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Qualcosa nell'aria - Après mai


Regia:Assayas Olivier

Cast e credits:
Sceneggiatura: Olivier Assayas; fotografia: Éric Gautier; musiche: il gruppo "After Me" è stato formato per l'occasione da Jean-Marc Montera e interpreta un brano live, "After Me", composto dallo stesso Montera; montaggio: Luc Barnier, Mathilde Van de Moortel; scenografia: François-Renaud Labarthe; arredamento: Dorota Okulicz; costumi: Jürgen Doering; interpreti: Clément Métayer (Gilles), Lola Créton (Christine), Félix Armand (Alain), Carole Combes (Laure), India Salvor Menuez (Leslie), Hugo Conzelmann (Jean-Pierre), Mathias Renou (Vincent), Léa Rougeron (Maria), Martin Loizillon (Rackam il Rosso), Laurent Ramacciotti (agente di sicurezza), Philippe Paimblanc (preside), Alain Gluckstein (professore di francese), Jean-François Ragot (professore di filosofia), Simon-Pierre Boireau (Jean-René), Lionel Dray (regista-militante), Guillaume Saurrel (regista-militante), Jeanne Candel (collettivo Porc-Épic), Adrien Lamande (collettivo Porc-Épic), Paul Spera (Carl), Manuel Mazaudier (Gérard), Maxime Julia (fratello di Gérard), Marco di Giorgio (Enzo), Sylvain Jacques (Jean-Serge), Rodney Recor (Andrew), Denis Perus (professore di disegno), Félix de Givry (Christophe), Nathan Rodrigue (Christophe); produzione: Mk2 In Coproduzione con France 3 Cinéma-Vortex Sutra con la partecipazione di France Télévisions-Canal +-Ciné +-Centre National du cinéma et de l'image animée; distribuzione: Officine Ubu; origine: Francia, 2012; durata: 122’.

Trama:Parigi, anni 70. Gilles, studente di liceo, viene coinvolto dai fermenti politici che stanno sconvolgendo la società di quegli anni. In realtà, lui è un artista che desidera dedicarsi al cinema e alla pittura, ma per i suoi amici l'impegno politico deve essere totale. Pian piano anche Gilles troverà il suo modo per districarsi nella confusione della rivoluzione studentesca e allo stesso tempo chiarire i dubbi di una vocazione artistica ancora in via di sviluppo.

Critica (1):Visto in concorso a Venezia 2012 (...) il nuovo film di Olivier Assayas è la conferma di uno dei più limpidi talenti del cinema europeo. Classe 1955, figlio d'arte (suo padre Jacques Remy – uno pseudonimo – era un grande sceneggiatore, anche di una celebre serie di Maigret televisivi girati in Francia negli anni 50), Assayas ha una filmografia ormai lunga e importante nella quale è possibile individuare un titolo, L'eau froide del 1994, che è in qualche modo il «padre» di questo nuovo progetto. Che in originale si intitola Après Mai, «dopo il maggio», ma che in italiano è stato tradotto Qualcosa nell'aria, titolo che comunque al regista piace: «È l'esatta traduzione del titolo internazionale, Something in the Air, che ho scelto io». Perfetto.
Siamo, dunque, subito dopo il Maggio del '68, che cambiò la storia e il modo di vivere della Francia e di mezzo mondo e che è già stato raccontato da registi come Louis Malle e Philippe Garrel. I protagonisti, come quelli di L’éau froide, si chiamano Gilles e Christine. Sono due adolescenti, che per motivi anagrafici hanno sfiorato il Maggio (il film è rigorosamente autobiografico, e nel '68 Assayas aveva 13 anni) e ne vivono i turbolenti ricaschi. L'attivismo politico va di pari passo con l'educazione sentimentale, la scoperta del sesso, l'amore per la musica e la cultura pop che stanno scoperchiando le menti di tutti i giovani europei. È curioso, in un film francese, vedere i personaggi impazzire per la nuova musica proveniente da Londra e coltivare un «sogno britannico» che mal si concilierebbe con lo sciovinismo d'Oltralpe. La magnifica colonna sonora è intessuta da brani di artisti rock oggi per lo più dimenticati, da Nick Drake agli Amazing Blondel, dai Tangerine Dream a Kevin Ayers per arrivare fino a Syd Barrett, il leader pazzo e geniale dei primi Pink Floyd.
Ma non di sola musica vive Qualcosa nell'aria. C'è, anche qui, la giusta dose di cinefilia: ed è toccante sentir citati in un film di oggi cineasti che a quei tempi erano materia obbligatoria nei cineclub, come Bo Widerberg (l'autore del film militante Joe Hill) e Jorge Sanjines (il boliviano di Sangue di condor). Oltre che una rievocazione politica e sentimentale, Qualcosa nell'aria è un tuffo nell'atmosfera emozionale di quel tempo, una sorta di ripasso di macrostoria e microstoria: un affresco antropologico che piacerebbe a Le Goff, e che ritrova nel passaggio dagli anni 60 agli anni 70 una serie di reperti «archeologici» che permettono di ricostruire il senso di un'epoca. (...)
Alberto Crespi, L’Unità, 17/1/2013

Critica (2):Il regista francese Olivier Assayas mi ha soprattutto convinto quando l'ho visto dedicare le sue attenzioni migliori a quella generazione che aveva vent'anni nei Settanta, e cioè la sua. (...) Eccoci così di fronte a vari studenti di un liceo parigino. Vogliono continuare le loro lotte anche se finite male, divisi spesso però sui metodi da seguire. I collettivi universitari, con le loro regole quasi di partito, o invece le rivolte individuali, anche quelle a livello culturale, come l'underground, il free jazz, la musica alternativa? Qualcuno votandosi per intero ad una causa pur sostenuta da ideologie spesso in contrasto fra loro, qualcun altro cominciando a coltivare personali ispirazioni creative. Come, appunto, uno dei protagonisti, Gilles (in cui è dato rintracciare passaggi molto significativi della vera vita, a quel tempo, dell'autore) che vediamo passare dalla pittura al cinema, con tappe intermedie, facendole in parte condividere da una ragazza con le stesse motivazioni, Christine. Proposti entrambi in un più, generale (e mai generico) alternarsi di altri personaggi portato sottilmente a ridarci un ritratto partecipe della generazione che li ha espressi. In cifre in cui ai modi attenti di un cinema ora cronistico, ora evocativo, ora poetico, si accompagnano, nella colonna sonora, delle canzoni tipiche di quel periodo: in grado, in molti passaggi, di suscitare emozioni. E così la recitazione di tutti gli interpreti, per la maggior parte non professionisti.
Gian Luigi Rondi, Il Tempo Roma, 17/1/2013

Critica (3):

Critica (4):
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