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Tristana - Tristana


Regia:Buñuel Luis

Cast e credits:
Soggetto: dal romanzo omonimo di Benito Pérez Galdós; sceneggiatura: Luis Buñuel, Julio Alejandro; fotografia (Eastmancolor): José F. Aguayo; montaggio: Pedro del Rey; scenografia: Enrique Alarcón; costumi: Rosa García; suono: Josi Nogueria, Dino Fronzetti; interpreti. Catherine Deneuve (Tristana), Fernando Rey (Don Lope), Franco Nero (Horacio), Lola Gaos (Saturna), Antonio Cases (Don Cosme), Jesús Fernàndez (Saturno), Vicente Solder (Don Ambrosio), José Calvo (Bellringer), Fernando Gabrian (Dr Miquis), Antonio Ferràndis, José Maria Caffarel, Candida Losada, Joaquín Pamplona, Mari. Paz Pondal, Juan José Menendez; produzione: Epoca Films e Talià S. A Selenia Cin., Les Films Corona (Spagna/Francia/Italia); origine: Spagna, 1970; durata: originale: 105', attuale: 98'.

Trama:Toledo, anni Venti. Tristana, giovane orfana, viene affidata al vecchio don Lope ozioso liberale, che riesce a farne la propria amante. Apparentemente docile e sottomessa la ragazza in realtà odia il vecchia. Un giorno incontra Horaacio, giovane pittore di cui si innamora, e fugge con lui. Dopo qualche anno torna dal vecchio, affetta da un tumore che la costringe all'amputazione di una gamba. Horacio scompare dalla sua vita e Tristana, ormai acida e prepotente accetta di sposare don Lope. Una notte questi, in pericolo di vita, la implora di chiamare il medico. La ragazza apre le finestre e lo lascia morire.

