RETE CIVICA DEL COMUNE DI REGGIO EMILIA
Torna alla Home
Mappa del sito Cerca in Navig@RE 


Soffio al cuore - Souffle au coeur (Le)


Regia:Malle Louis

Cast e credits:
Soggetto e sceneggiatura: Louis Malle; fotografia (eastmancolor): Ricardo Aronovich; scenografia: Jean-Jacques Caziot, Philippe Turlure; musica: Sidney Bechet, Charlie Parker, Dizzy Gillespie; musica d'accordéon: Gaston Frèche; suono: Jean-Claude Laureux; montaggio: Suzanne Baron; collaboratore alla regia: Ghislain Uhry; assistenti alla regia: Fernand Moscowitz e Rita Drais; interpreti: Benoît Ferreux (Laurent), Lea Massari (Clara), Daniel Gélin (il padre), Ave Ninchi (Augusta), Marc Winocourt (Marc), Fabrien Ferreux (Thomas); produzione: Vincent Malle e Claude Nedjar per la Marianne Films, la Vides e la Franz Seitz Filmproduktion; origine: Francia, 1971; durata: 110'.

Trama:Il quindicenne Laurent Chevalier - terzogenito di un agiato ginecologo sposato con un italiana, Carla - frequenta una scuola cattolica dove non mancano preti dagli atteggiamenti ambigui; legge di nascosto Camus e romanzi sconvenienti; pensa al suicidio e affronta i suoi problemi di adolescente con la guida dei due spregiudicati fratelli, i quali lo inducono a fare la sua prima esperienza con una prostituta. Colpito da una lieve affezione cardiaca - un soffio al cuore - Laurent va per qualche tempo insieme con la madre in una località termale dove ha modo di accorgersi che ella ha un amante: Jacques. Superato il turbamento per questa scoperta, Laurent diventa il confidente della mamma ed è disposto persino alla complicità pur di conservare inalterato quell'affetto che già in entrambi ha toccato punte di morbosità. Allorchè Carla è abbandonata da Jacques, il ragazzo si preoccupa di consolarla e, la sera del 14 luglio, dopo ore di ebbrezza festosa, ha financo un rapporto incestuoso con lei. Come se nulla fosse successo, subito dopo Laurent conclude la notte con una coetanea e quando, il mattino seguente, torna nell'appartamento, trova tutti i familiari - nel frattempo sopraggiunti - che lo accolgono con una risata di approvazione.

