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Ivory - A Crime Story


Regia: Yastrzhembskiy Sergey

Cast e credits:
Soggetto: Sergey Yastrzhembskiy, Anastassia Yastrzhembskaya; fotografia: Elisbar Karavaev; musiche: Marina Makarova; montaggio: Azat Grigorian; produzione: Sergey Yastrzhembskiy per Yastrebfilm, con Eurowide Film Production; distribuzione: Koch Media; origine: Russia-Francia-Kenya-Italia-Usa-Gran Bretagna, 2016; durata: 89'.

Trama:3 anni di riprese, 30 paesi, oltre 250 ore di materiale grezzo hanno creato le basi per questo documentario, un'indagine sulle cause e sulle conseguenze di una richiesta di avorio senza precedenti. L'inchiesta è stata condotta dal noto ex politico russo Sergey Yastrzhembskiy, portavoce di Boris Yeltsin e Assistente di Vladimir Putin, che ha poi dedicato la sua vita alla produzione cinematografica, concentrandosi sul continente Africano. In questo film, sfida il mondo civilizzato che ancora oggi non è in grado di bloccare il sanguinoso business dell'avorio. Il film rappresenta una denuncia all'inefficienza di alcune organizzazioni non governative, apparentemente impegnate nella conservazione e salvaguardia di piante rare e di specie animali a rischio estinzione, ma che in effetti sembrano inattive e smaschera la corruzione Africana che distrugge il continente, come un cancro, per soddisfare l'avida richiesta di avorio che ha portato questi animali sull'orlo della totale estinzione.

Critica (1):La popolazione degli elefanti, duecento anni fa, corrispondeva a dieci milioni di esemplari. Oggi sono circa mezzo milione e ne muore uno ogni quindici minuti. Subiscono il paradosso di essere considerati simbolo di potere, prosperità e saggezza e al contempo sono oggetto di sterminio a causa del valore propiziatorio assegnato, soprattutto dalle religioni, all'avorio delle loro zanne, destinate alla creazione artigianale di oggetti preziosi. Il film segue i percorsi del traffico internazionale e illegale dell'"oro bianco", in cerca delle motivazioni profonde del massacro degli elefanti, e rivela diverse contraddizioni politiche che coinvolgono tutti i continenti. Si viene a conoscenza del fatto che l'avorio sia sempre stata fonte di finanziamento per tutti i gruppi di ribelli africani, ma che non sia vettore di sviluppo per il continente, dell'inarrestabile appropriazione cinese dell'Africa, dell'ipocrisia delle istituzioni, della corruzione intaccabile di alcuni Paesi asiatici.
Un film inchiesta dal notevole sforzo produttivo: tre anni di riprese in trenta Paesi, tra bracconieri, contrabbandieri, commercianti, esponenti religiosi (dal Dalai Lama al capo ufficio stampa del Vaticano, Federico Lombardi), rappresentanti di ONG che difendono gli animali e accusano gli organismi e i governi preposti a individuare e punire gli illeciti.
Politico e diplomatico russo, già portavoce di Boris Eltsin e Vladimir Putin, Yastrzhembskiy, autore di Africa: Blood & Beauty nel 2012 e del libro "Il viaggio dello sciamano" (Petruzzi, 2014), denuncia l'arroganza della Cina, considerata il principale responsabile della carneficina e del disprezzo delle regole del CITES (convenzione internazionale istituita nel '73 per tutelare sui mercati le specie a rischio estinzione) e ha già in tasca un'indicazione sulla possibile soluzione pragmatica e politica al problema, diretta come una freccia avvelenata a Pechino.
ll fatto che lo spettatore venga accompagnato per mano, tramite grafiche chiassose, o interpellato da un'invasiva voice-over, l'uso un po' scontato del ralenti e del montaggio di immagini di pachidermi che inteneriscono la folla non compromettono l'alta missione civile informativa del progetto. Presentato alla Festa del Cinema di Roma nel 2016 e dedicato a "coloro che hanno perso la vita in difesa degli elefanti".
mymovies.it

Critica (2):

Critica (3):

Critica (4):
(Progetto editoriale a cura di); (Progetto editoriale a cura di) Redazione Internet; Redazione Internet (Contenuti a cura di); (Contenuti a cura di) Ufficio Cinema; Ufficio Cinema
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