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Dog Star Man - Dog Star Man


Regia:Brakhage Stan

Cast e credits:
Interpreti: Jane e Stan Brakhage; origine: Usa, 1961; durata: 78’.

Trama:In "Dog star man non c’è trama". C’è però una scansione temporale divisa in un Prologo e quattro frammenti. Il tema di ognuno di essi può liberamente ritrovarsi negli altri: tra gli avvenimenti la nascita della coscienza, il ciclo delle stagioni, l’antagonismo tra uomo e natura e l’equilibrio sessuale nell’evocazione della caduta di un titano, dal nome cosmico “Uomo della stella del Cane”.

Critica (1):In Dog Star Man si considerano tutte le possibili posizioni. L’uomo vestito con pantaloni stracciati e stivali, con barba e capelli fino alle spalle, accompagnato dal suo cane, si dibatte tra le montagne, fuggendo verso un olocausto che può essere reale o immaginario; ma l’uomo è reale! Vediamo uomo e cane... la mano scava nella neve cercando un nuovo appiglio sulla roccia ghiacciata... poi un passaggio bianco con un motivo rosa quasi invisibile... nuvola... montagna... canyon... cane... albero... nero... corona solare... organo interno... flusso di sangue... nero... parte del viso meditabondo sullo sfondo del cielo... l’uomo cade... la stagione muta...egli si arrampica... il ricordo, o la fantasia, dell’uomo che balla nudo fino alla cintola come un messia alla luce lampeggiante del fuoco... sviene, lotta e ha delle allucinazioni, diventando immortale nel suo sforzo.
Come tutte le opere d’arte, Dog Star Man è un’avventura che non si può definire fisica o spirituale: l’una e l’altra diventano inestricabilmente intrecciate, a dimostrare l’unità e la pura bellezza dell’uomo e dell’universo. La critica parla di livelli, ma Dog Star Man rifiuta i livelli, che diventano indistinguibili. La macchina da presa è all’esterno dell’uomo e lo sta riprendendo... La macchina è un occhio all’interno dell’uomo e guarda i suoi organi... La macchina non distingue tra la fantasia del futuro e il ricordo del passato dell’uomo... La macchina non dice se è all’interno degli organi dell’uomo o del cane. La macchina non dice quando il mondo esterno è immaginato o quando è reale.
Il ritmo di Dog Star Man è un adattamento intuitivo del ritmo del dramma classico, sia che si tratti del teatro Nô che dei vaneggiamenti di Faust. Il dramma classico è composto di scene in sé complete che si uniscono l’una all’altra lasciando lo spettatore appagato ma in attesa della prossima; le scene devono possedere una certa grandiosità e un ritmo non affrettato, ma contenere anche azione fisica e/o intellettuale ed emotiva. Il ritmo convenzionale di un film è di 7 secondi per sequenza o scena. Dog Star Man raddoppia o più che raddoppia l’aspettativa dei 7 secondi.
Ognuna delle lunghe scene (1420 secondi) è una meraviglia fotografica troppo orgogliosa per fare affidamento sull’eccellenza tecnica, e interessata soltanto alla bellezza e all’ideale visivo di un artista... Ogni scena, la cavità di un intestino o i rami di una foresta visti dal basso tra la neve caduta, è una visione memorabile. Collegate l’una all’altra, le scene si innalzano nella costruzione di una storia umana a cui si presta fede come a un evento divino.
(...) In Dog Star Man il film stesso diventa una danza di montaggio, e si muove come i migliori attori del muto fanno con i loro movimenti fisici, con braccio, gamba, lingua e volto... Il film respira, è una cosa organica che si gonfia... È una colossale, lirica avventura-danza dell’immagine in tutte le variazioni di colore. Canyon, montagne, alberi, nero, flusso di sangue, bianco e rosa, cane e uomo nel ricordo, sono attori nel mezzo. La versatilità del 16mm diventa simile al lampeggiare dei versi, e ottiene la stessa possibilità di immortalità e di visione...
Michael McClure, Film Culture n. 29, 1963

Critica (2):Stan Brakhage, nato a Kansas City nel 1933, ha frequentato il Dartmouth College nel 1951, per abbandonarlo poi due anni più tardi e trasferirsi all'Institute of Fine Arts di San Francisco. Nel 1958 sposa Jane Collum, dalla quale avrà cinque figli.
La sua carriera lo vede giovane cantante [addirittura come soprano maschile!] e pianista fino a dopo la guerra, ma nel 1952 il suo interesse si sposta verso la cinematografia e il teatro - gestirà un piccolo teatro in Colorado.
A San Francisco l'incontro con poeti d'avanguardia quali Kenneth Rexroth, Kenneth Patchen, Michael McClure, Robert Duncan avrà una grossa influenza sulla sua arte degli anni successivi, così come l'incontro a New York con John Cage e Edgar Varese.
Sulla scena newyorkese può confrontarsi e diventare amico di registi come Maya Deren, Marie Menken, Willard Maas, Jonas Mekas e Kenneth Anger. Nella seconda metà degli anni '50 e fino al 1964 lavora con Joseph Cornell, Raymond Rohauer, dividendosi fra film, spot pubblicitari e documentari industriali. Derubato della propria attrezzatura a 16mm, Brakhage si concentra sul formato 8mm, e negli anni '60 produce alcuni tra i suoi capolavori tra cui "The Art of Vision" e "Dog Star Man", per poi dedicarsi all'insegnamento a Chicago fino agli anni '80. "Text Of Light" risale al 1974 ed 1974) ed è girato attraverso un portacenere di vetro, una modalità per catturare alcune forme di visione della vita sia a occhi chiusi che aperti. "…fotografando questo portacenere, ho impiegato anche ore per ottenere 30 secondi di girato…". Stan Brakhage è scomparso il 9 marzo 2003

Critica (3):

Critica (4):
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