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Predatori (I)


Regia:Castellitto Pietro

Cast e credits:
Soggetto: Pietro Castellitto; sceneggiatura: Pietro Castellitto; fotografia: Carlo Rinaldi; musiche: Niccolò Contessa; montaggio: Gianluca Scarpa; scenografia: Luca Merlini; costumi: Isabella Rizza; suono: Alessandro Palmerini, Alessandro Zanon; interpreti: Massimo Popolizio (Pierpaolo Pavone), Manuela Mandracchia (Ludovica Pensa), Giorgio Montanini (Claudio Vismara), Pietro Castellitto (Federico Pavone), Dario Cassini (Bruno), Anita Caprioli (Gaia), Marzia Ubaldi (Signora Ines), Nando Paone (Nicola Fiorillo), Antonio Gerardi (Flavio Vismara), Vinicio Marchioni (venditore di orologi), Giulia Petrini (Teresa), Liliana Fiorelli (Paola), Claudio Camilli (Carlo Vismara); produzione: Fandango (Domenico Procacci, Laura Paolucci) con Rai Cinema; distribuzione: Rai Cinema; origine: Italia, 2019; durata: 109'.

Trama:È mattina presto, il mare di Ostia è calmo. Un uomo bussa a casa di una signora: le venderà un orologio. È sempre mattina presto quando, qualche giorno dopo, un giovane assistente di filosofia verrà lasciato fuori dal gruppo scelto per la riesumazione del corpo di Nietzsche. Due torti subiti. Due famiglie apparentemente incompatibili: i Pavone e i Vismara. Borghese e intellettuale la prima, proletaria e fascista la seconda. Nuclei opposti che condividono la stessa giungla, Roma. Un banale incidente farà collidere quei due poli. E la follia di un ragazzo di 25 anni scoprirà le carte per rivelare che tutti hanno un segreto e nessuno è ciò che sembra. E che siamo tutti predatori.

Critica (1):Questo è un film corale, ma i personaggi non lo sanno. Ognuno di loro è solo, perso in quel tratto di vita in cui nessuno sembra capirti e vorresti che tutto andasse dall’altra parte. Invertire il corso per vivere la propria speranza: è questa la loro battaglia. D’altronde, essere felici è un mestiere difficile. A volte, un mestiere da “predatori”. In Federico ho catalizzato un sentimento di alienazione, un carico di frustrazione enorme, che nasce dalla differenza che c’è tra quello che sei e quello che gli altri pensano tu sia. Un carico inquietante che può portare a gesti estremi. A me, fortunatamente, ha fatto scrivere un film. Questo.
(Nota del regista, labiennale.org)

Critica (2):(…) Portatore sano di una lucida, irresistibile follia, Castellitto, anche autore di soggetto e sceneggiatura - nel film è Federico, il giovane assistente di filosofia, figlio di un chirurgo (Massimo Popolizio) e di un'affermata regista cinematografica, nevrotica e dispotica (Manuela Mandracchia) - confeziona un esplosivo, dissacrante, divertente e disperato ritratto dei nostri giorni.
Forte di uno stile già abbastanza riconoscibile, l'attore figlio d'arte (...) gioca sul parossismo di situazioni apparentemente normali portate al limite, dirige con disinvoltura ben più che discreta un ottimo cast - splendidi i vari Giorgio Montanini, Claudio Camilli e Antonio Gerardi nella caratterizzazione dei fasci/burini/trafficanti d'armi Vismara, soprattutto riesce nella non facile impresa di liberare reazioni di risate improvvise per poi farti ripiombare in uno stato di tristezza infinito.
Molti i momenti cult, dal barbecue nella tenuta di campagna dei Vismara all'elegante (?) cena in ristorante con i parenti per il compleanno della nonna 90enne dei Pavone, passando per la distruzione di un enorme salvadanaio utilizzando come martello uno dei tanti David di Donatello vinti dalla mamma regista.
Insomma, al netto di qualche comprensibile, più che perdonabile scivolatina, I predatori non fa prigionieri: fresco nella scrittura, libero nella messa in scena, un esordio da non sottovalutare.
Valerio Sammarco, cinematografo.it

Critica (3):

Critica (4):
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