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Others (The) - Others (The)


Regia:Amenábar Alejandro

Cast e credits:
Sceneggiatura:
Alejandro Amenábar; fotografia: Javier Aguirresarobe; montaggio: Nacho Ruiz Capillas; scenografia: Benjamín Fernández; costumi: Sonia Grande; musica: Alejandro Amenábar; interpreti: Nicole Kidman, Fionnula Flanagan, Alakina Mann, Christopher Eccleston, James Bentley, Elaine Cassidy, Eric Sykes, Renée Asherson; produttore: Fernando Bovaira, Tom Cruise, José Luis Cuerda, Rick Schwartz, Park Sunmin; produzione: Canal+ España, Cruise-Wagner Productions, Las Producciones del Escorpión, Le Studio Canal+, Lucky Red, Miramax Films, Sociedad General de Cine; distribuzione: Lucky Red; origine: Francia/ Spagna/Usa, 2001; durata: 95'.

Trama:Grace vive in una grande casa vittoriana insieme ai suoi figli, Anne e Nicholas. I bambini ancora non sanno che il loro papà è morto nella seconda guerra mondiale, ma la loro esistenza è resa ancor più strana da un’allergia alla luce che li costringe a vivere nell’oscurità più totale. Strane visioni e rumori inaspettati rendono la vita più inquietante. Mentre tre misteriosi servitori si installano in casa.

Critica (1):[...] chi sono gli "altri"? Vivi o morti, fantasmi o allucinazioni di una mente distorta... I trapassati abbondano di certo con la seconda guerra mondiale appena finita. Accade allora che in una dimora isolata nella nebbia del Jersey tre servitori bussino alla porta di una tetra casa vittoriana. I domestici hanno appena abbandonato la famiglia e la madre, Grace, è ben lieta di rimpiazzarli. Spiega subito le regole della casa: mai aprire i pesanti tendaggi per non far penetrare la luce, chiudere sempre a chiave le porte, una dopo l’altra, per evitare ai figli, un bambino e una bambina, affetti da una forma estrema di fotofobia, conseguenze letali. L’idea dell’ispanico Alejandro Amenàbar – già autore di Apri gli occhi e di Tesis – è naturalmente il rovesciamento. La paura del buio diventa paura della luce. I morti hanno terrore dei vivi. I bambini, in genere vittime designate, assumono l’inquietante aspetto di persecutori: vampiri o piccoli disadattati che fanno però pensare al jamesiano Giro di vite oltre che all’inarrivabile modello kubrickiano di Shining. La madre sembra aver perso il lume della ragione, il padre non si sa se sia morto al fronte. I tre camerieri, dietro le forme ineccepibili, gettano lampi diabolici. Insomma, il male può essere annidato ovunque... e poi sarà vero male? [...]
Cristiana Paternò, Cinemazip, 14/9/2001

