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Killing Zoe - Killing Zoe


Regia:Avary Roger

Cast e credits:
Sceneggiatura: Roger Avary; fotografia: Tom Richmond; montaggio: Katheryn Himoff; musiche: Giovanni di Simone; interpreti: Eric Stoltz, Jean Hugues Anglade; produttore: Samuel Hadida una produzione Killing Zoe Productions; origine: USA, 1995; durata: 90'.

Trama:
Parigi, il 14 luglio, festa di commemorazione della presa della Bastiglia, una sgangherata banda di criminali composta da dilettanti, tossicodipendenti e alcolizzati prepara una rapina all'unica banca aperta nella città

Critica (1):Una pioggia di sangue anticipa la nuova stagione cinematografica, aspettando Venezia variopinta di star, dirimpetto a un'altra riviera disseminata di cadaveri. Modello flagrante della tendenza di fine millennio, il cinema docu-fiction. Venezia sarà la frontiera estrema dell'orrore. Di là dall'adriatico Aladin perde una gamba, di qua passa il documentario del futuro post-catastrofe Waterworld, kolossal dolente dei sopravvissuti. Così in questo mondo grondante di umori liquidi e umani, Roger Avary piomba a proposito con la sua valanga di sangue, tonalità godardiana, in Killing Zoe, vincitore del Mystfest '94.
Oscar per la sceneggiatura di Pulp Fiction insieme a Quentin Tarantino, Roger Avary, trentenne per metà canadese, amico del cuore del regista di Reservoir dogs (Le iene), generazione "cineasti da videostore", esordisce con questo lungometraggio di horror straniato. Meta-cinema, ovvero iperviolenza come spremuta organica di tuffi i film del secolo. Mistura di milioni di videocassette visionate nel mitico store di Manhattan Beach, Los Angeles, dove Tarantino e Avary passavano il tempo come i commessi di Clerks. Roger Avary ha scritto l'episodio più tenero di Pulp Fiction, quello con Maria De Medeiros e Bruce Willis, che, mentre gli altri si scannano, imbambolati amoreggiano sul letto di un motel e dialogano astrusamente come in un film di Godard. E Killing Zoe apre proprio così con un prologo insensato. Il bell'americano dai capelli rossi, Zed (Eric Stolti) arriva a Parigi e incontra una biondina all'acqua di rosa, Zoe (Julie Delphy). Incontro alla Linklater. Lui è uno scassinatore, lei è una prostituta, ma l'amore potrebbe trionfare se non fosse per la presenza maligna di un "genere" che inquina il melodramma, che confonde i fotogrammi, che genera caos. E un virus da videocassetta, Jean-Hugues Anglade (La regina Margot), divo francese irrefrenabile, spinto da Roger Avary a "andare oltre la luna". L'amico francese di Zed, chiamato perla rapina del secolo.
Girato in un solo giorno a Parigi (il resto a Los Angeles) tutto dentro il caveau di una banca, durante il tempo di una rapina che si trascina sanguinaria, claustrofobica, teatrale, farsesca. Macchina ipercinetica, ai limiti dell'implosione, Anglade massacra ogni centimetro dell'inquadratura, "fa che non ti debba chiedere di osare di più", lo aizza il regista. E Anglade osa, spara in bocca agli ostaggi, ai clienti, ai compagni, sfregia l'amico Zed, piange di commozione solo sui lingotti d'oro e innaffia con il suo sangue infetto (è malato di Aids) più gente possibile. Mentre sullo sfondo passa in TV un horror bianco e nero, desideroso di rosso, Nosferatu di Murnau. Il videophile non si trattiene. Realizza la formula della "scuola Tarantino", quella dell`autore di massa": un po' più di un film di genere, un po' meno di un film d'autore. Più godimento exploitation, emozioni forti a poco prezzo, Ed Wood, Roger Corman... il film drive-in anni Cinquanta. Sarà alla fine l'inferno. Pavimento, pareti, corpi affogati in pozze scivolose. Zampilli vermigli di morti-viventi, così restii a giacere definitivamente e su cui Roger Avary chiede di ridere. Ridere dell'impossibile che avviene.
Apocalisse in un servizio di cronaca o di guerra, se l'operatore perde il controllo e inquadra "tutto" oltre la chiazza lucente e solitaria.
Avary è più riflessivo, filosofo e moralista di Quentin Tarantino. Spende metà film iniziale per mostrare i danni della droga con orribili effetti flou da Lsd, siringhe ficcate artisticamente nel braccio all'unisono con il trapano che buca la cassaforte. Ecco il Male che "uccide Zoe", la studentessa che ama a pagamento, ma lo farebbe gratis per il rosso romantico scassinatore Zed.
Ammiratore di John Woo (Hard Target), Avary tenta "parabole di Hollywood", la disintegrazione finale dello splatter, oltre Reservoir dogs. Ma c'è un tocco addolorato e stupefatto nello sguardo dei puri Zed e Zoe che mina il dispositivo cinico dei cineasti da videostore. Svaligiando il magazzino, Roger Avary si è trovato in fondo all'ultimo scaffale. Quali immagini possibili dopo Pulp Fiction? Dopo Tarantino. Dopo Killing Zoe. Purtroppo per ora non lo sapremo, visto che Four room il film a episodi (Tarantino e gli altri), annunciato alla Mostra di Venezia, non ci sarà.
Mariuccia Cotta, il Manifesto, 23/8/1995

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