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Denominazione di origine popolare-La vera o presunta storia dei Violini di Santa Vittoria


Regia:Guidetti Nico

Cast e credits:
Interpreti: I Violini di Santa Vittoria-Davide Bizzarri, Orfeo Bossini, Roberto Mattioli (violino), Ciro Chiapponi (viola), Fabio Uliano Grasselli (contrabbasso) e con Odoardo Vergnani, Iuri Donatella, Elda e Lidia Menozzi, Claudia Cantarelli, Ivonne Bagnoli, Adriana Vantaggi, Riccardo Simonazzi, Gian Luca Torelli, Mario Lanzafame; origine: Italia, 2015; durata: 77’.

Trama:Leggenda vuole che a Santa Vittoria di Gualtieri, piccola frazione sperduta nella pianura, in quella fetta della bassa reggiana che si affaccia sul Po, a fine Ottocento, su circa 500 abitanti esistessero più di 10 orchestre da ballo. Il che suona strano se pensiamo che allora quasi tutti gli abitanti di quel paese erano poveri braccianti costretti a una vita di stenti e fatiche, a inseguire i lavori agricoli al ritmo delle stagioni, o spesso a emigrare lontano per
non morire di fame. In realtà, la musica ha da sempre accompagnato le fatiche degli uomini più poveri. E il violino, strumento popolare per eccellenza, era diffuso nelle campagne da sempre. Ma la particolarità dei braccianti di Santa Vittoria è che a un certo punto molti di loro capirono che suonare poteva essere non solo uno svago, per dimenticare le fatiche della giornata, ma un vero e proprio mestiere con il quale riscattarsi e conquistare finalmente la libertà.

Critica (1):Durante l’Ottocento, a Santa Vittoria di Reggio Emilia, vivevano solamente i braccianti, i proletari della terra. Tra acquitrini salmastri, nebbie, e campi di granturco, quegli uomini abituati alla fatica misuravano l’esistenza con l’angosciante metro dell’incertezza. Mangiavano polenta, solo polenta; mai un boccone di carne. E morivano di pellagra, sporchi dei loro escrementi e folli di dolore, nell’indifferenza di una natura distante e silenziosa. E allora, per guadagnare una dignità umana, ci si poteva inventare di tutto, anche un nuovo modo di vivere e lavorare. Suonare quando il campo è addormentato, durante le feste di carnevale, o per quelle dei santi; suonare sempre e con un unico scopo: costruirsi una vita migliore. Di quella generazione di eroi sconosciuti, Arnaldo Bagnoli, un violinista popolare, un uomo semplice e nobile al tempo stesso, è stato un alfiere meraviglioso. Arnaldo ce l’ha fatta. Insieme ai suoi fratelli, tutti musicisti, ha dato vita al mitico Concerto Bagnoli, un gruppo d’archi del quale I Violini di Santa Vittoria vorrebbero essere gli eredi spirituali. Raccontiamo per fare i conti con noi stessi, per tessere il filo di un legame esistenziale. In queste vicende di musica, lotta, e fatica, in cui si intersecano gli alfabeti amorosi di una civiltà arcaica, il realismo magico della bassa, e l’orgoglio dei caratteri fieri, abbiamo trovato un motivo di speranza, la possibilità di un nuovo inizio. Qualcosa in cui credere.
violinidisantavittoria.com

Critica (2):

Critica (3):

Critica (4):
(Progetto editoriale a cura di); (Progetto editoriale a cura di) Redazione Internet; Redazione Internet (Contenuti a cura di); (Contenuti a cura di) Ufficio Cinema; Ufficio Cinema
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