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Notte dei maghi (La) - Hanussen


Regia:Szabò Istvàn

Cast e credits:
Sceneggiatura: Peter Dobrai; fotografia: Lajos Koltai; musica: Gyorgy Vukan; montaggio: Zsuzsa Csakany; interpreti e personaggi: Klaus Maria Brandauer (Klaus Schneider / Erik Jan Hanussen), Erland Josephson (Dr. Bettelheim), Ildikó Bánsági (sorella Betty), Karoly Esperjes (Nowotny), Grazina Szapolow (Valery), Colette Pilzzarren (Dagma), Adriana Briedzynska (Wally), Gyorgy Cserhalmi (Trantow-Waldbach), Walter Schmidinger ( capo della propaganda); produzione: Objektiv/Mafilm/ CCC Filmkunst/ZDF/Hungaro Film/Mokep; origine: Ungheria/Germania Ovest, 1988; distribuzione: Academy; durata: 140'.:

Trama:Durante la guerra 1914-18 Hanussen, soldato austriaco ferito alla testa, scopre di avere speciali poteri parapsicologici. A guerra finita, li mette a frutto, diventa un ipnotizzatore di successo con qualità di preveggente. Nella Berlino della repubblica di Weimar prevede ogni cosa, compreso il proprio destino: venire eliminato dal nazismo trionfante. Il film è stato presentato in concorso al 41º Festival di Cannes ed è stato nominato all'Oscar al miglior film straniero nel 1989.

Critica (1):"Szabò ovvero il visionario sconfitto". Il regista ungherese Istvàn Szabó è tornato ai temi di Mephisto, anzi li ha allargati ad una condizioni umana così europea: prevedere e non potere. L'intellettuale anche quando veste da mago (non dovrebbe compiere prodigi?) è incapace di uscire dalla sua vanità. Hanussen è la storia di un profeta, per gioco negli anni che videro l'ascesa di Hitler. Hanussen, interpretato dal solito, cospicuo Brandauer, ha scoperto durante la guerra di possedere qualità ipnotiche e paranormali. Invece di porle al servizio della scienza, preferisce, venuta la pace, diventare uomo di spettacolo, gira come illusionista nei locali notturni di Vienna, Carlsbad e Berlino. A chi gli oppone d'essere un ciarlatano spiega: "Rappresento i sogni e la voglia di certezze di molta gente". Vuol tenersi lontano dalla politica, ma non può Ire a meno di capire cosa sta accadendo: Hitler salirà al potere, il nazismo vincerà. Sembrano divinazioni, forse è solo buonsenso. Tuttavia quando il Capo della propaganda nazista s'interessa a lui, ne è quasi lusingato, da vanitoso. Non sa che il visionario più grande scaccia il più piccolo? A che vale prevedere, se non si può cambiare? Mephisto conservava i privilegi d'artista con un atto di servilismo verso il potere, Hanussen è più intrepido, se ne lava le mani. Ma nell'un caso e nell'altro, sono votati alla sconfitta. Szabó forse non è stato compatto come in Mephisto; ma ha offerto una nuova prova di sottigliezza problematica.
Stefano Reggiani in Stampa sera 23/5/1988

Critica (2):

Critica (3):

Critica (4):
(Progetto editoriale a cura di); (Progetto editoriale a cura di) Redazione Internet; Redazione Internet (Contenuti a cura di); (Contenuti a cura di) Ufficio Cinema; Ufficio Cinema
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