Critica (1):«T. P. Turrent - Dato che Tristana fra gli ultimi suoi film è uno di quelli con la narrazione più classica si potrebbe pensare che sia un vecchio progetto.
Buñuel - Stavo per realizzarlo nel 1952 con Ernesto Alonso e Silvia Pinal. È uno dei peggiori romanzi di Galdós, del tipo "Ti amo, piccioncina mia", molto pacchiano. Mi interessava solo il particolare della gamba tagliata. Curiosamente questo attraeva anche Hitchcock. Durante un pranzo che mi offrirono i registi di Hollywood, Hitchcock seduto al mio fianco esclamava continuamente: "Ah, la gamba tagliata di Tristana!..."
Bene, il progetto negli anni Cinquanta non proseguì. Nel '62 stavo per realizzarlo con Epoca Film in Spagna, ma la censura non voleva che lì facessi altri film. Passarono gli anni e ripresentai il progetto. Fraga Irabarne si opponeva. Lo scrissi al mio amico Rafael Méndez, un saggio spagnolo, direttore di farmacologia nell'istituto di Cardiologia del Messico: "Caro Rafael, il tuo amico Fraga si oppone al film". Rafael prende l'aereo - immaginate che amico si presenta a Madrid, e parla con Fraga. E questi gli dice: "Che Buñuel parli con me". Avrei voluto che l'incontro fosse con testimoni, però Fraga insistette che fossimo io e lui da soli. Mi sembro intelligente e simpatico, non mi ricevette con alterigia. Mi disse che in Spagna non erano pronti per i miei film; gli dissi che Tristana l'avrei filmato fedelmente alla sceneggiatura presentata. "Va bene - mi disse le do via libera. Faccia il film e poi vedremo". Non mi tagliarono niente, non mi molestarono in assoluto. Una curiosità: le guardie civili del film - in Spagna è proibitissimo ridicolizzare le guardie civili, anche se non mi proponevo di farlo - sono interpretate da gitani.
J. de la Colina - Dialettica totale, perché la Guardia Civile e i gitani sono tradizionali nemici.
B. - Un giorno mentre ci preparavamo a girare una scena in una piazza di Toledo in cui le guardie attaccano gli operai, arrivò un vero comandante della Guardia Civile. Un mio aiutante gli chiese: "Signor comandante, sono bene ordinati?" L'uomo disse che stavano bene e continuo per la sua strada. Probabilmente gli sembrarono guardie autentiche.
J. de la C. - C'è una scena curiosa che è marginale nella storia. Un cane rabbioso percorre le stradette. Chiamano una guardia civile che acchiappa il cane e dolo sentiamo due spari.
B. - E relativamente marginale, perché grazie a questo episodio Tristana, che per paura del cane si è rifugiata in un cortile, conosce il pittore. (...)
T. P T. - Tristana ha strani capricci, come quello della scelta fra due strade uguali...
B. - È un mio ricordo di famiglia. Quando era piccola mia sorella Margarita, metteva sopra la tavola due molliche di pane e senza motivo mi chiedeva: "Luis, quale ti piace di più?" Io le dicevo: "Nessuna, sono uguali". Lei: "Forse quella di destra è migliore". Sembra una scemenza, vero? Io invece trovo in ciò un certo mistero. Fra due cose identiche perché scegliamo una e non l'altra? E questa "scemenza" può alterare una vita. In Tristana lei passeggia con la serva. Arrivano ad un incrocio. Tristana dice: "Quale preferisci percorrere?" Le strade sono quasi uguali. La serva dice che per lei è lo stesso. Tristana ne sceglie una, cammina per quella e incontra il cane, entra nel cortile e conosce il pittore. Se fosse andata per l'altra strada, non ci sarebbe stata storia, o ce ne sarebbe stata un'altra totalmente diversa. Questo succede di nuovo con Fernando Rey. Lei chiede: "Di queste due colonne quale preferisci?" Lui dice: "Nessuna, che scemenza." Però più tardi ripete l'esperimento con due ceci, per quanto le sembri una scemenza. Non dice niente, li osserva fissandoli e ne sceglie uno. Dopo ho visto che questo lo ripetevano in un film di Alain Delon: lui va a servirsi un bicchiere, è in dubbio fra i due bicchieri identici e finalmente sceglie quello che preferisce.
J. de la C. - Suppongo che ciò ha a che fare col caso, che era una preoccupazione essenziale per i surrealisti.
B. - Non lo porrei come un dogma, però credo che nella vita tutto è caso. Si potrebbe fare un film in cui dimostrare che Napoleone nacque perché secoli addietro in un certo momento un romano si gratto il naso. E per un concatenarsi di circostanze questo porta alla nascita di Napoleone. O mettiamo per caso che Hitler non arrivasse a nascere. Pensate come sarebbe diversa la storia del nostro secolo.
J. de la C. - Come si sviluppa l'argomentazione di questo "caso".
B. - Molto bene. Hitler non nasce perché una notte particolare suo padre non si corica con la sposa. E perché non si corica con la sposa? Quel giorno, al lavoro, ha passato tutto il tempo a pensare alla moglie. Esce dal lavoro e incontra un amico, i due vanno a sbronzarsi e il signor Hitler arriva a casa sua come una botte, si addormenta sul pavimento e non fa l'amore con sua moglie. Ma, perché incontra esattamente quel giorno il suo vecchio amico? Questi è un contadino, gli si rompe il vomere dell'aratro e va in città a comprarne uno, e lì incontra il signor Hitler. E per quale motivo si rompe il vomere dell'aratro? Perché nell'arare urta contro una pietra. Gli esempi sono cretini, però credo che servano. I piccoli dettagli possono cambiare una vita, la stessa storia.
in José de la Colina, Tomás Pérez Turrent, Buñuel por Buñuel

Critica (2):

Critica (3):

Critica (4):
(Progetto editoriale a cura di); (Progetto editoriale a cura di) Redazione Internet; Redazione Internet (Contenuti a cura di); (Contenuti a cura di) Ufficio Cinema; Ufficio Cinema
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