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Voce Stratos (La)


Regia:D'Onofrio Luciano, Affatato Monica

Cast e credits:
Soggetto e sceneggiatura: Luciano D'Onofrio, Monica Affatato; montaggio: Luciano D'Onofrio, Dario Nipote; musiche: Demetrio Stratos; effetti: Angelo Santovito; suono: Mirko Guerra, Monica Affatato, Gianluca Tamai; interpreti: Demetrio Stratos, Oskar Schindler, Diego Cossu, Francesco Avanzini, Daniele Ronconi Demetriou, Gianni Dall’Aglio, Matteo Guarnaccia, Gianni De Martino, Claudio Rocchi, Ares Tavolazzi, Patrizio Fariselli, Silvia Lelli, Roberto Casotti, Patrick Erard Djivas, Paolo Tofani, Cristian Capitozzo, Paolino Dalla Porta, Gianni Emilio Simonetti, Ambrogio Vitali, Oderso Rubini, Massimo Villa, Nanni Balestrino, Diamanda Galas, Brian Auger, John De Leo, Claudio Chianura, Sainko Namtchylak, Giorgio Benacchio, Fatima Miranda, Sherif El Sebaie, Arrigo Lora Totino, Mauro Pagani, Luciano Martinengo, Joan La Barbara; produttore: Pier Milanese, Maurizio Perrone per Route 1; origine: Italia, 2009; durata: 110’.

Trama:Demetrio Stratos è stato l'uomo - il cantante - che più ha investigato la voce umana, dalle sue radici alle sue potenzialità oltre il linguaggio. A più di 25 anni dalla sua morte la voce di Stratos continua a suscitare entusiasmi ed emozioni. Il corpus del suo lavoro mostra un'eterogeneità unica, estendendosi dai territori della musica commerciale a quelli del rock, del jazz, della musica contemporanea e dell’avanguardia più radicale, sempre a livelli insuperati.

Critica (1):Quasi due ore per raccontare Demetrio Stratos, l'uomo che, più di ogni altro, ha investigato la voce umana, dalle sue radici alle sue potenzialità oltre il linguaggio. "La voce Stratos" è un documentario di Luciano D'Onofrio e Monica Affatato a trent'anni dalla morte dell'artista a seguito di una un'aplasia midollare, alla vigilia di un suo concerto che avrebbe dovuto tenere a Milano.
Parlano di lui i colleghi che lo hanno affiancato nella sua attività, i musicisti de 'I ribelli', il gruppo beat italiano con cui incide 'Pugni Chiusi', e degli 'Area', il gruppo da lui fondato nel 1972.
Tante immagini di repertorio, dichiarazioni di Daniela Ronconi-Demetriou, la moglie di Stratos e commenti di medici che hanno studiato la voce di demetrio da un punto di vista scientifico senza arrivare mai ad una spiegazione definitiva.
Un mix di testimonianze insomma per descrivere in modo dettagliato uno degli artisti più eclettici degli anni Sessanta-Settanta in Italia. Una voce fuori dal comune, con una malformazione, se così la si può definire che gli consentiva di produrre contemporaneamente suoni differenti con ciascuna corda vocale.
Una pellicola quella dei due registi indipendenti che ha come vero protagonista non Demetrio Stratos, ma la sua voce.
La voce Stratos è un omaggio sincero e puro ad un artista troppo spesso trascurato e ce ne restituisce il mito e la grandezza. Complimenti a Luciano D'Onofrio e Monica Affatato che hanno realizzato un buon lavoro di forte empatia, facendo rivivere quell’epoca e dando la sensazione che Stratos non sia mai morto.
Giovanni Bonaccolta, 35mm

Critica (2):A più di 25 anni dalla sua morte la voce di Stratos continua a suscitare entusiasmi ed emozioni.
Il corpus del suo lavoro mostra un’eterogeneità unica, estendendosi dai territori della musica commerciale a quelli del rock, del jazz, della musica contemporanea e dell’avanguardia più radicale, sempre a livelli insuperati.
Per estensione ed intensità il carattere del suo lavoro assume l’inafferrabilità del mito, mito che egli realmente è stato per quegli anni, dei quali la sua voce rappresentava al massimo grado la volontà di cambiamento, di creazione del nuovo e di distruzione del dogma. Demetrio Stratos nasce in Egitto da genitori greci e arriva in Italia negli anni ’60, per iscriversi all’Università. Inizia a cantare – per caso, si dirà - e diventa la voce dei Ribelli, gruppo di punta del “beat italiano”: un cantante greco!
Negli anni ’70 è tra i fondatori degli Area, uno dei più provocatori ed innovativi gruppi di pop sperimentale. Gli Area portano la ricerca musicale direttamente nelle strade e nelle manifestazioni oltre che su disco e nei concerti. Le loro influenze spaziano dal rock al jazz alla musica contemporanea, dalla musica etnica all’elettronica. Un salto quantico, per un cantante-per-caso di soul e rhytm’n’blues.
A partire dal lavoro sperimentale con gli Area, parallelamente ad esso, Stratos inizia a studiare la voce come puro strumento musicale e sonoro, realizza dischi per sola voce e lavora con artisti del calibro di John Cage. Le registrazioni e le misurazioni effettuate nei Centri di Fonologia testimoniano che oltre ad avere una gamma di esmissione amplissima ha la capacità di emettere due eanche tre suoni di frequenza diversa in contemporanea.
Le sue ricerche rimangono feconde per chi si occupa della voce come strumento musicale, le sue sperimentazioni insuperate.
La ricerca di Stratos sulla voce ha segnato un punto di non ritorno nell’esplorazione della voce umana come strumento musicale, nell’abbandono del linguaggio verbale come forma unica e privilegiata di espressione musicale legata alla voce.
Nel marzo ’79 Demetrio viene ricoverato dapprima a Milano poi al Memorial Hospital di New York per una grave forma di aplasia midollare.
Demetrio Stratos muore a New York il 13 giugno del 1979, proprio alla vigilia di un concerto organizzato per raccogliere fondi per le costose cure.
Il concerto all’Arena civica si tramutò in un colossale tributo all’artista e all’uomo. Sul palco si alternarono un centinaio di musicisti di fronte ad un pubblico di oltre 60.000 spettatori. Un pubblico di massa per un artista che non era mai stato “di massa”.
cinemaitaliano.it

Critica (3):

Critica (4):
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