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Due volte nella vita


Regia:Giordano Emanuela

Cast e credits:
Sceneggiatura
: Nanni Salazar, Emanuela Giordano; aiuto regia: Davide Bertoni; scenografia: Giancarlo Aymerich; direttore della fotografia: Italo Pesce Delfino; musiche: Tommaso Vittorini; montaggio: Luca Benedetti; interpreti: Dodi Conti (Pipistrello), Lorenza Indovina (Nina), Antonio Manzini (Marlon), Neri Marcorè (Modesto), Paolo Serra (Adolfo), Giovanni Esposito (Gennaro), Orsetta De Rossi (moglie di Adolfo), Irene Di Dio (madre di Nina), Francesca Marchese (Nina bambina), Valerio Cipollone (Marlon bambino), Roberto Carabetto (Brunetto bambino), Marco Menta (Adolfo bambino), Simone Tesoro (fratello di Adolfo); direttore di produzione: Benedetta Von Normann; produttore esecutivo: Tore Sansonetti; produzione: Maurizio Tini per Sidecar Films & TV; produttore associato: Mario Mazzarotto per Intelfilm; distribuzione: Pablo; origine: Italia, 1999; durata: 90’.

Trama:Notte di tempesta. I sotterranei di un’orrida morgue. Un limbo di anime perse. Quattro creature, poco propense ad abbandonare i loro corpi, si risvegliano in pessime condizioni. Modesto, mago dalle scarse fortune, ha il cranio scoperchiato e pensa di trovarsi in ospedale; Marlon, ladro di borgata, ha quattro grossi fori che gli bucano il petto ed è convinto di essere in galera; Adolfo, garbato e tedioso intellettuale, ha un colorito da crisi epatica. Solo Nina, ragazza di vita che parla la lingua arcaica del suo sconosciutissimo paese, ha qualche lampo di memoria: un orecchio strappato con un morso al suo persecutore. La coabitazione è difficile, quasi impossibile, regnano anarchia, confusione e dubbi: sono vivi o sono morti? Adolfo intuisce che la curiosa circostanza che li accomuna è proprio la morte. L’arrivo di Pipistrello, aiuto portantina dell’obitorio che arrotonda lo stipendio cavando denti d’oro ai cadaveri, aggrava la già tesa situazione. Colta in flagranza di reato, Pipistrello scopre di essere morta anche lei, punita da un’organizzazione che ricicla le salme mai reclamate per farne polpette e hotdogs.
In quel luogo sinistro, il pericolo incombe; bisogna tentare la fuga. Ma quando il gruppo finalmente si coalizza, il piano rischia di fallire. La fine sembra certa. Quando…

Critica (1):I film sono costellati di omicidi, come le cronache dei giornali. Si uccide spudoratamente, con disinvoltura, per denaro, per gelosia, per rabbia, per stupidità, per un nonnulla. Più ci abituiamo all’immagine della morte e meno vogliamo parlarne, come se fermarsi a riflettere sul valore di ogni esistenza, anche di quella apparentemente più inutile, fosse quasi un tabù, un pensiero da esorcizzare. Quando i “miei attori” mi proposero quello che allora era solo un curioso canovaccio teatrale, rimasi colpita dall’idea di poter sfiorare questo argomento in modo giocoso, accessibile a tutti. Naturalmente mi venne in mente la fin troppo famosa poesia di Eduardo: ‘A Livella, ma pensai anche alla commedia popolare, quella tanto amata di Totò, surreale, provocatoria, a volte coraggiosissima nel mischiare sorriso e umana miseria.
Ho affrontato questa avventura mischiando sacro e profano, risata e nostalgia, commedia all’italiana e atmosfere visionarie, colore bianco e nero, un bianco e nero studiato, amato e voluto per coerenza di racconto e per antica passione (sono cresciuta sfogliando e risfogliando mille volte i libri fotografici di Mario Giacomelli, di Diane Arbus, di William Klein, di Cartier-Bresson e di tanti altri poeti dell’immagine). Spero che in questa apparente anarchia di segni si riconosca il filo coerente di un’idea, di un gioco ingenuo e visionario costruito soprattutto sulla ricchezza di una interpretazione corale, affiatata e divertita dei cinque attori protagonisti.
Ed è anche in virtù di questo affiatamento che è stato possibile affrontare Due volte nella vita come un’avventura collettiva, sperimentando, credo per la prima volta in Italia, l’uso del Beta digitale. Il progetto è nato scoprendo la possibilità di ottenere un B/N coerente con l’impostazione “fantastica” del racconto, inoltre il digitale ci ha permesso il ripetuto uso di lunghi piani sequenza in cui gli attori hanno avuto modo di improvvisare, di proporre, di ripetere, senza l’incubo dei costi che impone ormai l’uso della pellicola. Naturalmente, Due volte nella vita è solo un esperimento e non si propone certo come alternativa per il cinema del nostro prossimo futuro. Ma siamo comunque convinti che aver percorso fino in fondo questa esperienza, ci permette di configurare ipotesi di lavoro in grado di arricchire il panorama cinematografico di nuove idee svincolate dalle logiche e dalle leggi che governano di norma la produzione di fiction.
(Emanuela Giordano)

Critica (2):

Critica (3):

Critica (4):
Emanuela Giordano
(Progetto editoriale a cura di); (Progetto editoriale a cura di) Redazione Internet; Redazione Internet (Contenuti a cura di); (Contenuti a cura di) Ufficio Cinema; Ufficio Cinema
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