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Mio cuore umano (Il)


Regia:Quatriglio Costanza

Cast e credits:
Sceneggiatura: Costanza Quatriglio; direttore della fotografia: Stefano Falivene; musiche: Nada Malanima; montaggio: Ilaria Fraioli; suono: François Waledisch, Nada Malanima, con la partecipazione di Gerri Manzoli - per il concerto L’Apertura, Massimo Zamboni, Luca Alfonso Rossi, Simone Filippi - per il concerto La Terra e l’Anima Rita Marcotulli; direttore di produzione: Antonio Rotondi; produzione: Bìbì Film in collaborazione con Radio Televisione Italiana – RAI Tre; origine: Italia, 2009; durata: 52’.

Trama:"Il Mio Cuore Umano", titolo preso a prestito dal romanzo autobiografico della cantante, è un viaggio attraverso i luoghi e le emozioni di Nada, che con generosità e piglio sincero ripercorre la propria vicenda di donna e di artista.
Cresciuta nella campagna toscana tra gli anni Cinquanta e Sessanta è divenuta cantante per volontà della madre, Nada quindicenne irrompe sulla scena come icona di una intera generazione.
Oggi, con la libertà propria di un'artista che vive un’altra giovinezza, ci racconta quello strappo dal mondo rurale e fa i conti con la vita e le contraddizioni di un mestiere profondamente amato.

Critica (1):Quando ho capito che l’idea di Costanza era nata dall’interesse vero e profondo per il mio libro e per il mio lavoro di cantante e autrice mi sono convinta e mi sono lasciata guidare in un percorso intimo raccontando anche il privato con sincerità e verità, e ne è venuta fuori una storia umana e piena d’emozione.
Grazie a Costanza e alla sua delicatezza e sensibilità".
Nada

Il mio cuore umano è un racconto intimo e delicato della cantante Nada. Nada Malanima, nata coi capelli rossi in provincia di Livorno, ormai qualche anno fa. In un paesino di gente toscana che le voleva bene, di vecchiette che la proteggevano, di un mondo contadino rassicurante, caldo e generoso. Ma benché ci siano nomi, oggi, in Italia, che si son presi il ruolo di rockstar nazionali femminili, crediamo che la migliore anima ribelle musicale sia ancora lei, più di quarant’anni dopo uno dei suoi più grandi successi, Ma che freddo fa, del 1969, cantato a San Remo all’età di soli 16 anni, già con quel calore forte che ancora oggi incontra il ghiaccio per un brivido, con una dolcezza ed una sofferenza lamentosa che si scontrano come due nuvole, da cui esce una voce ancora intatta e sublime. Dopo un distacco forzato dalla sua terra d’origine, per volere di una madre lungimirante e decisa, che poi, a distanza di tanti anni, come è normale che sia, si chiede se abbia fatto bene o male a dare alla figlia quel destino, la ragazzina Nada, timidissima e tenerissima, si muove a San Remo con personalità, e lo stesso fa in altri frammenti televisivi che la regista ha scelto con cura dagli archivi Rai. C’è questa Nada qui nel documentario che Costanza Quatriglio organizza con un amore lungo 53 minuti, una Nada donna ed artista che ha fatto la storia della musica leggera italiana, che compare sulla scena introdotta con eleganza da Sandro Ciotti e da un giovanissimo Claudio Lippi. Una Nada bella, che sa muoversi con energia, onorare la sua voce e la sua anima ogni giorno. Ma ce ne è anche un’altra, molto più fragile, nascosta, umana al massimo e pericolosa, da esporre in un documentario, seppure gestito e fortemente voluto da una persona seria, che solo a vederla trasmette fiducia. L’ha detto Nada stessa, dopo aver visto per la prima volta il film, ed esserne rimasta molto emozionata : “Ho fatto bene a fidarmi e ad affidarmi a Costanza, devo dire che ho avuto un’intuizione giusta”. E la sensazione nostra è che Nada abbia ragione, che Costanza Quatriglio si sia avvicinata molto a lei senza la paura di abusare della bellezza del soggetto, ma che sia riuscita, tutto sommato, a tenere bene le fila del discorso e a fare dell’artista un dipinto piuttosto sorprendente e tutt’altro che freddo. Partecipato ed affettuoso, anzi, molto attento anche a tenere alta la bandiera delle donne, come già da un po’ di tempo certo documentario italiano al femminile fa (pensiamo soprattutto al lavoro portato avanti da Alina Marrazzi, con la cui opera questo della Quatriglio mostra qualche assonanza poetica).
L’autrice parte da un romanzo autobiografico che Nada stessa aveva scritto, e che ha lo stesso titolo del documentario presentato a Locarno 62, come Evento speciale. Il mio cuore umano, appunto, quello in cui la cantante racconta tutto di sè, anzi tutto del suo pre-sè, dei primi 15 anni della sua vita. Fondamentali, poi, per quello che Nada è diventata, icona generazionale (non) per caso, artista sensibile e talentuosa come poche altre. Il personaggio è bellissimo, e il film rifiuta ogni commento esterno su Nada. Non c’è una testimonianza che sia una, nè un discografico, nè un amico, nè un giornalista, parlano davanti alla telecamera. C’è solo Nada, pubblica e soprattutto privata, che si fa protagonista inaspettata di se stessa, assumendosi dei rischi che evita con la sua densità umana, capace di superare anche alcuni passaggi tra l’affabulato e il patetico che la Quatriglio decide di attraversare. Nel complesso un lavoro ben fatto, un ritratto particolarmente ravvicinato di un bel personaggio italiano, ancora vivo, come alcune recenti canzoni dimostrano chiaramente.
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Critica (3):

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