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Pranzo di Ferragosto


Regia:Di Gregorio Gianni

Cast e credits:
Soggetto: Gianni Di Gregorio, Simone Riccardini; sceneggiatura: Gianni Di Gregorio; fotografia: Gian Enrico Bianchi; musiche: Ratchev & Caratello; montaggio: Marco Spoletini; scenografia: Susanna Cascella; costumi: Silvia Polidori; interpreti: Valeria De Franciscis (madre di Giovanni), Gianni Di Gregorio (Giovanni), Marina Cacciotti (madre di Luigi), Maria Calì (Zia Maria), Grazia Cesarini Sforza (Grazia), Alfonso Santagata (Luigi); produzione: Matteo Garrone; distribuzione: Fandango; origine: Italia, 2008; durata: 75’.

Trama:Gianni è un uomo di mezz'età, figlio unico di madre vedova, una nobildonna decaduta che lo tiranneggia sistematicamente, con la quale vive in una vecchia casa nel centro di Roma. L'esistenza di Gianni si trascina tra le faccende domestiche e l'osteria, ma lui non sa che lo aspettano 24 ore tra le più pesanti e infernali mai passate in vita sua. Infatti, alla vigilia di Ferragosto, gli piombano in casa la mamma e la zia di Luigi (l'amministratore di condominio che in cambio dell'ospitalità delle donne gli ha promesso la cancellazione dei debiti contratti negli anni) e la madre di un amico medico che è di turno in ospedale...

Critica (1):Gianni ha un lavoro: occuparsi dell'anziana madre, una nobildonna decaduta, capricciosa e un tantino opprimente. Madre e figlio vivono soli in un fatiscente appartamento nel centro di Roma e faticano a tirare avanti, ricoperti di debiti come sono. Nel bel mezzo dell'afa estiva Alfonso, l'amministratore, si presenta alla loro porta per riscuotere quanto gli è dovuto, ma propone a Gianni l'estinzione di tutte le spese condominiali in cambio di un favore: ospitare la madre per la notte e il successivo pranzo di ferragosto in modo che lui possa partire per le terme. L'accordo non prevede però l'arrivo di una seconda signora, la zia di Alfonso, una simpatica anziana con qualche problema di memoria, ma l'amministratore lo convince a tenerla offrendogli del denaro. Gianni è costretto, suo malgrado, a dare asilo anche a una terza "mamma abbandonata" quando l'amico dottore, giunto per fargli una visita di controllo in seguito a un malore, gli chiede di potergliela affidare per non lasciarla sola durante il turno di notte.
Lo sceneggiatore e aiuto regista Gianni Di Gregorio affronta la sua prima volta da solista pescando a piene mani dalla propria esperienza di figlio e regalando una svolta a un fatto realmente accaduto. Incuriosito da quello che sarebbe potuto accadere se avesse davvero accettato di tenere la madre dell'amministratore per le ferie di ferragosto, confeziona una piccola e tenera storia dai tratti scanzonati in cui l'improvvisato ospizio diventa il teatro di una serie di gag offrendo allo stesso tempo diversi spunti di riflessione. La scelta di sviluppare la trama nel giorno notoriamente più rallentato dell'anno e in una Trastevere arsa e deserta, appare la più idonea alla narrazione in quanto si contrappone ai ritmi frenetici della vita odierna e va incontro ai tempi delle anziane protagoniste che a loro modo s'investono del ritmo del film riempiendo la scena con la loro esuberanza. Deciso a catturare la parte più verace di ognuno, Di Gregorio si incarica del ruolo del figlio di mezz'età, celibe e con il vizio del bere, che tiene d'occhio la madre come se fosse una bimba e ne sopporta i capricci abbozzando alla precarietà in cui si trova per comodità. Le signore che lo circondando in attesa del pranzo di ferragosto sono tutte attrici non professioniste e la loro naturalezza permette al film di avvolgersi in un'aura genuina e neorealista.
In pochi avrebbero avuto il coraggio di portare sullo schermo una storia di "vecchiette", considerato che la terza età viene di rado frequentata dal cinema perché poco commerciabile, ma il regista romano rivela una particolare abilità nel tratteggiare un racconto che mette in luce i desideri, i vizi e le virtù delle mature signore. Priva di qualsiasi tipo di orpello, che sia dialogico o registico, l'opera prima di Di Gregorio, prodotta da Matteo Garrone, fa riflettere sulla condizione dell'anziano, troppo spesso relegato in ospizi dai propri figli, troppo spesso trascurato dalla società. Pranzo di ferragosto è da considerarsi perciò un piccola perla da custodire con cura.
Tirza Bonifazi Tognazzi,
mymovies

Critica (2):

Critica (3):

Critica (4):
(Progetto editoriale a cura di); (Progetto editoriale a cura di) Redazione Internet; Redazione Internet (Contenuti a cura di); (Contenuti a cura di) Ufficio Cinema; Ufficio Cinema
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