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Land of Jerry Cans (The) - Land of Jerry Cans (The)


Regia:Piacenza Paola

Cast e credits:
Montaggio: Mattia Matteucci; produzione: Gabriella Manfré e Nicola Zappa per InvisibileFilm; distribuzione: Fice; origine: Italia, 2009; durata: 25’.

Trama:Il Kurdistan iracheno soffre le contraddizioni della modernità e di un sistema regolato dalla logica del profitto. Così molti degli antichi "peshmerga", un tempo eroi della nazione, sono diventati contrabbandieri, in azione lungo le porose frontiere dello stato per accaparrarsi beni di ogni genere, fra cui curiosamente spicca il gasolio, importato dall’Iran a dorso di mulo perché in Iraq, che siede letteralmente sul petrolio, per loro non ce n’è.

Critica (1):Sono partita per il Kurdistan iracheno con un'idea vaga di quello che avrei trovato. M'interessava il confine, quel confine: una line fluttuante che nel corso dei decenni ha diviso villaggi, spezzato famiglie, fatto rientrare questa o quella proprietà, questo o quel villaggio sotto l'una o l'altra giurisdizione. Stati, ma non popoli diversi: curdi, dall'una e dall'altra parte.
(Paola Piacenza)

«La vita sul confine è una vita instabile. La gente di confine è la prima a essere sacrificata quando una guerra o una rivoluzione scoppia».
Questo mi ha detto Alias Haider Mohammed, 39 anni, segretario del partito comunista curdo di Tawela, un villaggio curdo-iracheno che si trova a meno di un chilometro dal confine con l'Iran.
Ho incontrato Alias e molti altri abitanti di quella zona durante i sopralluoghi e le riprese che ho fatto tra l'aprile e il giugno 2009 per la realizzazione di The Land Of Jerry Cans, letteralmente “il paese delle taniche”, un documentario sul confine Iran-Iraq, la sua storia e il suo presente, raccontati attraverso la vita e lo sguardo degli abitanti della zona compresa tra i centri di Penjwen, Tawela, Biyara.
Guidata da Alias e dagli altri abitanti del triangolo, ho seguito la linea del confine e della sua storia recente: il conflitto Iran-Iraq, l'intifada curda, le guerre intestine tra fazioni, le migrazioni forzate, la pulizia etnica del regime di Saddam, gli esili.
La gente di confine è sempre la prima a essere sacrificata, dice Alias. Ma il confine, nel tempo, da presenza tragica si è tradotto in indispensabile fonte di reddito per la popolazione curda dell'una e dell'altra parte.
Al lavoro dei campi, alla pastorizia, alle attività artigianali si è sostituito, come unica possibilità di sopravvivenza, il contrabbando.
I curdi iracheni portano in Iran tè, riso, tessuti, cellulari, condizionatori. A dorso di mulo, sulle proprie spalle o su quelle dei loro bambini, con auto e furgoni. Gli iraniani portano in Iraq benzina, cherosene, diesel, petrolio. L'Iraq, il terzo paese del Medio Oriente per la produzione di petrolio, importa petrolio di contrabbando. E le taniche, lo strumento principale attraverso cui avvengono gli scambi, sono l'elemento visivo che domina il paesaggio: coprono intere colline, costeggiano le strade, riempiono le case, i garage, le piazze dei villaggi.
“Mentre tutto il mondo fa la guerra per il petrolio dell’Iraq, noi dobbiamo contrabbandare benzina dall’Iran” mi ha detto un abitante di Tawela, contrabbandiere.
Il protagonista di The Land Of Jerry Cans è l'entità, il confine. Gli uomini le cui vite da quell'entità sono state, e sono, attraversate sono guide, accompagnatori, co-protagonisti. Traghettatori tra il passato raccontato dagli anziani che rievoca un'Arcadia perduta in cui la vita era in armonia con i ritmi della natura. E l'inferno del presente.
(UCCA-Unione Circoli Cinematografici ARCI)

Critica (2):

Critica (3):

Critica (4):
(Progetto editoriale a cura di); (Progetto editoriale a cura di) Redazione Internet; Redazione Internet (Contenuti a cura di); (Contenuti a cura di) Ufficio Cinema; Ufficio Cinema
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