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Corazzata Potemkin (La) - Bronenosec Potemkin


Regia:Ejzenštejn Sergej Michailovic

Cast e credits:
Sceneggiatura: Nina Agadzhanova Sutko, Sergej Michailovic Ejzenštejn; fotografia: Eduard Tisse'; musiche: Edmund Meisel; montaggio: Grigori Aleksandrov, Sergej Michailovic Ejzenštejn; scenografia: V. Rachals; interpreti: Alexandre Antonov (Vakulinchuk), Vladimir Barskij (Comandante Golikov), Grigori Aleksandrov (Primo Ufficiale Giliarovskij), Ivan Bobrov (Capitano Golikov), Andrei Fajt (recluta), Michail Gomarov (un marinaio), Alexandre Levshin (guardiamarina), Marusov (ufficiale), Levchenko Repnikova (donna sulla scalinata); produzione: Goskino; distribuzione: Cineteca di Bologna; origine: Urss, 1926; durata: 71'.

Trama:Giugno 1905. Tra l' equipaggio della corazzata russa Potemkin regna un vivo malcontento a causa delle vessazioni cui sono sottoposti i marinai. Il malcontento si trasforma in ammutinamento, allorché il comandante ed il medico dell' unitą rifiutano di accogliere le giuste proteste dei marinai per il rancio ricavato da cibi immangiabili. La corazzata raggiunge quindi il porto di Odessa, dove il gesto compiuto dai marinai si diffonde rapidamente tra la popolazione, provocando manifestazioni di plauso e di incoraggiamento. Ma l' intervento delle guardie imperiali reprime nel sangue l' entusiasmo della popolazione. Nel frattempo un' intera squadra navale della marina russa naviga verso la cittą sul Mar Nero per ricondurre all' ordine gli ammutinati del Potemkin. Quando lo scontro sembra irreparabile, e la fine della corazzata prossima, gli equipaggi delle navi inseguitrici rifiutano di aprire il fuoco e la Potemkin č salva.

