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DR. M. - DR. M.


Regia:Chabrol Claude

Cast e credits:
Soggetto: Thomas Bauermeister; scenografia: Sollace Mitchell, Claude Chabrol, Odile Barski; fotografia: Jean Rabier; musica: Paul Hindemith, Mekong Delta; montaggio: Monique Fardoulis; scenografia: Wolfgang Hundhammer; interpreti: Alan Bates, Jennifer Beals, Jan Niklas, Hanns Zischler, Wolfgang Preiss; produzione: Adoiphe Viezzi, per Cléa prods/Solyfic/ FR3/NEF Filmproduktion/Ellepi Fi1m[LDF/ La Spet/Telefilm; distribuzione: IIF; origine: Fr./RFT/It., 1990; durata: 114'.

Trama:
Una serie di suicidi mette in allarme la Berlino degli anni '90. Le indagini portano a scoprire che il responsabile è un enigmatico dottor Marsfeldt che ipnotizza le vittime prescelte con l'immagine di una bella ragazza che manda in onda sul suo network.

Critica (1):In argot francese, l'espressione "faire chabrol" indica l'abitudine tutta campagnola di mescolare il vino con il brodo. Gusto sapido della provincia popolare, di cui Chabrol - quello vero, professione regista - va fiero e che il suo cinema - vizi privati e pubbliche virtù della provincia francese - incarna perfettamente. Ma il diabolico Chabrol, anche quando decide di allontanarsi dalle sue atmosfere abituali e di affrontare metropoli lontane (ed è cosa rara: l'ultima volta è successo nel 1977, con il Canada di Rosso nel buio, Les liens de sang), riesce, sornione, ad essere nel posto giusto al momento giusto. Così, in ottobre, a pochi giorni dall'apertura del Muro, Chabrol comincia a girare, a Berlino Ovest, il suo personale omaggio al Dr. Mabuse di Fritz Lang, il film Dr. M, coproduzione francotedesco-italiana, cui partecipano i nostri Pescarolo e Martino, interpretato da Alan Bates e Jennifer Beals. La storia sfiora la fantascienza e racconta una Berlino attraversata da fatti inquietanti, ma gli avvenimenti del 9 novembre, destinati a cambiare la faccia dell'Europa, hanno in qualche modo influito sull'impostazione del film? Prima domanda, obbligata, dell'intervista che Chabrol, tra un ciak e l'altro, ci ha concesso.
"La vita è davvero curiosa", risponde il regista francese. "Quando, due anni fa, abbiamo scritto la sceneggiatura del film, abbiamo pensato di situare la storia nel mezzo degli Anni '90, ragionando sul fatto che vi sarebbe stata libera circolazione tra Est e Ovest. I coproduttori tedeschi ci avevano persino invitati alla "prudenza" narrativa, avvertendoci che quanto avevamo immaginato era un'ipotesi assurda! E invece, quel che è successo il 9 novembre aggiunge credibilità al film! E mi piace: ho la sensazione che la finzione finisca per imitare la realtà". Cosa succede nella Berlino degli anni '90, immaginata da Chabrol e dagli sceneggiatori Thomas Bauermeister e Sollace Mitchell, dominata dagli schermi televisivi e da giganteschi cartelloni pubblicitari? Un'ondata di suicidi percorre la metropoli, virus incontrollabile che spinge alla fuga migliaia di persone. E i suicidi, prima di morire, non mancano mai di sfregiare l'immagine di Sonja Vogler (Jennifer Beals), la ragazza-pubblicità che dagli schermi video invita i cittadini a raggiungere Theratos per una vacanza rilassante.
