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Garibaldino al convento (Un)


Regia:De Sica Vittorio

Cast e credits:
Soggetto: Renato Angiolillo; sceneggiatura: Adolfo Franci, Margherita Maglione, Giuseppe Zucca, Vittorio De Sica; fotografia: Alberto Fusi; scenografia, arredamento e costumi: Vaniero Colasanti; musica: Renzo Rossellini, diretta da Pietro Sassoli; montaggio: Mario Bonotti; aiuto regia: Alberto Vecchietti; interpreti: Leonardo Cortese (Franco Amidei), Maria Mercader (Mariella Dominanì ), Carla Del Poggio (Caterinetta Bellelli), Lamberto Picasso (Giovanni Bellelli), Elvira Betrone (la madre superiora), Diva Romano (Suor Ignazia), Amalia Pellegrini (la suora guardiana), Adele Garavaglia (Nunziata), Carlo Mariotti (Matteo), Miguel Del Castillo (il Capitano borbonico), Achille Majeroni (il governatore), Virginia Pasquali (la governante di Caterina), Lina Marengo (la signorina Colombelli) Evelina Paoli (Mariella anziana), Gilda Marchiò (Caterina anziana), Adele Mosso (Geltrude anziana), Tatiana Famese, Licia D'Alba (le nipotine di Caterina), Luciana Campion, Aldo Lombardi, Giulio Tempesti, Nucci Bagnani, Franca Leardini, Renata Gori e con la partecipazione di Vittorio De Sica (Nino Bixio); direttore di produzione: Baldassarre Negroni; produzione: Mario Borghi per Incine Cristallo; distribuzione: Tirrena Cinematografica; origine: Italia, 1942; durata: 85'.

Trama:Un giovane garibaldino ferito ripara in un collegio femminile dov'è curato da due fanciulle: Mariella e Caterina. Il giovane, che si innamora di una delle ragazze, cadrebbe prigioniero se non arrivassero le camicie rosse di Nino Bixio.

Critica (1):[...] Successi autentici, meritati, duraturi se ne contano sulle dita. Ma è appunto di uno di questi che vogliamo parlare, e precisamente di quello di De Sica, confermatosi ormai come uno dei nostri migliori registi, uno dei pochi veramente coscienti e sinceri nel proprio lavoro, con il Garibaldino al convento. Chi è stato a vedere il film si sarà accorto come Caterinetta era presente nella sala; è forse possibile che qualcuno, come in sogno, l'abbia chiamata. Carla del Poggio ha finalmente trovato il suo personaggio, ed in Caterinetta ella ha finito per abbandonarsi. Come erano vere quelle parole dette di fila, una dopo l'altra, senza esitazione! Recitazione omogenea e fusa, personaggio realizzato non soltanto nella sua umanità ma anche stilisticamente. Non c'è bisogno di essere a tutti i costi personaggi immortali, di complicata fattura: e De Sica lo sapeva bene, e ci ha offerto una Caterinetta istintiva, calda e portata naturalmente a combattere, anche contro gli ostacoli, per il bene, De Sica sa muoversi a meraviglia in queste atmosfere semplici e sentimentalmente primitive.
Un garibaldino al convento è appunto un film da segnalare per la grande passione e la schietta sincerità con la quale De Sica si è accinto a dirigerlo. Una mano leggera, fantasiosa, sempre capace di giovarsi di tutti gli elementi per inventare situazioni, per immaginare spunti, per creare un'atmosfera definita e coerente. Il soggetto, elaborato nella fase preparatoria (trattamento e sceneggiatura) con cura e con gusto, risulta perfettamente assimilato dal regista e quindi portato con naturalezza sullo schermo. Toni patetici troppo forti, talora; ma evviva, una buona volta, al coraggio che De Sica ha dimostrato: egli ha saputo darci un film tecnicamente a posto, recitato bene, pieno di sole e di fantasia. Non è un film sul piano dell'arte, ma questa è una strada che un giorno De Sica potrebbe anche raggiungere: Ricordando anche Teresa Venerdì non possiamo fare a meno di incoraggiarlo, questo regista italianissimo, che senza dubbio ha scelto una strada giusta. Vogliamo infine osservare che noi non cadremo nell'errore, commesso da altri, di affermare che il primo tempo nei confronti del secondo è povero di azione. Proprio da un punto di vista cinematografico questo primo tempo ci è sembrato il più ricco, il più intenso. Che il racconto proceda lentamente non ha valore , se si tiene conto che il regista, in compenso, riesce a farci sorridere e a divertire, e che con la sua fantasia spigliata ci offre mille pretesti per introdurci, senza disagi, nell'epoca e nel paese del racconto. Ricordiamo Il Milione di Clair: un fatto da raccontare in due minuti, ma quale perfetta ironica satira gustosa nasceva da quelle corse e da quegli inseguimenti al milione scomparso, vinto ad una lotteria!
Massimo Mida, Si gira, III, 2, Roma, febbraio 1942, pp.13-14

Critica (2):

Critica (3):

Critica (4):
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