Critica (1):In occasione del ventennale della rivoluzione del 1905, il Partito comunista autorizza la realizzazione di alcuni film celebrativi. A uno di questi lavora Nina Agadzanova, che raccoglie il materiale per sceneggiare otto episodi da riunire sotto il titolo 1905. Il progetto si rivela troppo macchinoso. Ejzenštejn comincia a girare l'episodio di Leningrado, partendo dalle fasi dello sciopero che paralizzņ la cittą. Le riprese vanno per le lunghe, aumentano i dubbi sulla possibilitą di racchiudere in un film solo episodi cosģ disparati. Finalmente si decide di abbandonare il progetto e ci si concentra sulla storia dell'ammutinamento dell'equipaggio dell'incrociatore Potėmkin, a Odessa. Ci si rifą a documenti e cronache dell'epoca, si riscrive la sceneggiatura. C'č fretta, manca ormai poco alla fine del 1925. A ventisette anni, terminato il suo primo film (Stacka), Sergej Mikhailovic Ejzenštejn (Riga, 23 gennaio 1898 - Mosca, 10 febbraio 1948) si appresta a realizzare l'opera che lo consacrerą come il maggiore regista del cinema sovietico.
A bordo dell'incrociatore serpeggia il malcontento. Il marinaio Vakulincuk incita i compagni alla rivolta. Esasperati dal trattamento che ricevono, i marinai rifiutano di mangiare la carne putrida preparata per il rancio. Il comandante ordina l'adunata in coperta e chiede a chi č soddisfatto del vitto di farsi avanti. Solo alcuni - gli ufficiali, i sottufficiali, qualche marinaio - ubbidiscono. Gli altri protestano. Una parte di loro viene ammassata a poppa e coperta da un telone. Un plotone di esecuzione č pronto a sparare. Si dą l'ordine ma gli uomini abbassano le armi. Č come il segnale della rivolta. Gli ufficiali sono ridotti all'impotenza. Il medico, che aveva dichiarato commestibile la carne, č gettato in mare. Vakulincuk lotta con l'ufficiale in seconda, che gli scarica addosso il fucile, uccidendolo.
Trasportata a terra, la salma del marinaio č deposta sul molo, sotto una tenda. Una folla sempre pił grande scende al porto, per renderle omaggio. La rabbia esplode. Tutta Odessa accorre lontano applaude il Potėmkin, che ha issato l'albero una bandiera rossa. Un nugolo di barche e di vele muove verso la nave.
A un tratto, sulla scalinata dove s'č riunita la folla, un drappello di cosacchi avanza. Donne e uomini, vecchi e bambini cadono sotto i colpi soldati e sotto gli zoccoli dei cavalli. Il Potėmkin spara una salva contro la cittą. A bordo, un'assemblea decide di continuare l'azione. Si vorrebbe scendere a terra, ma si desiste. Una notte carica di tensione attende i marinai rivoluzionari. All'alba si annuncia che una squadra sta muovendo a tutto vapore contro l'incrociatore. Ci si dispone al combattimento. Il Potėmkin esce in mare aperto. Ma dalle altre navi non si spara nemmeno un colpo. “Fratelli”, si grida. L'incrociatore passa attraverso la squadra.
Bronenosetz Potėmkin č opera doppiamente innovatrice. Da una parte, nasce dalla sperimentazione che si era sviluppata attraverso le regķe teatrali di V. Mejerkhold ed era culminata nella distruzione dei modelli strutturali “borghesi” (la trama, considerata come falsificazione ideologica della realtą), per una pił libera ricomposizione degli elementi scenici. Su questa strada si muoveva, del resto, anche la narrativa post-rivoluzionaria (ad esempio i Pilniak e gli Oleša).
Dall'altra, č frutto delle scelte del nuovo committente, lo Stato sovietico. Ribaltando il concetto di ideologia (non pił intesa come “falsa coscienza” e mistificazione del processo storico, ma come sussidio e motore di una “presa di coscienza”), la teoria rivoluzionaria esigeva che il senso della storia venisse estratto dai fatti stessi, ricostruiti scientificamente sulle fonti (i documenti, le cronache), e che i fenomeni complessi della realtą fossero, per cosģ dire, semplificati e sintetizzati nei loro fattori tipici.
Ejzenštejn riuscģ a stringere in unitą le due origini del progetto. E questo, sia grazie al momento storico favorevole (il periodo era quello della creativitą rivoluzionaria del marx-leninismo, non ancora irrigidito in una ideologia di Stato che avrebbe trasformato l'azione della “presa di coscienza” in una “coscienza” predeterminata), sia grazie alla straordinaria acutezza analitica del procedimento tecnico (il montaggio come sintesi dialettica degli opposti, ossia nelle immagini a confronto). Il film č tutto esemplare in questo senso. Non vi č accensione lirica, nessun pathos rivoluzionario esteriore. Vi sono contrasti di situazioni e loro soluzioni in sintesi successive: il rifiuto della carne immangiabile, la minacciata fucilazione, la rivolta; l'omaggio alla salma di Vakulincuk, l'esplosione della rabbia popolare, le barche che accorrono verso il Potėmkin; il massacro sulla scalinata, la tensione a bordo, il passaggio indenne fra le navi della squadra imperiale.
Bronenosetz Potėmkin fu presentato, con enorme successo, al Teatro Bolšoj di Mosca, il 21 gennaio 1926.
Fernaldo Di Giammatteo, 100 film da salvare, Mondadori, 1978

Critica (2):Restaurato in 35mm nel 2005 da Deutsche Kinemathek con il sostegno di Bundesarchiv-Filmarchiv, BFI – National Archive e Russian State Archive of Literature and Arts (RGALI). Per la versione restaurata la musica originale composta da Edmund Meisel per la prima tedesca del 1926 č stata restaurata da Helmut Imig con l’aiuto di Lothar Prox.
Nato su commissione per celebrare la rivoluzione del 1905, il film solleva immediati entusiasmi internazionali. "La Potėmkin non č di quelle navi che si possano affondare con dei siluri. Ha levato l'ancora per sempre. Naviga. La sua scia contiene tutto" (Robert Desnos, 1927). Tenendo ferma la potenza delle idee e della loro forma cinematografica, possiamo osare: il Potėmkin č anche un film di straordinario intrattenimento.
ilcinemaritrovato.it – Cineteca di Bologna

Critica (3):

Critica (4):
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