RETE CIVICA DEL COMUNE DI REGGIO EMILIA
Torna alla Home
Mappa del sito Cerca in Navig@RE 


Luci su un massacro - Lumières sur un massacre


Regia:Chahine Youssef, Jolivet Pierre, Kassovitz Mathieu, Longuine Pavel, Panh Rithy, Schlondorff Volker, Serrau Coline, Tavernier Bertrand, Trueba Fernando, Van Dormael Jaco

Cast e credits:

produzione: Little Bear; distribuzione: UCCA; origine: Francia , 1997; durata: 38’.


Trama:Nell’ambito della campagna per l’eliminazione e la messa al bando totale delle mine antipersona, Handicap International ha dato carta bianca a dieci registi per la realizzazione di un cortometraggio, sotto la direzione artistica di Bertrand Tavernier.

Critica (1):Queste mine, disseminate non importa dove e poi dimenticate, uccidono e mutilano centinaia di migliaia di civili innocenti. Insieme, noi abbiamo deciso di costituire in modo "militante" un’equipe di registi di diversa nazionalità per denunciare l’ipocrisia degli Stati che non vogliono rinunciare a questa arma ignobile

Fernando Trueba Girato a Bihac, in Bosnia. Reportage. Una giovane giornalista spagnola intervista delle vittime delle mine della sua età nelle zone rurali intorno a Bihac.

Youssef Chahine Girato in Egitto (Il Cairo, Mar Rosso). Fiction. Una squadra di operatori video parte in minibus per girare sulle rive del Mar Rosso in occasione di un week end di libertà. Durante una sosta, uno dei tecnici salta su una mina. L’ultima immagine mostra l’espressione di stupore della vittima che si rende conto della propria mutilazione.

Rithy Panh Girato in Cambogia. Ritratto. Una vittima delle mine in Cambogia di fronte alle sue difficoltà quotidiane, familiari e sociali. Un ritratto sui problemi del reinserimento che deve affrontare una vittima dopo l’incidente.

Coline Serrau Girato in Francia (Parigi). Fiction. Consiglio d’Amministrazione di una fabbrica che costruisce mine. Prima della riunione, gli ingegneri si mostrano foto delle vacanze, della famiglia... Lo scopo della riunione è esporre i vantaggi comparati di diversi modelli di mine. Ad un tratto un bambino appare alla porta della sala. Egli avanza su una gamba grazie a delle stampelle. Fermo immagine. Una voce fuori campo racconta gli effetti di un trauma da mine.

Volker Schlondorff Girato in Germania (Berlino). Documentario. Un anziano ufficiale dell’ex Germania Est parla delle mine piazzate lungo il vecchio sipario di ferro (incredibile burocrazia per la loro posa): In contrapposizione, due vittime di queste armi: un soldato ferito durante la posa di una mina ed un rifugiato raccontano il loro calvario sullo sfondo del muro di Berlino.

Mathieu Kassovitz Girato in Francia. Fiction. Una famiglia BCBG passeggia in un bosco che assomiglia alla Francia. I ragazzi corrono e trovano una mina... esplosione... i genitori coprono urlando i ragazzi dilaniati, dei sottotitoli indicano: "oggi ci sono 110.000.000 di mine in tutto il pianeta, una vittima ogni venti minuti. Fortunatamente non a casa vostra".

Jaco Van Dormael Girato in Belgio.Documentario fiction. Sullo sfondo una fabbrica di mine in Europa. In primo piano si svolgono delle scene di vita quotidiana (donna con carrozzina, bambini che giocano…). Una voce fuori campo declina implacabilmente i danni causati dalle mine, dati alla mano.

Pierre Jolivet Girato in Francia. Fiction. Durante una guerra dei soldati posano una mina per proteggere la loro ritirata. Qualche tempo dopo una ragazza passeggia in bicicletta sullo stesso sentiero. Scende dalla bici, il suo sguardo è attirato da un oggetto lasciato dai folli della guerra, si avvicina e...

Pavel Longuine Girato in Russia (Mosca). Fiction. In un negozio di Mosca, un giovane ceceno con una gamba sola vuole comprarsi un paio di scarpe. Il prezzo è visibilmente troppo alto per lui. Un uomo gli propone di dividere l’acquisto. Gli manca l’altra gamba. Il giovane parte felice… L’uomo finisce per confessare di aver messo delle mine quando era soldato in Cecenia, prima di saltare egli stesso su una mina.

