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Alta via dei parchi. Viaggio a piedi in Emilia Romagna


Regia:Tommasini Degna Serena

Cast e credits:
Soggetto: Enrico Brizzi; sceneggiatura: Enrico Brizzi, Serena Tommasini Degna; musiche: Lorenzo Esposito Fornasari, Jonathan Clancy; montaggio: Irene Baroni; fotografia: Mirco Sgarzi; suono: Giovanni Frezza; con: Enrico Brizzi; distributore: Doc in Tour FICE; origine: Italia, 2013; durata: 64’.

Trama:La mia terra si chiama Emilia-Romagna. È l'unica regione italiana che abbia preso il nome da una strada, e siamo abituati da sempre a partire, a tornare, e a veder passare una quantità di gente. La strada è dentro di noi, è un luogo dell'anima e un confine: a Nord della Via Emilia, la prospettiva si perde nella pianura infinita, mentre a Sud lo sguardo può riposare sui poggi dolci delle colline, e spingersi nelle giornate serene fino alle creste che chiudono l'orizzonte. È da quelle montagne che scesero, nella notte dei tempi, i fondatori delle nostre città; vennero dai passi nascosti fra le antiche selve, portando con sé un ordine sconosciuto, una religione e un alfabeto. La pianura, da allora, ha cambiato volto, mentre il profilo delle montagne è identico da migliaia di anni; lungo i crinali esposti e nel cuore dei boschi è ancora possibile camminare sulle orme dei padri, meravigliarsi per la bellezza del creato, e distinguere nel vento la voce che guida da sempre i viaggiatori.
Enrico Brizzi

Critica (1):“La mia terra si chiama Emilia-Romagna. È l’unica regione italiana che abbia preso il nome da una strada, e siamo abituati da sempre a partire, a tornare e a veder passare una gran quantità di gente”. Con queste parole Enrico Brizzi, viandante e narratore che ha imparato a conoscere l’Italia a passo d’uomo, percorrendo centinaia di chilometri a piedi lungo i sentieri della Penisola, si mette in cammino ancora una volta. I suoi passi lo condurranno lungo le 27 tappe che da Berceto, ai piedi del Passo della Cisa, si snodano lungo il crinale appenninico attraversando otto parchi naturali, per arrivare sino all’Eremo della Madonna del Faggio sul Monte Carpegna, in vista dell’Adriatico. Questo itinerario speciale, che lo porterà a conoscere il cuore dell’Emilia-Romagna più antica, autentica e resistente, ha nome Alta Via dei Parchi. Lo accompagneranno i buoni ricordi legati a questi luoghi, dai tempi in cui, lupetto nella squadriglia della Candida Luna, cercava di piantare la tenda sul pianoro più ventoso e indomabile fino ad un passato più recente, che lo ha visto calcare questi stessi sentieri diretto alla Città Eterna, partito dalla lontana Canterbury. Riconoscerà panorami e borghi a cui lo legano vincoli di sangue e d’affetto e scoprirà nuove e inaspettate meraviglie a poche ore da casa. Incontrerà persone che sapranno condividere con lui memorie e saggezza di queste montagne: il veterano gestore di un rifugio che un tempo nascose i partigiani ai tedeschi; i ricercatori impegnati nella salvaguardia del lupo, animale-totem dell’Appennino; il poeta musicista ritornato ai suoi luoghi d’origine per cantarne le atmosfere intatte; il frate abitante di una delle foreste più antiche d’Italia. Riaffioreranno alla memoria le parole degli uomini che vennero ispirati dalla maestosità di questi paesaggi: Dante Alighieri, San Francesco d’Assisi, Dino Campana; il suo cammino lo porterà su quelle montagne teatro in passato di aspre lotte per la difesa di un confine, o della Patria stessa. Seguendo i passi di Enrico lo spettatore si troverà coinvolto in un’avventura a passo d’uomo, alla scoperta di territori tra i più variegati e spettacolari che si possano immaginare, proprio nel cuore dell’Italia, attraversati dall’Alta Via dei Parchi.
cinemaitaliano.it

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Critica (3):

Critica (4):
(Progetto editoriale a cura di); (Progetto editoriale a cura di) Redazione Internet; Redazione Internet (Contenuti a cura di); (Contenuti a cura di) Ufficio Cinema; Ufficio Cinema
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