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Due volte lei - Lemming


Regia:Moll Dominik

Cast e credits:
Soggetto
: Gilles Marchand, Dominik Moll; sceneggiatura: Gilles Marchand, Dominik Moll; fotografia: Jean-Marc Fabre; musiche: David Whitaker; montaggio: Mike Fromentin; scenografia: Michel Barthelemy; costumi: Virginie Montel, Isabelle Pannetier; interpreti: Charlotte Gainsbourg (Benedicte Getty), Laurent Lucas (Alain Getty), André Dussollier (Richard Pollock), Charlotte Rampling (Alice Pollock); produzione: Diaphana Films; distribuzione: Lucky Red; origine: Francia, 2006; durata: 129'.

Trama:Benedicte e Alain sono una coppia di giovani sposi. Lui è un ingegnere che si occupa di robotica domestica e i due si sono appena trasferiti in una nuova e bellissima casa. Una sera, Alain invita a cena il suo capo, Richard Pollock, insieme alla moglie Alice, per rinsaldare i rapporti. L'arrivo della coppia turba da subito l'armonia della casa: c'è tanta tensione nell'aria e il terrore di commettere errori. La situazione precipita quando il lavandino rimane intasato e dallo scarico viene tirato fuori il cadavere di un roditore. Alain e Benedicte perdono la calma e si lasciano sconvolgere la loro esistenza dal sopraggiungere dell'irrazionale...

Critica (1):Avrei desiderato che ci fosse il tempo di raccontarle che certi titoli di Hitchcock, oggi considerati capolavori, passavano cinquant'anni fa nei festival senza applausi né premi. E il motivo era lo stesso usato oggi per snobbare il thrilling di Dominik Moll: tenere alta, contro i supposti mestieranti, la bandiera del cinema di firma. Ma si dà il caso che questo francese dal cognome tedesco, che nel 2000 presentò il sorprendente Harry, un amico che vi vuole bene, sia un regista il cui segno è ormai riconoscibile. Oltre a Hitchcock, appare sorprendente il numero degli antecedenti indicati qua e là nelle presentazioni di Lemming : Polanski, Lynch, Kubrick, Clouzot (e io aggiungerei Ferreri); per non parlare dei modelli letterari (Simenon, Boileau e Narcejac). Ma il risultato di tante assimilazioni rivela una notevole originalità; e almeno fino a metà, prima che un meccanismo troppo calcolato e rifinito generi un sospetto di manierismo, risulta avvincente. Il film racconta con desolata amarezza l'impossibilità di essere normali: la giovane coppia formata dal tecnico Laurent Lucas e dalla moglie Charlotte Gainsbourg sembra la più felice del mondo finché un invito al titolare della ditta e signora, André Dussolier e Charlotte Rampling, non si trasforma in una sorta di cena delle beffe, con insulti a ruota libera e bicchieri di vino tirati in faccia. Quasi contemporanea è la scoperta che lo scarico dell'acquaio è otturato dalla presenza inspiegabile di un lemming, un roditore scandinavo dal morso pericoloso che non si sa come possa essere arrivato lì. Avrete intuito il senso della metafora, ma qui non è il caso di raccontare ciò che succede nel prosieguo di una trama disseminata di incidenti, incubi e cadaveri, nonché in equilibro dialettico fra il sovrannaturale e l'assoluto naturale. Diciamo solo nel contesto di uno stile saldamente padroneggiato gli interpreti sono impagabili, soprattutto la Rampling in veste di ambigua erinni terrificante e un Dussolier felpato e insidioso per cui qualcuno ha coniato l'aggettivo "paganiniano". Insomma un modo divertente di stare al cinema, cosa rara nei festival, e un buon calcio d'inizio per "Cannes episodio 58" , secondo la formula di Première.
Tullio Kezich, Il Corriere della Sera, 12/5/2005

Critica (2):Stranamente (visti i precedenti, alcuni davvero inquietanti) il festival di Cannes ha aperto con un buon film: Lemming, di Dominik Moll, 43enne francese di origine tedesca. È un quartetto d'archi, una storia a 4 personaggi (due coppie, una giovane l'altra matura) magnificamente interpretata da 4 attori in stato di grazia (i giovani sono Charlotte Gainsbourg e Laurent Lucas, i maturi sono Charlotte Rampling e André Dussolier). Il contesto è quella di una Silicon Valley francese, una località chiamata Bel Air nella campagna intorno a Parigi, dove tutti lavorano in industrie elettroniche, creano oggetti per "cablare" e controllare il mondo e si rivelano poi scarsamente capaci di controllare la propria vita. La storia è forse quella di un plagio, esercitato dalla coppia anziana su quella giovane: Rampling e Dussolier sono apparentemente in crisi, ma forse il loro è un gioco perverso per entrare nelle vite di Gainsbourg e Lucas per sedurli, divorarli, distruggerli. Il lemming del titolo è quell'animaletto che vive in colonie foltissime nelle tundre scandinave, e di tanto in tanto emigra in massa verso l'oceano, vi si tuffa e annega: il giovane Lucas ne trova uno nello scarico del lavabo, metafora fin troppo sottolineata di un'umanità con pulsioni suicide. Il film è un bel thriller psicologico che a tratti (ma raramente, per fortuna) si trasforma in una (...) storia di fantasmi, con risvolti paranormali.
Alberto Crespi, L'Unità, 11/5/ 2005

Critica (3):

Critica (4):
Dominik Moll
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