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Baciami, stupido - Kiss Me, Stupid


Regia:Wilder Billy

Cast e credits:
Soggetto: da una commedia di Anna Bonacci; sceneggiatura: Billy Wilder, I.A.L. Diamone; fotografia: Joseph LaShelle; musiche: André Previn, George Gershwin; montaggio: Daniel Mandell; scenografia: Alexandre Trauner; arredamento: Edward G. Boyle; effetti: Milt Rice; interpreti: Dean Martin (Dino), Kim Novak (Polly), Ray Walston (Orville J. Spooner), Felicia Farr (Zelda Spooner), Cliff Osmond (Barney), Barbara Pepper (Big Bertha), Skip Ward (lattaio), Doro Merande (Signora Pettibone); produzione: Mirisch Company; distribuzione: Lab80; origine: Usa, 1964; durata: 126'.

Trama:Per proteggere la moglie dalle galanti attenzioni di un celebre cantante, che è costretto ad ospitare in casa propria per una notte, Orville, maestro di pianoforte nella cittadina di Climax, decide di ricorrere ad uno stratagemma: sostituire, cioé, l'ignara moglie con l'arrendevole cameriera del Belly-Button Café. La manovra riesce ed Orville dovrebbe ritenersi soddisfatto, poiché le galanterie del celebre cantante nei confronti della presunta padrona di casa potrebbero preludere al successo delle sue canzoni. Per difendere la dignità della propria moglie, anche se impersonata da un'estranea, Orville finisce con lo scacciare di casa l'illustre ed intraprendente ospite, il quale terminerà la notte insieme a colei che crede la compiacente cameriera del caffé ma che, invece, è la moglie legittima di Orville, decisa a rendergli pan per focaccia. Il mattino successivo vedrà ciascuno tornare al proprio posto, ed il cantante portare al successo una delle canzoni di Orville.

Critica (1):Baciami, stupido è la derivazione di una commedia italiana, L'ora della fantasia di Anna Bonacci, già portata sullo schermo in Moglie per una notte (1952), una delle cose migliori dell'ultimo Camerini. Billy Wilder èun grande cineasta e se n'è accorto a New York il Museum of Modem Arts che gli sta dedicando una retrospettiva. La fiamma del peccato, Giorni perduti, Viale del tramonto, Asso nella manica sono film che tutti ricordano. Ma il Wilder delle "commedie rosa" non è meno importante: Quando la moglie è in vacanza, A qualcuno piace caldo, L'appartamento dicono di più sull'America di un'inchiesta sociologica e sono film divertentissimi. Non metteremmo a un livello troppo inferiore Baciami, stupido, dove il meccanismo della Bonacci passa al servizio di una visione amara della vita americana. Un piccolo compositore che vive in una città di provincia vuol appioppare una delle sue canzoni a un famoso cantante di passaggio. Conoscendo il debole del divo per le donne, il maestro tenta di buttargli fra le braccia una prostituta che fa passare per la propria moglie. Ma in un soprassalto di gelosia irrazionale, tronca sul più bello il finto adulterio, caccia di casa l'ospite illustre, e lo sostituisce a fianco della ragazza. Accade così che il cantante, per una strana coincidenza, finisce a letto altrove con la vera moglie del compositore. E quando alla fine la TV trasmetterà la brutta canzoncina, la moglie sorriderà enigmaticamente al marito e gli dirà: "Baciami, stupido". Ci vuole una vita per arrivare alla sorridente amarezza che Wilder mostra in questo film. Vi ritroviamo la sua natura di viennese amante dell'operetta, la sua curiosità di anatomizzatore della società d'oltreoceano, un totale disprezzo per le convenzioni e un affetto mortificato per tutti gli esseri umani. La National Legion of Decency è saltata addosso al regista per il doppio adulterio che viene consumato nel film, tanto che a uso delle sale americane è stata girata una scena sostitutiva: la brava moglie non si concede al cantante e l'intera vicenda perde ogni significato. Baciami, stupido è l'ironica constatazione dell'impossibilità di muoversi dentro la ragnatela dei giudizi moralistici quando si è animati dalla frenesia del successo. La morale sessuofobica del piccolo borghese americano è rovesciata come un guanto, dileggiata e compatita. L'esecuzione del film, in bianco e nero a differenza degli altri "campioni" natalizi, è formidabile: gli interpreti non sono eccelsi, ma fra essi spicca una Kim Novak disarticolata e spregiudicata che ricorda certi atteggiamenti della Monroe.
Tullio Kezich,Il cinema degli anni sessanta, 1962-1966, Edizioni Il Formichiere

Critica (2):

Critica (3):

Critica (4):
Billy Wilder
(Progetto editoriale a cura di); (Progetto editoriale a cura di) Redazione Internet; Redazione Internet (Contenuti a cura di); (Contenuti a cura di) Ufficio Cinema; Ufficio Cinema
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