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Disaster Artist (The)


Regia:Franco James

Cast e credits:
Soggetto: dal libro "The Disaster Artist: My Life Inside The Room, the Greatest Bad Movie Ever Made" di Greg Sestero e Tom Bissell; sceneggiatura: Scott Neustadter, Michael H. Weber; fotografia: Brandon Trost; musiche: Dave Porter; montaggio: Stacey Schroeder; scenografia: Chris Spellman; arredamento: Susan Lynch; costumi: Brenda Abbandandolo; interpreti: Dave Franco (Greg Sestero/'Mark'), James Franco (Tommy Wiseau/'Johnny'), Seth Rogen (Sandy Schklair), Alison Brie (Amber), Ari Graynor (Juliette Danielle/'Lisa'), Josh Hutcherson (Philip Haldiman/'Denny'), Jacki Weaver (Carolyn Minnott/'Claudette'), Paul Scheer (Raphael), Zac Efron (Dan/'Chris-R'), June Diane Raphael (Robyn/'Michelle'), Megan Mullally (Sig.ra Sestero), Jason Mantzoukas (Peter), Andrew Santino (Scott Holmes/'Mike'), Nathan Fielder (Kyle Vogt/'Peter'), Sharon Stone (Iris Burton), John Early (Chris), Melanie Griffith (Jean Shelton), Lauren Ash (Erin), Tom Franco (Karl), Lizzy Caplan, J.J. Abrams, Bryan Cranston, Kristen Bell, Angelyne, Ike Barinholtz, Kevin Smith, Adam Scott, Danny McBride; produzione: James Franco, Vince Jolivette, Evan Goldberg, Seth Rogen, James Weaver per Point Grey Pictures, Ramona Films; distribuzione: Warner Bros. Entertainment; origine: Usa, 2017; durata: 104’.

Trama:La tragicomica storia vera dell'aspirante regista, e famoso outsider di Hollywood, Tommy Wiseau - artista la cui passione era genuina tanto quanto discutibili erano i suoi metodi - nella celebrazione dell'amicizia, dell'espressione artistica e dell'inseguimento dei sogni contro ogni pronostico. Basato sul best seller di Greg Sestero, che rivelava ogni cosa sulla realizzazione del "disastroso" classico di culto di Tommy, "The Room" ("Il Più Grande Peggior Film Mai Realizzato") è un ironico e gradito avvertimento che ci ricorda come ci sia più di un modo per diventare una leggenda, e che non ci sono limiti a quello che si può ottenere anche quando non si ha assolutamente idea di cosa si stia facendo.

Critica (1):Non sempre è il bello a fare tendenza, alcune volte un film smaccatamente orrendo può diventare un oggetto di culto. È il caso di Ed Wood e delle sue piovre di cartapesta, ma anche di The Room, uscito nelle sale americane nel 2003. Il regista Tommy Wiseau ha dovuto pagare per mantenerlo in programmazione almeno due settimane (puntava agli Oscar), e l’incasso è stato di appena 1.800 dollari.
The Disaster Artist rivela il dietro le quinte di un fallimento annunciato, un’opera così imbarazzante da far vergognare anche gli attori. Invece l’impossibile è diventato realtà. Le proiezioni di mezzanotte hanno fatto registrare il tutto esaurito, e anche le vendite in home video hanno dato buoni risultati.
Che cosa è successo? The Room era il riflesso della follia del suo autore. La recitazione era penosa, la trama inconsistente non riusciva a svilupparsi e regalava momenti di vera ilarità, anche quando la madre del protagonista diceva di avere il cancro al seno. “Rappresenta un twist, meglio non approfondire”, spiega il James Franco – Wiseau alla troupe, e tutti ridono. Questa era, ed è ancora, la forza di The Room: un dramma che si trasforma inconsciamente in una commedia, una storia da dimenticare che vince il premio per “il peggior film della storia del cinema” e attira folle di curiosi. Provare per credere.
James Franco vuole raccontarci la nascita di questa “catastrofe” e si mette dietro la macchina da presa per The Disaster Artist, dove interpreta anche Tommy Wiseau. L’attore di Palo Alto abbandona l’impegno sociale di In Dubious Battle – Il coraggio degli ultimi e trasporta la platea sul set di The Room, coinvolgendo nel progetto anche il fratello Dave Franco, nei panni di Greg Sestero. Lui abita a San Francisco e vorrebbe un futuro da star di Hollywood. Conosce il misterioso Wiseau a un corso di recitazione e i due diventano subito amici. Tommy ha un accento dell’Est, ma dice di essere nato a New Orleans, non si sa quale sia la sua vera età ed è ricchissimo. Da dove vengono i suoi soldi? Non lo scopriremo mai.
In breve tempo, Sestero e Wiseau si trasferiscono a Los Angeles, per sfondare nel mondo del cinema. Chiamano produttori, agenti, e cercano di ottenere una parte qualsiasi anche in televisione, con scarsi risultati. Così decidono di girare un film: The Room appunto, la cronaca di una disfatta che si è tramutata in un successo.
The Disaster Artist diverte con intelligenza, e narra di un’amicizia imprevedibile, di un legame che dura ancora oggi. Tra i due potrebbe esserci addirittura una tensione omoerotica. Wiseau è un uomo adulto che accoglie in casa un ragazzo bellissimo, e rivela la sua gelosia quando Sestero gli presenta la sua fidanzata Amber. Ma la regia di Franco non è morbosa. Non gli interessano i risvolti amorosi, ma i sogni dei suoi protagonisti, che tratta con grande empatia. Wiseau è solo, incompreso, e vorrebbe che la gente si accorgesse di lui. Franco lo coccola, lo accudisce e gli regala anche il suo volto, per ricordargli che il suo The Room non sarà dimenticato.
Gian Luca Pisacane, la rivista del cinematografo-cinematografo.it, 20/2/2018

