RETE CIVICA DEL COMUNE DI REGGIO EMILIA
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Canto d'amore (Un) - Chant d'amour (Un)


Regia:Gennet Jean

Cast e credits:
Durata: 25' v.o. Origine: Francia, 1950.

Trama:Avvicinandosi verso una prigione, un carceriere si accorge che il braccio di un prigioniero cerca vanamente di afferrare da una finestra una ghirlanda di fiori che un altro recluso cerca di passargli dalla sua finestra. Il carceriere, incuriosito, passeggia per il corridoio e spia nelle celle, in ognuna delle quali un prigioniero si masturba. In particolare, il suo occhio è attratto da due prigionieri in celle attigue: un giovane muscoloso e tatuato in canottiera che balla da solo ed un tunisino. Questi, magnetizzato dalla presenza dell'altro, sfoga sul muro il suo irrefrenabile desiderio di sesso: lo bacia, vi si striscia contro, lo sfrega, si masturba su di esso finché non vi passa attraverso una cannuccia, inserita in un piccolo foro, il fumo di una sigaretta che l'altro aspira avidamente. Il carceriere, molto eccitato, irrompe nella cella del tunisino, lo frusta con la cinghia e, in un secondo momento, gli mette una pistola in bocca.Alcune scene spezzano ritmicamente il racconto: la ghirlanda che continua a ciondolare, alcuni corpi nudi aggrovigliati plasticamente in controluce e la visione del tunisino che, eccitato ancor più dall'azione del carceriere, sogna di essere romanticamente con il suo compagno in un bosco.Il carceriere lascia la prigione, osservando ancora una volta la ghirlanda che ciondola senza successo da una finestra all'altra: voltatosi, non si accorge però che è stata finalmente afferrata.

Critica (1):Nel 1947 Fireworks di Denneth Anger e Un chant d'Amour di Jean Genet mostravano due visioni mol­to diverse dei desideri omosessua­li repressi, frustrati nella vita reale e dolorosamente esorcizzati al ci­nema. Kenneth Anger, uno studen­te universitario che si era formato sulle immagini sterilizzati di Hollywood, mise dentro Fireworks le sue fantasie nascoste, cui si ag­giungeva la baldanzosa sessualità delle immagini dei cowboy, dei pi­loti e, in questo caso, dei marinai, immagini che riempivano i sogni di milioni di persone. Anger ebbe il coraggio di filmare uno dei suoi sogni bagnati, e il si­lenzio si infranse e si liberò, met­tendo in mostra le illusioni per i pochi che videro l'opera del regi­sta. La liberazione dall'illusione, e al tempo stesso la necessità di quel­l'illusione, sono il soggetto di Un Chant d'Amour di Genet. In que­sto caso il bisogno di un mondo fantastico nasce dai desideri strug­genti di uomini intrappolati in cel­le di prigione e portati a furtivi le­gami omoerotici che cercano di­speratamente di assomigliare alla tenerezza e all'affetto. Immagini commoventi di mani che si tendo­no fuori dalle finestre delle celle per un'unione simbolica si scontrano con le visioni sadomasochistiche delle guardie che usano il dominio, la sottomissione, le fantasie masturbatorie e il sesso come mez­zi di potere per avere qualche rap­porto. Fireworks e Un Chant d'Amour sono reazioni indimenti­cabili alle restrizioni imposte sul ruolo maschile nella società, sono l'invocazione di una sottocultura piena di passioni non corrisposte e di disperazione sociale. I due film smentivano le mezze verità del ci­nema commerciale e davano un'esi­le voce d'avanguardia ai sogni se­greti di una minoranza nascosta. Ma il deserto era ed è grande, e anche oggi Un Chant d'Amour e Fireworks vengono proiettati di rado fuori dalle città che hanno cineclub e cinema d'essai.
Vito Russo, Lo schermo velato l'omosessualità nel cinema

Critica (2):

Critica (3):

Critica (4):
(Progetto editoriale a cura di); (Progetto editoriale a cura di) Redazione Internet; Redazione Internet (Contenuti a cura di); (Contenuti a cura di) Ufficio Cinema; Ufficio Cinema
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