Critica (2):Un antico maniero nella campagna inglese, alberi contorti che si stagliano contro la nebbia, rumori inquietanti in soffitta: se qualcuno avesse avuto il sospetto che The Others (in concorso a Venezia 2001) non fosse davvero una classica storia di fantasmi come era stato anticipato dalla stampa americana che ne ha registrato l’ottimo successo al botteghino in America, le prime immagini e scene del film provvedono immediatamente a dissuaderlo (o a confortarlo). L’horror è l’unico genere classico del cinema che negli ultimi decenni abbia assistito a una poderosa proliferazione, ma Alejandro Amenábar, il giovane regista messicano che ha già consolidato un piccolo culto presso i numerosi adepti del cinema di tensione con Apri gli occhi e Tesis, non punta al barocco degli effetti speciali o alle mille efflorescenze visive del make up, ma ai brividi che corrono gelidi sull’epidermide e agli improvvisi sussulti: chi c’è in quella spettrale residenza che fruga nei vecchi bauli, diffonde sospiri asmatici e suona il piano? Non è certo l’unico mistero del film. La padrona di casa, una Nicole Kidman che sembra dipinta come un icona liberty su una superficie d’avorio, difende i suoi due piccoli da una malattia incomprensibile che li costringe perennemente al buio. I domestici che si presentano a offrire i propri servizi arrivano prima dell’annuncio sul giornale e quando già le presenze terrificanti hanno ampiamente infestato la casa, compare tra le nebbie il marito morto in guerra. L’attrice australiana sfoggia un accento inglese minaccioso quanto il fucile da caccia col quale batte senza esito le mille stanze in penombra, aprendo e chiudendo le porte (la luce non deve mai entrare) con un grappolo di chiavi tintinnante sotto gli occhi preoccupati della servitù. È chiaro che l’intero mistero orbita intorno a lei, ma ancor più degli originali ingranaggi della sua soluzione, colpisce la imprevedibile interazione del suo personaggio con la cronaca. In lotta per il dominio dei figli nel divorzio in atto, indossa le parti di una madre dolorosa in un film prodotto dal marito da cui si è separata. [...] Nonostante alcune affinità di ambientazione e intreccio con Henry James (Giro di vite), la regia è più vicina ad Edgar Allan Poe che a Stephen King: ottiene il massimo mostrando il minimo. I personaggi sono rifiniti con improvvisi squarci di verità e nevrosi, i dialoghi, sobri e allusivi, sono di qualità. Insomma, se amate la paura e il cinema capace di distillarne con sapiente dosaggio e intensità, è il vostro film.
Se provate piacere e anche un po’ di terrore ad agguantare i braccioli saltando sulla poltrona, non perdetevi, tra i brividi, la visione disincantata e stoica disseminata in questa ghost story: anche i fantasmi errano nel buio, nella confusione, nell’incertezza, come i vivi.
Mario Sesti, Kwcinema

Critica (3):Per qualcuno, il miglior film di Alejandro Amenábar (Tesis e Apri gli occhi). Per qualcuno, un episodio della fantastica serie televisiva Ai confini della realtà. Per qualcuno, un film discutibile più orientato a catturare il consenso del pubblico che ad affinare l'Arte applicata allo schermo. Per qualcuno, una variazione tematica e formale sulle atmosfere di Il sesto senso. I film di "genere" - riusciti o deludenti - riaprono contrapposizioni vecchie quanto i festival. Costringono a concentrarsi sui meccanismi, sulle invenzioni, sugli stereotipi, sull'esecuzione di una partitura con una struttura armonica rigida. Il regista gira un ottimo film, assistito da una bravissima Nicole Kidman (più pallida ed evanescente di un fantasma) e da valenti comprimari, lavora sul perturbante, sulle inquietudini del familiare, sull'orrore e su tutti gli indizi (nebbia, buio, notte, lapidi, porte chiuse, voci, rumori, sguardi e suoni) che annunciano e preparano alla paura e all'angoscia. The Others ausculta il respiro agitato dei classici esperti in case infestaste, in presenze ostili, in angosce, in un ritorno dall'aldilà. Grace e i suoi due bambini, allergici alla luce, vivono in una casa isolata, su un'isola al largo delle coste inglesi. Fuori, la nebbia cancella il mondo e, dentro, il buio alimenta le visioni e rende più sensibili i sensi, mentre si legge la Bibbia, si pensa al peccato e alla vita dopo la morte. Gli "altri" sono i vivi, i morti e quelli che moriranno. Dietro le tante porte chiuse e le tende tirate, ognuno deve imparare a riconoscere gli intrusi.
Enrico Magrelli, FilmTV

Critica (4):
Alejandro Amenábar
(Progetto editoriale a cura di); (Progetto editoriale a cura di) Redazione Internet; Redazione Internet (Contenuti a cura di); (Contenuti a cura di) Ufficio Cinema; Ufficio Cinema
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