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Sonàmbulos - Sonàmbulos


Regia:Aragòn Guttièrez Manuel

Cast e credits:
Sceneggiatura: Manuel Gutiérrez Aragón; direttore della fotografia: Teo Escamilla (Eastmancolor); scenografia: Miguel Narros; montaggio: Pepe Salcedo; musica: José Nieto; interpreti: Ana Belén (Ana), Norman Brisky (Norman), Maria Rosa Salgado (Maria Rosa), Javier Delgado (Javier), Lola Gaos (Fòtima), Ricardo Franco (Javier), Félix Rotaeta (Pepe), José Manuel Cervina (Pepe), Eduardo Mac Gregor (medico), José Luis Borau (direttore della biblioteca), Manuel Fadon (ragazzo della biblioteca), Gloria Marìn (infermiera), Miguel Narros (direttore del teatro), Fernando Chinarro (poliziotto), Laly Soldevilla (Laly Soldevilla), José Luis Gómez (Juan); produzione: Profilmes, s.a.; durata: 96'; anno: 1978,

Trama:Madrid, durante il tristemente celebre processo di Burgos. Ana è immersa nel lavoro del Comitato per la liberazione di alcun presunti terroristi, condannati a morte da un tribunale militare, quando è colta da una terribile nausea che la fa cadere a terra. Suo zio Norman le dà i primi soccorsi. Norman è stato medico finchè gli è stata ritirata l'abilitazione per contrabbando di medicinali. Ora abita con Maria Rosa, madre di Ana. Maria Rosa appartiene allo stesso comitato di Ana. Norman dice di avere una medicina per la malattia cerebrale di Ana, che tuttavia può essere troppo 'forte": produce inibizioni tali che mette il paziente al di sopra del bene e del male, dell'etica e delle convinzioni.
A casa della madre, Ana ha un terribile mal di testa. Andresito, suo figlio di pochi anni, le legge una fiaba che ha trovato per caso nell'ambulatorio vecchio e polveroso. Ana trova che i personaggi della Regina e del Mago somigliano a sua madre ed allo zio Norman. Lei stessa si trova rappresentata come una Principessa ferita a morte. Il Mago promette alla Principessa un libro nel quale verrà raccontata la sua vita, ma in cambio le chiede di sopprimere la Regina. Il libro di fiabe scompare. Ana cerca il libro nella Biblioteca Nazionale, aiutata da Juan, uno strano essere che vive racchiuso tra i libri. Egli la conduce dalla vecchia infermiera dello zio Norman, che senza dubbio è quella che la guida e le porta il libro che tanto la interessa. L'infermiera legge il seguito del racconto. L'arrivo di Maria Rosa mette fine alla lettura e l'infermiera scompare col libro senza leggere il finale. Ma Ana ha già compreso che il libro nasconde in sé qualcosa che sta in rapporto all'antico contrabbando di medicinali che facevano Norman e l'infermiera. Ana decide di aiutare la madre nell'azione intrapresa dal Comitato. Ma alla fine dell'azione decide di accettare il suggerimento del Mago: denuncia la madre - o, se si vuole, la Regina della fiaba - alla polizia. Ana riceve la visita di Juan, che le dice di stare attenta: la Regina è la morte e il Mago la pazzia.

Critica (1):Durante il processo di Burgos, nel dicembre del 1970, abbiamo fatto una manifestazione nel teatro Maria Guerrero di Madrid durante la rappresentazione di un'antologia di opere di August Strindberg. Era uno spettacolo intitolato Play Strindberg in lingua inglese nell'ambito di un festival di teatro. La manifestazione consisteva nel gettare alcuni pamphlets e nel fatto che l'attrice Julia Pena si mettesse in piedi in un palco nel bel mezzo della manifestazione e facesse uno speech sul processo di Burgos. Diceva all'incirca: "Mentre si celebra questo festival di teatro, a Burgos vengono giudicati dei patrioti baschi che si so sono ribellati contro la dittatura del generale Franco". Tutti eravamo andati a teatro molto ben vestiti. Julia Pena indossava un vestito che non so chi le aveva prestato, orecchini di sua madre, era stata dal parrucchiere ed era bellissima. Si alzò e fece un comizio come un'eroina di Visconti. Da questo fatto parte Sondmbulos, ma l'origine più profonda sta in una serie di ossessioni mie di quel momento sulla realtà e la rappresentazione, sui doveri della militanza e quelli nei confronti di se stessi. La contraddizione principale risiedeva nell'avvicinamento tra militante e la madre perché partecipano alla stessa azione, e la separazione personale, la distanza che c'é tra loro. La grammatica e la sintassi di Sonàmbulos sono simili a quelle di un sogno. Solo così ci si può avvicinare a questo film, che é quello che sento più lontano di tutti, soprattutto dal punto di vista estetico.

Manuel Gutiérrez Aragón

Critica (2):

Critica (3):

Critica (4):
(Progetto editoriale a cura di); (Progetto editoriale a cura di) Redazione Internet; Redazione Internet (Contenuti a cura di); (Contenuti a cura di) Ufficio Cinema; Ufficio Cinema
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