Paulette
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| Regia: | Enrico Jérôme |
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| Cast e credits: | 
Sceneggiatura: Bianca Olsen, Laurie Aubanel, Cyril Rambour, Jérôme Enrico; fotografia: Bruno Privat; musiche: Michel Ochowiak; montaggio: Antoine Vareille; scenografia: Christophe Thiollier; costumi: Agnès Falque; interpreti: Bernadette Lafont (Paulette), Carmen Maura (Maria), Dominique Lavanant (Lucienne), Françoise Bertin (Renée), André Penvern (Walter), Ismaël Dramé (Léo a 7 anni), Jean-Baptiste Anoumon (Ousmane), Axelle Laffont (Agnès), Paco Boublard (Vito), Mahamadou Coulibaly (Idriss), Kamel Laadaili (Momo), Aymen Saïdi (Rachid), Soufiane Guerrab (Zak), Samir Trabelsi (Pierrot), Alexandre Aubry (Tit'Yves), Pascal N'Zonzi (Padre Baptiste), Lionel Astier (Fred), Mathias Melloul (Jérémy); produzione: Légende Films, Gaumont, France 2 Cinéma, con la partecipazione di Canal +, Ciné +; distribuzione: Moviemax; origine: Francia, 2012; durata: 87’. |
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| Trama: | Paulette è una signora anziana, che vive da sola in un complesso residenziale alla periferia di Parigi. Con la sua magra pensione non riesce a sbarcare il lunario. Una sera, osservando alcuni misteriosi movimenti fuori dal suo palazzo, Paulette scopre un mondo che non conosceva. Decide così di iniziare a vendere cannabis. Dopo tutto, perché non dovrebbe? Paulette era una pasticciera: il suo fiuto per gli affari e il suo talento come cuoca saranno un grande aiuto nella ricerca di soluzioni originali per la sua nuova attività. Ma non si diventa spacciatori in una notte… |
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| Critica (1): | (…) Eccoci dunque in Francia, in una delle tante periferie parigine a seguire la vita di Paulette (una splendida Bernadette Lafont), anziana pensionata, vedova, incattivita dalla vita e razzista senza scrupoli. Al punto da trattar male il suo angelico nipotino di colore, senza salutare il genero, poliziotto nero dell'antidroga di Parigi e odiare visceralmente i cinesi che hanno comprato il suo vecchio negozio da fornaio. Tra bollette e affitto da pagare, Paulette è costretta a raccogliere gli avanzi del mercato per cucinarsi qualcosa. Insomma è ridotta alla canna del gas. È così che un giorno, nella sua degradata periferia di case popolari, assiste ad uno «strano commercio». Ragazzetti – tutti di colore, guarda un po'– che fanno un sacco di bigliettoni grazie allo spaccio. Perché non tentare? Armata della sua proverbiale faccia tosta la donna si presenta dal piccolo boss del quartiere e gli fa la proposta. Risultato: in breve si trasforma in «nonna tossica», la miglior venditrice di canne della zona. Una «nonnina» del resto non può certo destare sospetti. Ma anzi, può avvalersi persino della protezione del genero poliziotto che, proprio, nel quartiere è in cerca del «pesce grosso» del traffico di hascisc. Paulette, come la più dolce Grace, del delizioso film inglese degli anni passati (L'erba di Grace), ha davvero il senso degli affari: fare dolcetti «stupefacenti» diventa dunque il passo successivo. E il vero business. Coinvolte le sue amiche, tre arzille vecchiette intraprendenti, la sua produzione di biscottini, meringhe, cioccolatini all'erba fa furore. Di fronte alla sua porta di casa la fila dei clienti è inesauribile. Al punto da essere chiamata dal vero grande boss. Il finale non lo sveliamo. Ma assicuriamo che il tasso di risate è molto alto, nella migliore tradizione della commedia popolare francese. (…)
Gabriella Galluzzi, l’Unità, 20/3/2013 |
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| Critica (2): | |
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| Critica (3): | |
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| Critica (4): | |
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