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Calamitous Elopement (A) - Calamitous Elopement (A)


Regia:Griffith David W.

Cast e credits:
Soggetto: da fumetti dell'epoca; fotografia: A. Marvin, Billy Bitzer; interpreti:Harry Solter (Frank), Linda Arvidson (Jennie), Charles Inslee, [?] George Gebhardt and/or Frank Gebhardt?, Robert Harron, John R. Cumpson, Anthony O’Sullivan, D.W. Griffith; riprese: 9-11 luglio in esterni a New York (portone studio Biograph) e interni studio Biograph; prima proiezione pubblica: 7 agosto 1908; origine: USA, 1908; durata: 12' circa

Trama:Una giovane coppia si sta godendo un romantico interludio nella casa della ragazza, quando il padre li scopre e, furibondo, butta fuori di casa l'innamorato. I due giovani, allora, progettano una fuga insieme. Ma, mentre stanno per scappare, un ladro scopre i loro piani e decide di mettere a frutto la situazione per il proprio interesse.

Critica (1):[...] Se la cinepresa abbraccia con intelligenza ma supinamente i "quadri" e la struttura teatrale sembra riportare indietro, cioè ai limiti del cinema delle origini, nelle qualità cinematografico-narrative dell'one-reel in questione, si trova, a nostro avviso, qualche costante griffithiana da evidenziare.
Anzitutto le due vicende - vicenda drammatica di due innamorati che coroneranno il loro sogno d'amore e vicenda di contrappunto burlesque di Bill il Ladro - corrono su binari paralleli e hanno uno svolgimento comunicante: la vicenda di Bill il Ladro acquista spazio mentre quella dei due innamorati sfuma. Certo si può parlare di una indisposizione di Griffith verso il burlesque, senza che l'autore ne sia sminuito [...].
A nostro avviso è più importante notare come, in mezzo a limitazioni linguistiche - accettate più o meno consapevolmente - a livello di montaggio operino le classiche vicende parallele griítithiane che hanno un interscambio [...]. Importa anche collegare A Calamitous Elopment ad una analisi del discorso "politico" di Griffith. In altri termini, esistono due mondi, per alcuni film contrapposti, che intersecano le rispettive vicende (come nella vita) e agiscono in quanto esistono, mentre lo sguardo di Griffith si mantiene estremamente libero nei loro confronti., perché i due mondi sono accettati nella loro oggettività e tali sono presentati allo spettatore.
A Cozzan, Filmcritica, n. 254/55, maggio-giugno 1975

Critica (2):

Critica (3):

Critica (4):
(Progetto editoriale a cura di); (Progetto editoriale a cura di) Redazione Internet; Redazione Internet (Contenuti a cura di); (Contenuti a cura di) Ufficio Cinema; Ufficio Cinema
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