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Confessions - Kokuhaku


Regia:Tetsuya Nakashima

Cast e credits:
Soggetto: dal romanzo di Kanae Minato “La confessione”; sceneggiatura: Tetsuya Nakashima; fotografia: Masakazu Ato, Atsushi Ozawa; musiche: Toyohiko Kanahashi; montaggio: Yoshiyuki Koike; interpreti: Takako Matsu (Yuko Moriguchi), Masaki Okada (Yoshiteru)Yoshino Kimura (madre di Naoki); produzione: Desperado-Hakuhodo Dy Media Partners-Licri-Nippon Shuppan Hanbai (Nippan) K.K.-Sony Music Entertainment-Toho Company-Yahoo Japan; distribuzione: Tucker Film; origine: Giappone, 2010; durata: 106’. Vietato 14

Trama:Moriguchi, un'insegnante delle medie distrutta dal dolore per la perdita della figlioletta di quattro anni, uccisa da sconosciuti, torna a scuola dopo un periodo di lontananza. Ben presto, la donna si convince che a uccidere la bambina siano stati due suoi studenti e, in cerca di vendetta, tenterà di estorcere loro una confessione...

Critica (1):Best seller in Giappone, il film di Tetsuya è un giallo classico che per piscina e ambiente scolastico ricorda 'I diabolici' di Clouzot. (...) Brutale nel rappresentare la ferocia d'una società malata e amorale, il thriller ha pregi cromatico-stilistici fin troppo raffinati e una via cinefila di ralenti, flash back, sguardi e video installazioni d'arte morali sulla colonna sonora che spazia da Bach ai Radiohead. Il pregio visuale rischia, specie nella bellissima trovata finale alla Zabriskie Point, di assorbire come un airbag le emozioni shock di un racconto che non fa sconti sull'impotenza tragica di oggi, omicidio nell'età dell'innocenza. Alcune intensità implose ne fanno però opera rara, in presa diretta con una sua calcolata intelligenza che osserva con lo slancio del pessimismo il vuoto morale e l'indifferenza di un'età difficile.
Maurizio Porro, Il Corriere della Sera, 9/5/2013

Critica (2):Confessions di Tetsuya Nakashima giunge nelle sale italiane con ben tre anni di ritardo. A salvarlo dall'oblio, la benemerita Tucker Film (…). Nonostante sia stato candidato all'Oscar, il film di Nakashima, noto soprattutto per il coloratissimo Kamikaze Girls, film simbolo del genere kawaii, è rimasto nell'ombra del culto degli iniziati di cose nipponiche per i quali il regista è considerato alla stregua di un maestro. Rispetto alle regole dell'estetica kawaii, aggettivo che significa alla lettera «carino», fatta di colori pastello, con inevitabile dominante rosa, personaggi femminili che sembrano dei manga in carne e ossa cristallizzate in uno spicchio di mondo sospeso fra i fasti di Versailles e un sincretismo post-post-moderno, Confessions rappresenta un drammatico cambiamento di rotta. Tratto dall'omonimo romanzo della scrittrice Kanae Minato, nata a Hiroshima nel 1973, cui si deve anche Penance dal quale Kurosawa Kiyoshi ha tratto l'adattamento per la serie televisiva, Confessions è annegato in un'atmosfera opprimente e cupamente monocromatica. Rispetto alle deflagrazioni visive dei suoi film precedenti, Tetsuya Nakashima si muove all'interno di uno spettro cromatico teso esclusivamente fra il nero più minaccioso e il grigio più asfissiante. Dopo un annuncio shock (e tremendamente politicamente scorretto, impensabile in qualunque altra cinematografia se non quella nipponica) che getta nel panico gli studenti, il punto di vista rispetto all'accaduto inizia a spostarsi dall'insegnante al resto della classe. E a ogni giro di boa, la verità assume sfumature sempre più sinistre e sfaccettate. Considerato che il sottogenere del film scolastico in Giappone è un'istituzione, basti pensare al classico Battle Royale di Fukasaku Kinji, al misconosciuto e crudelissimo Blue Spring di Toyoda Toshiaki o a Il canone del male di Miike Takashi, Confessions si offre come una variazione intorno ai temi esplorati da film come Il signore delle mosche o Il villaggio dei dannati essendo il nucleo tematico dato dalla necessità dell'educazione e dal suo contraltare inteso come la necessità della disciplina. Il microcosmo scolastico diventa un girone infernale nel quale riflettere il fallimento dei valori degli adulti. La crudeltà attraverso la quale il regista ritrae l'impotenza del sistema scolastico è pari solo all'estenuata eleganza del film. Dominato da un uso costante del ralenti, elemento che conferisce al film un passo intorpidito, come da overdose di tranquillanti, e da un nichilismo che non concede tregua, Confessions è la nemesi della poetica kawaii adottata precedentemente da Tetsuya Nakashima. Il mondo surreale di 'Kamikaze Girls' si spalanca su un abisso di malessere inquietante che il finale solo in parte riscatta. (...) E nonostante Tetsuya Nakashima indulga un po' troppo nelle tentazioni che gli offrono i suoi adorati manierismi formali, Confessions risulta infinitamente più credibile del corrispettivo nostrano dei film scolastici dove adolescenti che volano tre metri sopra il cielo sono perennemente alla ricerca di quel piccolo grande amore che solo una fanciulla bianca come il latte e rossa come il sangue può garantire. Per intenderci: un film come 'Confessions', politicamente, in Italia è impensabile.
Giona A. Nazzaro, Il manifesto, 9/5/2013

Critica (3):

Critica (4):
(Progetto editoriale a cura di); (Progetto editoriale a cura di) Redazione Internet; Redazione Internet (Contenuti a cura di); (Contenuti a cura di) Ufficio Cinema; Ufficio Cinema
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