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Romuald & Juliette - Romuald & Juliette


Regia:Serrau Coline

Cast e credits:
Soggetto e sceneggiatura: Coline Serrau; fotografia: Jean-Noel Ferragut; sceno­grafia: Jean-Marc Stehle; montaggio: Catherine Ranault; interpreti: Daniel Auteuil (Romuald), Firmine Richard (Juliette), Pierre Vernier (Bianche) Maxime Leroux (Cloquet), Gilles Privat (Paulin), Muriel Combeau (Nicole), Catherine Salviat (FranQoise), Nicolas Serreau (impiegato HLM), Alain Tretout (Vidal); produzione: Philippe Carcassonne, Jean Louis Piel. Una coproduzione Cinea Eníloc Films FR3 Films Production; origine: Francia, 1989; durata: 104'.

Trama:Da dieci anni la nera Juliette lavora come addetta alle pulizie in una fabbrica di latticini presieduta dal dinamico bianco Romuald che ha per amante la segretaria Nicole. Un giorno Juliette scopre, fra i rifiuti, le prove di una macchinazione contro il presidente ordita con la complicità della sua amante. Invano tenta di parlare a Romuald che, non ascoltandola, viene travolto da uno scandalo costruito ad arte. L'uomo si rifugia allora in casa di Juliette in un quartiere degradato e prepara la riscossa.

Critica (1):Coline Serreau regista francese, e nota per il successo di Tre uomini e una culla. Chiamata a Hollywood per farne il remake americano non contenta ha ab­bandonato il progetto nelle mani di Leonard Nimoy che lo ha diretto inti­tolandolo poi Tre scapoli e un bebè. Nonostante ciò, il viaggio non è stato infruttuoso, perché lì ha realizzato un soggetto che si interessava del proble­ma dell'integrazione dei neri americani (Black Mama and Big Boss). Una volta tornata in Francia, la storia è stata tra­sferita a Parigi. È così che è nato Romuald & Juliette, accolto entusiasticamente sia dal pubblico che dalla critica. La Serreau ama mettere in scena i rapporti umani raccontandoli sotto forma di fiaba, con il classico finale del "vissero felici e contenti con tanti bei bambini". E di bambini, nel film, ce ne sono proprio tanti (ben sette senza contare i due in arrivo). Oltre alle analogie con le fiabe, nel finale sono riscontrabili cenni auto­biografici dati dallo sguardo amoroso con il quale la regista ci mostra le don­ne incinte: anche la Serreau stava vi­vendo una esperienza analoga. Interes­sante notare come nelle prime scene di Romuald & Juliette (il riferimento è a "Romeo e Giulietta") la regista mette a confronto due mondi, diversi e lontani, quello dei bianchi e quello della gente di colore, attraverso la minuziosa de­scrizione dei loro appartamenti. Quello di Romuald si trova nel quartiere più ricco di Parigi: spazioso, pieno di luce, ordinato. Ogni cosa è esteriormente perfetta. Ma c'è qualcosa che stona: non si sente palpitare la vita. L'appartamen­to e in sintonia con i proprietari, la famigliola di Romuald, solo in apparen­za felici. Infatti i rapporti sono falsi basati tutti su tradimenti reciproci. A confron­to viene posto l'appartamento di Juliette, situato alla periferia, nel quartiere più povero: piccolo, buio, disordinato, dove però i rapporti tra i membri della fami­glia sono veri. Nonostante le liti dovute alle difficoltà quotidiane, tutti sono uniti nelle grandi e piccole disgrazie. Con questa analisi, l'autrice denuncia una situazione reale, che però nel finale ribalta, facendo sì che i due mondi si integrino l'uno nell'altro: grazie all'amo­re, che vince su tutto e su tutti, abbat­tendo le barriere di ceto e di razza. Un messaggio politico, dunque, venato di romanticismo. Non bisogna dimentica­re gli attori che con la loro ottima in­terpretazione hanno permesso la riusci­ta dell'operazione. Soprattutto ricordia­mo Daniel Auteuil nella parte di Romuald, il padrone bianco, egoista, ma a salvar­lo corre in suo aiuto il suo essere alloc­co. Ci sorprende, sia per la sua interpre­tazione che per la sua presenza scenica, la debuttante portoricana Firmine Richard nella parte di Juliette. Romuald & Juliette è una commedia tutta da godere, ricca di trovate, con battute sagaci e spiritose. Si ride intel­ligentemente.
Cristina Mazzantini

Critica (2):

Critica (3):

Critica (4):
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