Ed è proprio il Dr. Marsfeldt, capo di Intermedia, network da cui la ragazza dipende, il cervello di un'organizzazione che ipnotizza i berlinesi con l'uso dei media in vista di una seconda "soluzione finale". E' dunque un falso appoggio quello che Intermedia garantisce al commissario Hartmann, che indaga sul susseguirsi dei suicidi, aiutato dal collega Mauser di Berlino Est. Diventerà anche chiaro, prima di arrivare alla conclusione dell'intrigo, che Marsfeldt (il Dr. M, del titolo, insomma) ha ben poco a che fare con la razza umana. "Non voglio svelare troppo", dice Chabrol "ma il suo cuore è di metallo, è più un computer che un uomo. E come tutti gli esseri meccanici finisce per esaurirsi". L'omaggio a Fritz Lang e ai Dottor Mabuse (il primo è del 1922), che con i poteri ipnotici cercavano di impossessarsi del mondo, è dichiarato fin dall'inizio. Il cinema di Chabrol è infarcito di omaggi all'autore tedesco, punto di riferimento costante, tanto da suggerire, nel 1982, un primo abbozzo di remake, quello di M, il mostro di Düsseldorf, diventato M, le maudit, in un cortometraggio televisivo. Forse un allenamento per questo Dr. M che costituisce l'omaggio più esplicito al maestro. Perchè - Chabrol l'ha sempre detto - "un insuccesso di Lang è dieci volte superiore a quello di chiunque altro... E poi ha questa totale assenza di charme: un cineasta che fa veramente tenere il broncio! Io non oserò mai".
Ciak: Eppure questa volta ci prova. Cosa significa girare un film come un omaggio dichiarato?
Chabrol: "Mi interessava il tema universale dei Mabuse, lo spirito di potenza che cerca di assicurarsi il dominio, usando tutti i mezzi, anche l'ipnosi. E naturalmente, oggi, l'ipnosi è un'altra, quella televisiva, quella della pubblicità. Il problema è non fare un "pastiche" dei film di Fritz Lang, anche perchè non so se ne sarei capace. Vorrei però usare un tono evocativo del suo etile, facendo in modo che chi non conosce i suoi film possa comunque capire Dr. M e ,chi invece ha familiarità con il regista tedesco possa ritrovarne le atmosfere. Io un po' lo conoscevo, so le cose che non avrebbe mai fatto e cerco di non farle. Ho messo naturalmente qualche strizzata d'occhio, ma senza esagerare. Piuttosto cerco di attenermi a quel rigore che amava: mai fare un'inquadratura in più del necessario, ad esempio".
Ciak: Per il ruolo principale ha scelto Alan Bates. Perchè?
Chabrol: "Ci è sembrata una cosa scontata. All'inizio, veramente, ho chiesto a Richard Attenborough, perchè mi interessava avere un regista in quella parte. Richard ha dovuto poi rinunciare perchè sta preparando il suo film su Chaplin e noi siamo stati ben felici di "accontentarci" di Bates, quest'attore straordinario. Nel film c'è anche un'attrice italiana Daniela Poggi. L'ho scelta in foto, mi sembrava giusta per il ruolo di Kathi, una donna destinata ad una fine misteriosa, lacerata tra Alan Bates e la passione per Mauser (Hanns Zischler). E' sorprendente mente brava, recita in inglese e non fa la prima donna sul set".
Ciak: Un film di fantascienza, molto diverso dal solito Chabrol, quello della provincia francese...
Chabrol: "Attenzione! La fantascienza non c'entra nulla, è un film sul quotidiano, anche se sempre sul punto di debordare. Ma quel che succede in questo momento è che i toni che avrebbero potuto essere futuribili sono stati raggiunti o addirittura sorpassati dall'attualità della Storia. Ecco, diciamo così: era un film di fantascienza che a partire dal 9 novembre è diventato un film contemporaneo!".
Piera Dettassis Ciak n. 12 dicembre 1989

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(Progetto editoriale a cura di); (Progetto editoriale a cura di) Redazione Internet; Redazione Internet (Contenuti a cura di); (Contenuti a cura di) Ufficio Cinema; Ufficio Cinema
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