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Mr Death - Mr Death: the Rise and Fall of Fred A. Leuchter


Regia:Morris Errol

Cast e credits:
Musica
: Caleb Sampson; scenografia: Ted Bafaloukos; fotografia: Peter Donohue, Robert Richardson; montaggio: Karen Schmeer; interpreti: Fred A. Leuchter Jr., David Irving, Caroline Leuchter, Robert Jan Van Pelt, James Roth, Shelly Shapiro, Suzanne Tabasky, Ernst Zündel; produzione: Dorothy Aufiero, David Collins, Michael Williams; distribuzione: Lab 80 film; origine: USA, 1999; durata: 87'.

Trama:Fred Leuchter: una storia vera. Il grande documentarista Errol Morris ci accompagna alla scoperta dell’eccentrica vicenda del signor Leuchter. Da corteggiato esperto costruttore di sedie elettriche a poveraccio, osteggiato da quello stesso sistema che lo aveva usato come ingranaggio fondamentale. Un uomo cinico, neppure molto intelligente, ma a suo modo onesto. Proprio come indiscusso esperto di sistemi di morte è interpellato da Ernst Zündel, un neonazista canadese, per dimostrare l’infondatezza storica delle camere a gas nei campi di concentramento. Attraverso un’analisi piuttosto cialtrona (e illegale), Leuchter avvalla quest’assurdità storica rendendosi ridicolo. Morris ci racconta una storia umana senza calcare la mano sulle implicazioni etiche, riuscendo da un lato a metterle ancora più in luce, dall’altro a seguire la vicenda da un punto di vista singolare e particolare, ancora più avvincente di una fiction.

Critica (1):Quanti Eichman esistono ancora nel mondo? O meglio, quanto Eichman serpeggia in ciascuno di noi? È l’interrogativo devastante che cresce durante la visione di Mr. Death (il Signor Morte), sottotitolo The Rise and Fall of Fred A. Leuchter Jr. Il documentario è l’asettica radiografia di Fred Leuchter, opaco ingegnere specializzato nella costruzione e nel perfezionamento delle sedie elettriche ad uso delle esecuzioni capitali nella civile America. Il regista Errol Morris, 53 anni, documentarista in auge in Usa, mette a fuoco la normale anomalia di un cittadino qualunque, incaricato dallo stato più democratico del mondo di rendere il macello dei suoi simili il più confortevole possibile: comunque, tecnicamente ineccepibile. Eccolo, dunque, il boia spirituale, dei condannati a venire, orgogliosamente intento a documentare e dimostrare i traguardi della sua ricerca con la sapienza umettata d’un cattedratico che sa tutto dei suoi marchingegni da biblioteca ma non s’interroga sulla loro destinazione. Il Leuchter di oggi è l’Eichman di ieri, il documentario si gemella a Uno specialista, lo straordinario cinemontaggio della passata stagione sul processo in Israele al criminale nazista, dimostrazione disarmante della celebre teoria della “banalità del male”, cioè del crimine che non è l’eccezione, la prerogativa del mostro, ma è la mostruosità che dorme, sempre all’erta, in ciascuno di noi. “Dovevo caricare i vagoni di ebrei diretti a Auschwitz, mi sono preoccupato di rendere funzionali al massimo i trasporti”, era stata l’allucinante autodifesa di Eichman. Anche i binari della morte oliati da “Mr. Death” da un punto di vista strettamente tecnico non sono che un problema di carico e scarico. Specialista, pure lui, come il “capostazione” Eichman, nel semplificare i “terminus” artificiali della vita. Entrambi minuscoli ma micidiali burocrati della morte, che hanno ridotto l’uomo a una funzione e il proprio lavoro a un contratto.

Critica (2):

Critica (3):

Critica (4):
Errol Morris
(Progetto editoriale a cura di); (Progetto editoriale a cura di) Redazione Internet; Redazione Internet (Contenuti a cura di); (Contenuti a cura di) Ufficio Cinema; Ufficio Cinema
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