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Stati Uniti contro Billie Holiday (Gli) - United States vs. Billie Holiday (The)


Regia:Daniels Lee

Cast e credits:
Soggetto: dal romanzo "Chasing the Scream: The First and Last Days of the War on Drugs" di Johann Eduard Haridi; fotografia: Andrew Dunn; musiche: Kris Bowers - La canzone "Tigress & Tweed" è interpretata da Andra Day; montaggio: Jay Rabinowitz; scenografia: Daniel T. Dorrance; interpreti: Andra Day (Billie Holiday), Trevante Rhodes (Jimmy Fletcher), Natasha Lyonne (Tallulah Bankhead), Garrett Hedlund (Harry J. Anslinger), Miss Lawrence (Miss Freddy), Rob Morgan (Louis Mckay), Da'Vine Joy Randolph (Roslyn);
produzione: Lee Daniels Entertainment, New Slate Ventures, Roth/Kirschenbaum Films; distribuzione: BIM; origine: USA, 2021; durata: 130’.

Trama:Negli anni Quaranta l'icona della musica jazz Billie Holiday collezionava successi in tutto il mondo, mentre il governo federale statunitense decideva di trasformare la Holiday nel capro espiatorio di una dura battaglia contro la droga prendendo di mira la sua fragile e complicata vita. Il fine ultimo delle azioni intraprese contro la cantante non era però legato alla droga, ma a impedirle di eseguire la sua straziante ballata "Strange fruit", grido di denuncia contro i linciaggi del governo degli U.S.A. e contributo essenziale per il movimento per i diritti civili.

Critica (1):Lee Daniels stava concludendo il suo ultimo film quando ha notato un parallelo inquietante: Gli Stati Uniti contro Billie Holiday (...) racconta la storia della tormentata cantante jazz e di come Strange Fruit, la canzone di protesta anti-linciaggio che l’ha fatta conoscere al mondo, le abbia portato sia bene che male. Improvvisamente il regista ha avuto un flash su quanto fosse senza tempo il suo nuovo progetto cinematografico. «Eravamo nel bel mezzo del montaggio ed è morto George Floyd», ricorda. «La gente mi inviava video di protesta di persone che cantavano Strange Fruit in mezzo alla strada. È stato pazzesco».
Dalla sua scomparsa nel 1959 a causa di complicazioni dovute ad anni di abuso di droghe e alcol, Holiday è stata una presenza fissa nella cultura pop, e ritroviamo il suo fraseggio ipnotico e malinconico nel lavoro di Erykah Badu, Valerie June e altre cantanti soul poco convenzionali. «È più di un’icona musicale», afferma Andra Day, che nel 2017 ha fatto una cover di Strange Fruit e ha appena vinto un Golden Globe per la sua interpretazione di Holiday. «L’hanno trasformata in questa figura tragica di tossicodipendente che cantava jazz. Ma lei è molto più di tutto questo».
Una rivalutazione che probabilmente sarà ancora più potente grazie a Gli Stati Uniti contro Billie Holiday, il primo biopic su Holiday da quando Diana Ross l’ha interpretata in Lady Sings the Blues del 1972. Con Day che fa il suo debutto come attrice in un ruolo da protagonista, il film non evita gli aspetti turbolenti della vita di Billie, tra abusi di sostanze, arresti per droga, carcere e una serie di relazioni violente. «A volte pensi: “Per favore, tesoro, vai un po’ in terapia!”», scherza la drammaturga premio Pulitzer Suzan-Lori Parks, che ha scritto la sceneggiatura. «Il compagno sbagliato, le droghe… Ma le persone sono complicate e una parte alimenta l’altra. Forse la sua incoscienza nello scegliere gli uomini l’ha portata a pensare: “Dirò quello che voglio dire”».
A latere, il film tocca anche la relazione sessuale di Holiday con l’attrice Tallulah Bankhead, aggiungendo un’altra dimensione all’impatto di Billie. «È un simbolo di libertà, di uguaglianza», afferma Day. «Non rappresenta solo i diritti civili e la comunità nera, ma anche quella LGBTQ. Rappresenta quasi tutti i gruppi più emarginati. Era l’originale “Fuck the police“».
Ma il film si concentra in gran parte sulle molestie subite da Holiday per mano dell’FBI, che ha percepito il potenziale incendiario di Strange Fruit. Per mettere a tacere la cantante, il bureau ha deciso di concentrarsi sulla sua dipendenza da eroina e ha incaricato un agente nero di nome Jimmy Fletcher (interpretato da Trevante Rhodes, noto per Moonlight e Bird Box) di rintracciare e arrestare Holiday. Secondo il lungometraggio, i due alla fine sono diventati amanti.
«Stavano cercando di distruggere la sua eredità», spiega Day. «È stata una delle prime persone a comprendere davvero e dire ad alta voce che questi stupefacenti sono stati sganciati nella nostra comunità durante la prima guerra alla droga, negli anni Trenta e Quaranta. Ma era troppo famosa, quindi il governo voleva sbarazzarsi di lei».
Anche se per tutta la vita è stata perseguitata da problemi personali e battute d’arresto della sua carriera, Holiday ha continuato a cantare Strange Fruit fino alla sua morte in una stanza d’ospedale, con la polizia che la monitorava ancora e le scattava la foto segnaletica prima che morisse. «Viene spesso dipinta come una povera donna di colore che si drogava, ma questo è il ritratto che il potere ci vuole consegnare di lei», dice Parks. «Era una donna davvero forte. La nostra Billie non è una vittima. Quel suo resistere all’ingiustizia e alle pressioni viene fuori con molta forza nel nostro film». Daniels aggiunge: «Era la Rihanna meets Cardi B di quella generazione. A lei non fregava nulla. E ha fatto quello che voleva fino alla fine».
Daniels, che ha esplorato e raccontato le vite della comunità black in tv (Empire) e al cinema (Precious, The Butler – Un maggiordomo alla Casa Bianca), ricorda la scoperta di Lady Sings the Blues quando era un adolescente a Filadelfia negli anni ’70. «Non avevo mai visto una coppia nera innamorata prima di allora sullo schermo, e non avevo mai visto persone di colore belle come Diana Ross e Billy Dee Williams», rammenta. «Era come festeggiare dei parenti sul grande schermo: parlavano in un linguaggio che comprendevo perfettamente, in un ambiente che capivo benissimo, con la droga e la moda».
Decenni dopo, il regista è stato subito parecchio incuriosito, quando gli è stata inviata la sceneggiatura di Parks, in parte ispirata a Chasing the Scream, il libro di Johann Hari del 2015 sulla guerra alla droga (che tocca la storia di Holiday e il ruolo dei federali nella sua vita). «Dopo che ho compreso la storia secondo cui il governo l’ha eliminata a causa di quella canzone, mi ha letteralmente travolto», ricorda Daniels. «Ho pensato che fosse una storia importante da raccontare».(...)
David Browne, rollingstone.it, da Rolling Stone USA.

Critica (2):

Critica (3):

Critica (4):
(Progetto editoriale a cura di); (Progetto editoriale a cura di) Redazione Internet; Redazione Internet (Contenuti a cura di); (Contenuti a cura di) Ufficio Cinema; Ufficio Cinema
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