Critica (2):(…) La storia è nota. San Francisco, fine anni Novanta, Tommy Wiseau, uomo d’aspetto bizzarro e personalità singolare e dal passato misterioso, conosce l’aspirante attore Greg Sestero e decide di trasferirsi con quest’ultimo a Los Angeles per tentare la fortuna nel mondo del cinema. Le cose però vanno male e subiti una serie di rifiuti e fallimenti Tommy pensa di scrivere, produrre, dirigere e interpretare un film tutto suo, ricorrendo a ingenti somme di denaro del quale nessuno conosce la provenienza. The Room, risultato di questi sforzi, esce nel 2003 e viene sin da subito giudicato come “il film peggiore di tutti i tempi”. Ben presto però diventa un cult fra i cinefili e si guadagna una certa fama come midnight movie. Il “successo” da Los Angeles si espande nel resto degli Stati Uniti e infine in tutto il mondo. Sestero, che è co-protagonista del film, nel 2013 ha pubblicato un memoir dal titolo The Disaster Artist: My Life Inside The Room, The Greatest Bad Movie Ever Made da cui il film di Franco è tratto.
Franco è irresistibilmente attratto da Wiseau: dai suoi modi di fare eccentrici, dal suo carattere imprevedibile e dal suo narcisismo debordante. Forse capisce di somigliargli e per questo, oltre ad aver voluto a tutti i costi fare il film ha anche scelto di interpretare Tommy stesso. Ed è sempre per questo – probabilmente – che ha scelto una messa in scena il più mimetica possibile. A partire dal make-up – che lo rende praticamente identico all’originale – e al modo di parlare e di muoversi, per arrivare alla ricostruzione minuziosa e spesso maniacale di alcune scene di The Room. Un tentativo di calco – del quale lo split screen finale è una sorta di sfoggio – forse eccessivo, senz’altro superfluo, ma che dice molto sul tipo di operazione che, inconsapevolmente o meno, Franco mette in atto.
Ovvero una storia intrinsecamente hollywoodiana, che ha a che fare con il cinema “vero” o nobile – nella sua forma materialistica – più di quanto si pensi. Il film di Tommy è il risultato di tutta una serie di elementi che costituiscono la materia di cui l’industria cinematografica è fatta.
L’illusione, il sogno, la narrazione del mito che attraverso il feticcio di James Dean dà origine a tutto; il denaro (l’enorme quantità di soldi) che permette l’edificazione del sogno e che riesce a manipolare ogni forma di razionalità e qualsiasi tentativo di ricondurre alla ragione. E poi la creazione dell’oggetto cultuale che proprio da Hollywood – dove la proiezione dei midnight movies è nata e resiste nonostante la crisi della sala – prende piede e diventa un fenomeno culturale. Il film di Tommy non è altro che una qualsiasi storia hollywoodiana giocata secondo le proprie regole, ovvero fuori da tutte le regole. L’incapacità di mettere in scena i sentimenti senza brutalizzarli, l’assoluta incompetenza in materia di scrittura, la non conoscenza dei generi e il dilettantismo con il quale si approccia al mestiere fanno di Tommy un errore, un rapporto di minoranza della macchina industriale del cinema, che è però totalmente funzionale ad essa.
Ed è per questo che The Room viene replicato da The Disaster Artist. Personaggio che è contemporaneamente interno (in qualità di attore) ed esterno (come regista) a Hollywood, Franco comprende perfettamente i meccanismi del sistema cinematografico statunitense. E imitare significa in questo senso comprendere di essere parte intrinseca del lavoro di Tommy.
Come nelle migliori commedie, infine (perché non va dimenticato che The Disaster Artist è anzitutto una commedia) ciò che viene fatto oggetto di parodia è un dramma (quello umano di Tommy), mentre il messaggio che filtra – non meno amaro, nel gioco un po’ sadico di Franco – è che anche l’amatorialità (guarda a caso The Room esce nel pieno del passaggio dalla pellicola al digitale e il film è girato in entrambi i formati!) può persino diventare uno stile. Forse un genere. E al di fuori di tutti i retropensieri filosofici o le speculazioni romantiche che finiranno per circondare il film, la figura grottesca di Tommy Wiseau – probabilmente – sta lì per non dirci altro che questo.
Lorenzo Rossi, cineforum.it, 18/2/2018

Critica (3):

Critica (4):
(Progetto editoriale a cura di); (Progetto editoriale a cura di) Redazione Internet; Redazione Internet (Contenuti a cura di); (Contenuti a cura di) Ufficio Cinema; Ufficio Cinema
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