Bertrand Tavernier Girato in Francia (Parigi).Testimonianza. Lettura di Sandrine Bonnaire della testimonianza di Rebecca Jordan, coordinatrice del Programma di Riabilitazione Economica e Sociale operato da Handicap International in Cambogia. Questa lettera racconta il sentimento d’orrore vissuto da un giovane mutilato di una gamba a causa di una mina: "ho creduto che non sarei sopravvissuto a quell’istante... circa 12 cm di un osso bianco che usciva dalla piaga…"


Critica (2):La campagna per la messa al bando delle mine antipersona.
Nata nel 1992 per mettere fine alla tragedia umanitaria causata dalle mine terrestri in tutto il mondo, "Handicap International" è un movimento che conta ormai più di 1.000 organismi in 60 paesi ed è stata insignita del prestigioso Premio Nobel per la Pace nell’anno passato. Straordinari sono stati i risultati raggiunti da questo movimento che ha saputo mediare ed esprimere un’ondata di mobilitazione popolare senza precedenti: ben 126 paesi - tra cui l’Italia - hanno firmato il trattato di Ottawa per la messa al bando delle mine. In Italia, la Campagna è rappresentata da una coalizione di 50 associazioni, 190 enti locali, innumerevoli gruppi, parrocchie, scuole, nonché dai 300.000 cittadini che hanno firmato l’appello per chiedere alle Istituzioni una legge nazionale che sancisca la messa al bando di questi ordigni di morte. E la legge 374/97 "Norme per la messa al bando delle mine antipersona" è oggi una realtà. Gli indiscutibili risultati raggiunti rafforzano la consapevolezza che l’impegno nella lotta contro questi orribili ordigni di distruzione di massa debba essere rafforzato in futuro perché mettere al bando le mine significa eliminarle fisicamente dalla superficie del nostro pianeta e ridare la possibilità di una vita dignitosa alle popolazioni vittime. Incomincia il compito più duro e forse meno visibile sulla ribalta dei media: esigere il rispetto delle regole. Aldilà dei facili entusiasmi e dei trionfalismi. Se vogliamo che le cose cambino davvero. È’ compito della Campagna, ora, chiedere che gli Stati firmatari del Trattato di Ottawa lo ratifichino immediatamente, e continuare ad esercitare pressione affinché aderiscano quei governi che si sono chiamati fuori(in primis USA, Cina e Russia). La Campagna dovrà in seguito monitorare l’effettivo rispetto del Trattato, in particolare per quanto riguarda lo sminamento e la riabilitazione delle vittime. Tali interventi devono basarsi sui bisogni reali delle popolazioni ("sminamento umanitario") e non sulla logica del profitto; il rischio è concreto perché le risorse finanziarie mobilitate sono cospicue e lo sminamento rischia di trasformarsi in un business ancora più lucroso del commercio degli ordigni stessi.
La sensibilizzazione dell’opinione pubblica sul tema delle mine antipersona finalizzata alla costruzione di una cultura della pace continua ad essere un obiettivo prioritario. La Campagna Italiana intende continuare l’azione politica per indurre il Parlamento ad una immediata ratifica del Trattato e per monitorare l’effettiva e trasparente applicazione della legge nazionale, soprattutto per quanto attiene allo smantellamento e alla distruzione dell’arsenale italiano di mine terrestri.
Ci poniamo l’obiettivo di rafforzare l’attenzione delle Istituzioni nazionali sull’impegno specificamente umanitario dell’Italia. In altre parole, vogliamo assicurare il coinvolgimento tecnico e finanziario del nostro Paese mirato alla bonifica dei milioni di mine disseminate sul terreno e vincolare l’Italia ad un ruolo significativo per lo sminamento nel mondo.

Critica (3):

Critica (4):
Autori vari
(Progetto editoriale a cura di); (Progetto editoriale a cura di) Redazione Internet; Redazione Internet (Contenuti a cura di); (Contenuti a cura di) Ufficio Cinema; Ufficio Cinema
Valid HTML 4.01! Valid CSS! Level A conformance icon, W3C-WAI Web Content Accessibility Guidelines 1.0 data ultima modifica: 06/24/2009
Il simbolo Sito esterno al web comunale indica che il link è esterno al web comunale