Critica (1):(...) Modificando l'impostazione precedente Malle si volge ora al quadro analitico e introspettivo de Le souffle au coeur (1971), ma stavolta non c'è solo una virata rispetto al Maggio e anche rispetto al tentativo di un cinema sottratto alle convenzioni del racconto. Con quest'opera egli si riporta al centro della sua poetica, con una libertà e una immediatezza - e per converso un'assenza di letteratura e di seriosità - che erano inimmaginabili nei film passati. In questo senso Le souffle au coeur è un film della memoria, una discreta e ironica recherche del tempo trascorso; ed insieme la descrizione di una maturazione sentimentale compiuta sotto il segno del coraggio culturale. Non si deve però pensare a topici proustiani: ché Proust, ricordato tra le sorprendenti e precoci letture di quell'intellettuale in erba che è il giovane protagonista, è lontano dal disegno e dalla scrittura "classica" di cui Malle fa impiego. E il senso del tempo e degli anni passati, lungi dall'affidarsi allo scatto e al fluire della conoscenza, è qui legato piuttosto alla meticolosa rievocazione di un preciso spaccato di vita francese in un momento assai drammatico, tra il differimento della grandeur nelle avventure coloniali e l'affacciarsi di una crisi (quella stessa della quale risentono gli "eroi" del nostro autore) di cui la sconfitta di Dien Bien Phu è, per continuare con una specifica terminologia, la traumatica e lacerante epifania. Tutto questo, beninteso, rimane sullo sfondo del film, così come in genere la diretta problematica storico-politica è il background di altre opere malliane. E' su di essa, e anche in rapporto dialettico con essa, che si compie però la formazione morale e umana di Laurent, l'adolescente che il sospetto o il riscontro di un soffio al cuore conduce alla esperienza dell'incesto. Nel Souffle au coeur Malle si limita a registrare, a annotare, diremmo quasi a ricordare (e la sospensione rammemorante è ricercata facendo ricorso al prolungarsi e all'eco della colonna sonora di una inquadratura in quella che segue). In un qualche modo giudica, ma non colpisce. Così come, tutto sommato, non colpevolizza eccessivamente la neghittosità e l'inerzia dei suoi borghesi, colti a compiere le belle cose di cui si compone la loro vita di ogni giorno: uno scambio di opinioni civile ma affatto inutile, buoni libri, una casa comoda e accogliente, la lettura dell' "Express", la necessaria informazione culturale. La dimensione del tempo, più che ad un apparato ricostruttivo, è affidata a frammenti con cui la memoria del regista (per la prima volta autore della sua opera anche per la sceneggiatura) sigla quegli anni: le manifestazioni dei paras e dei nostalgici per le strade, il crollo dell'impero d'oltremare e il colpo dell'Indocina, il gran parlare che si faceva di MendèsFrance, l'apparizione di The Barefoot Contessa (che forse adombra una inclinazione, una indicazione di gusto); ma soprattutto la dolcezza e l'abbandono di una iniziazione sentimentale che, in rapporto alle esperienze nevrotiche degli anni '70 e del dopo-maggio, traccia qui qualcosa che è come "avant le déluge". In questo senso la descrizione accurata e ironica del milieu borghese serve una precisa intenzione, estetica e naturalmente ideologica: contrapporre la normalità, priva di ogni senso di qualità, del contesto alla singolare sensibilità dei due protagonisti; divaricare un certo tipo di borghesia, fascistizzante e conservatrice ma anche da quella più tipicamente avanzata, in ogni caso più "ragionevole", che gli altri componenti la famiglia Chevalier concretamente designano. Per quanto non direttamente autobiografico (ché, quantomeno a un riguardo cronologico, si sarebbe dovuta anticipare la vicenda di un decennio circa), il film ha uno spazio personale e privato che riporta alla educazione intellettuale del nostro. Una "autobiografia immaginaria", ha osservato Louis Malle in una intervista. Ciò non significa che Laurent sia la raffigurazione del Malle quindicenne. Senonché, accanto alla sempre attendibile descrizione di un ambiente conosciuto alla perfezione, nell'adolescente del Souffle au coeur vengono a raccogliersi i nodi di una personalità complessa e già in prospettiva contraddittoria, così come nell'infrazione del tabù dell'incesto si ha quasi la proiezione di un desiderio di rottura di ogni schema, che è la ulteriore attestazione di un individualismo nato anche dal contrasto con il mondo circostante. E che si afferma, occorre aggiungere, contro la contristante indifferenza degli adulti. In un qualche modo, il necessario e doloroso apprentissage delle cose dei grandi implica subito opposizione al loro sistema di valori. Ma la polemica, invece che assestarsi su un fondamento essenziale, è ancora una volta condotta contro l'aridità sentimentale, contro la mancanza di fantasia e di intelligenza. Lo spazio di Laurent è riconoscibilmente quello dell'intellettuale, rivelato da segni oltremodo caratterizzanti: i libri, i dischi, la gracilità del fisico, le curiosità, la non chiusura di fronte a fatti sociali e politici ("La guerra è una cosa troppo seria per lasciarla fare ai militari!"), l'interesse nei rispetti di problematiche quali Camus e il suicidio, che, per essere nel cinema di Malle, portano ovviamente a pensare a un Alain avanti lettera proprio per quel sottile intreccio di rimandi e per i richiami posti in atto dal complessivo processo di contestualizzazione.
Gualtiero De Santi, Malle Il Castoro Cinema, 1977

Critica (2):

Critica (3):

Critica (4):
(Progetto editoriale a cura di); (Progetto editoriale a cura di) Redazione Internet; Redazione Internet (Contenuti a cura di); (Contenuti a cura di) Ufficio Cinema; Ufficio Cinema
Valid HTML 4.01! Valid CSS! Level A conformance icon, W3C-WAI Web Content Accessibility Guidelines 1.0 data ultima modifica: 02/25/2011
Il simbolo Sito esterno al web comunale indica che il link è esterno al web comunale