoro di messa in scena, cinque minuti senza alcuna battuta. Le reazioni al film furono contrastanti. La critica americana parlò di capolavoro, mentre quella anglosassone fu divisa. Molti parlarono di libro fotografico non capendo di fare il migliore complimento possibile al regista che aveva concepito il film proprio come un libro settecentesco, fatto di immagini e commenti didascalici. Probabilmente la distanza creatasi tra il pubblico e il film fu determinata dall’approccio rigoroso che Kubrick applicò alla sua opera. Barry Lyndon è sì un film storico ma realizzato con un approccio così "scientifico" da farlo somigliare ad un film di fantascienza in costume. Kubrick studia i suoi personaggi come un entomologo analizza le sue farfalle al microscopio. Non c'è partecipazione, né pietas verso i protagonisti del film e alla fine il cartello con cui si conclude il film (I fatti narrati accaddero durante il Regno di Giorgio III: belli o brutti, ricchi o poveri, buoni o cattivi, tutti hanno avuto la stessa sorte) appare come un commento sardonico e disperatamente nero sulle miserie umane.
Maurizio Imbriale,
Tempi moderni.com

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