RETE CIVICA DEL COMUNE DI REGGIO EMILIA
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Mondo Za


Regia:Pannone Gianfranco

Cast e credits:
Soggetto: Nico Carrato, Primo Giroldini, Gianfranco Pannone; sceneggiatura: Nico Carrato, Primo Giroldini, Gianfranco Pannone; fotografia: Pierpaolo Pessini; montaggio: Nicola Tasso; produzione:
Poligraphic-Effetto Notte; origine: Italia, 2017; durata: 80'.

Trama:Il film racconta un territorio posto nella Bassa reggiana compreso tra 5 piccoli Comuni, toccati, nel suo percorso verso il mare, dal fiume Po. È il mondo che ha dato i natali a Cesare Zavattini. E proprio con “occhio” e “cuore” zavattiniani raccontano persone, luoghi, momenti di vita insieme.

Critica (1):Mondo Za è il racconto di un territorio posto nella Bassa reggiana compreso tra 5 piccoli Comuni, toccati, nel suo percorso verso il mare, dal fiume Po. È il mondo che ha dato i natali a Cesare Zavattini. E proprio con “occhio” e “cuore” zavattiniani raccontano persone, luoghi, momenti di vita insieme. Un giovane immigrato ghanese, un anziano pittore naif, un cinquantenne che ha perso il lavoro, un fotografo amatoriale che documenta quei luoghi, una famiglia di indiani che si occupa dell’allevamento del bestiame, una insegnante che lavora con i figli degli immigrati: le loro storie si intrecciano in un racconto corale che attraversa le quattro stagioni e piccoli avvenimenti quotidiani. Memori della lezione del grande Zavattini si è andati alla ricerca di una verità che sembrava perduta e che forse abbiamo ritrovato.
cinema.emiliaromagnacreativa.it

Critica (2):Cesare Zavattini e la Bassa reggiana. La Bassa reggiana e Cesare Zavattini. Un rapporto di reciprocità ricco e complesso, che in questo film intreccia passato e presente, creando un nuovo tempo sospeso attraverso le testimonianze di quattro uomini d’età e condizioni sociali diverse. Un film a partire dal grande Za, che incontra idealmente la sua gente in questo pezzo d’Emilia che lambisce il Po.
Wainer, insieme a suo fratello Rino, va spesso a pescare al fiume, dove oggi spadroneggiano i pesci siluro, che divorano tutto. Senza più lavoro, Wainer si interroga, con qualche rimpianto, sulla propria famiglia di tradizioni partigiane. Gli ideali e le aspettative in un mondo migliore ora si sono trasformati in delusione. Leo, detto Pavone, è l’ultimo dei pittori naif. Sempre in compagnia del piccolo cane Tupin, dipinge con passione e con rabbia, perché come pittore si sente limitato. Passa le giornate sui suoi ingenui quadretti e a governare i cavalli, oltre che a contemplare la bella barista che lavora a poca distanza dal vecchio casale in cui vive da solo.
Giovanni, pensionato ed ex militante comunista, fotografa ogni angolo della Bassa. Da piccolo conosceva Ligabue, il pittore randagio di origine svizzera ma simbolo di questa terra; e guarda al proprio passato politico con spirito critico ma amorevole.
Prince è l’unico che viene da fuori. Africano di vent’anni originario del Ghana, ha conosciuto la poesia di Zavattini. Che ora rappa con le sue canzoni composte insieme all’amico e coetaneo Luck-Man. I due ragazzi rappresentano il nuovo in questa terra tanto ancorata alla propria storia lontana e recente. E di fatto impediscono con le loro semplici canzoni ispirate a Zavattini, che il Maestro sia dimenticato.
La Bassa è ormai casa per loro, anche grazie al pittore Ligabue che immaginava qui la sua Africa fatta di bestie feroci vicine al suo inquieto stato d’animo. E casa, la Bassa, lo è anche per gli indiani del Punjab, che ora governano le aziende agricole e i cui figli parlano con uno spiccato accento emiliano.
Filmitalia.it

Critica (3):

Critica (4):
(Progetto editoriale a cura di); (Progetto editoriale a cura di) Redazione Internet; Redazione Internet (Contenuti a cura di); (Contenuti a cura di) Ufficio Cinema; Ufficio Cinema
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