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Nostro Natale (Il) - 'R Xmas


Regia:Ferrara Abel

Cast e credits:
Sceneggiatura
: Cassandra De Jesus, Abel Ferrara, Scott Pardo; fotografia: Ken Kelsch; montaggio: Patricia Bowers, Bill Pankow, Suzanne Pillsbury; scenografia: Frank DeCurtis; costumi: Debra Tennenbaum; musica: Schooly-D; interpreti: Drea de Matteo (la moglie), Lillo Brancato (il marito), Ice-T (il rapitore), Victor Argo (Louie), Naomi Morales (la nipote), Lisa Valens (la figlia); produttore: Pierre Kalfon; produzione: Studio Canal; distribuzione: 01 Distribution; origine: Francia - Usa, 2001; durata: 82'.

Trama:Ecco una bella famigliola di latinos borghesi, addirittura benefattori della comunità. Mamma, papà e figlioletta si preparano a celebrare un Natale come si deve: la recita della piccolina ripresa dalla videocamera del genitore, la ricerca di una bambola speciale al Rockefeller Center, l’albero decorato. Ma i soldi per garantire questa esistenza agiata e liscia come l’olio vengono da un lavoro piuttosto speciale. Quello di spacciatori. Piccole dosi preparate con cura, ad una ad una, sul tavolo da pranzo appena tirato a lucido. Come dire: il massimo della tradizione e il massimo della trasgressione. Finché qualcosa non va storto: il marito viene rapito e la moglie prende in mano la situazione e cerca di risolvere il problema.

Critica (1):Sono passati due anni da New Rose Hotel. Due anni di “black out” quasi totale. Ma Abel Ferrara – chi lo incontrò allora a Venezia, se lo ricorda spaventosamente “fuori” – non si è perso per strada creativamente parlando. ’R Xmas, che ha aperto Torino dopo essere passato a Cannes, nella sezione Un certain regard, è un film lucidissimo, strutturato e stringente come un trattato morale. In un certo senso deve essere anche un film autobiografico: sul paradosso che è la vita di questo straordinario regista e di molti marginali/integrati. Appena diciassette giorni di riprese, un cast meticcio in cui spiccano il rapper Ice-T e l’italoamericana grintosa Drea De Matteo (la moglie costaricana che prende in carica la baracca come accade in Traffic alla Zeta-Jones), una New York d’epoca, quella del ’93 con il primo sindaco nero in carica alla vigilia dell’avvento di Giuliani, David Dinkins. Il nostro Natale mescola gangster movie e documentario con una narrazione limpida e understated ma senza rinunciare ai segni estremi dell’iconografia ferreriana, croci e pistole, violenza e fragilità. È un film to be continued, come si legge nei titoli di coda, con momenti sublimi, come quando il marito viene rapito dalla banda di poliziotti deviati che cercano di ripulire la città lucrando sul crimine, e in famiglia il matriarcato ispanico prende il sopravvento.
Cristiana Paternò, Cinemazip, 14/12/2001

Critica (2):Ingredienti per un film di Abel Ferrara. New York, o meglio il Bronx. Un cattivo poliziotto. Una chiesa. Spaccio di droga. Una famiglia. Madonne e Gesucristi appesi alle pareti e sopra il letto. In R-Xmas ci sono tutti. In più è Natale, e siamo nel 1993. Appena prima, cioè, che il sindaco Giuliani arrivasse con la sua tolleranza zero, quando ancora si comprava e vendeva la roba per le strade senza troppi problemi. Il marito (senza nome, attore Lillo Brancato jr.) è un giovane di origine dominicana. La moglie (senza nome, attrice Drea De Matteo) è una falsa bionda, che aiuta la sua attività di dealer. Lavorano in casa, una bella casa in un condominio elegante e insospettabile, dopo che la bambina e la nonna sono andate a letto. Lui mescola, taglia, fa le dosi. Timbra le bustine con una sua sigla, la sua è una ditta seria. Lei riceve gli spacciatori di strada che lavorano per loro, consegna i quantitativi medi giornalieri e incassa. Ma a Natale si tira su poco, tutti sono più buoni e si fanno di meno. Anche loro sono buoni genitori, accompagnano la bimba alla recita in costume, si sbattono per trovare una bambolona che le piace tanto, da mettere sotto l‘albero. Si baciano e si dicono cose gentili, come due sposini da fotoromanzo. La sera escono con la loro BMW, vedono gli amici, si scambiano i doni ballando. Finché avviene l’episodio che interrompe la routine. Entra in scena un terzo personaggio, non solo senza nome ma dall‘identità misteriosa (l’attore è il rapper Ice-T, che ormai deve aver fatto più film che dischi). E per poter festeggiare il Natale, l‘indomani, con serenità, con la bambola per la bambina che non si dovrà accorgere di niente, sarà dura. L’attività può continuare ma non sarà più così facile, la bimba cresce e bisognerà pur dirle qualcosa. E il peggio, il sindaco di ferro, deve ancora arrivare. Abel Ferrara ha fatto un film preciso, perfetto, che fila via dritto per i suoi 90 minuti esatti senza una sbavatura. I suoi personaggi sono si stagliano illuminati come in un bassorilievo iperrealista. I contrasti della notte sono gli stessi della società, dove si può essere amorevoli padri di famiglia e venditori di morte, e dove le partite di merce arrivano in parrocchia, accanto al presepio. Ma il suo talento veniva fuori meglio da film anche falliti, ma genialmente, come New Rose Hotel. Questo è un Abel Ferrara per bene, un bravo regista che fa il suo lavoro, che gira, taglia, monta, imbusta e ci mette su il suo marchio.
Alberto Farassino, Kwcinema

Critica (3):

Critica (4):
Abel Ferrara
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