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Francofonia - (Francofonia, le Louvre sous l'occupation)


Regia:Sokurov Aleksandr

Cast e credits:
Sceneggiatura: Alexei Jankowski, Aleksandr Sokurov; fotografia: Bruno Delbonnel; musiche: Murat Kabardokov; montaggio: Alexei Jankowski, Hansjörg Weissbrich; costumi: Colombe Lauriot Prevost; effetti: Jean-Michel Boublil; interpreti: Louis-Do de Lencquesaing (Jacques Jaujard), Benjamin Utzerath (Franz Wolff-Metternich), Vincent Nemeth (Napoleone Bonaparte), Johanna Korthals Altes (Marianne), Andrey Chelpanov, Jean-Claude Caer; produzione: Idéale Audience-Zéro One Production-N279 Entertainment, in co-produzione con Arte France Cinema-Le Musee Du Louvre; distribuzione: Academy Two; origine: Germania-Olanda- Francia, 2015; durata: 87'.

Trama:Storia e finzione si intrecciano per interrogarsi sul valore dell'arte e sulla responsabilità di ciascuno nei confronti della sua sopravvivenza. Sokurov apre al pubblico le porte del Louvre, svelando il dietro le quinte di un incontro che si svolse nel 1943 durante il quale due uomini, il conte Franziskus Wolff-Metternich, capo dell'amministrazione nazista, e il direttore del museo Jacques Jaujard, decisero le sorti dell'arte. Mentre i due discutono del destino dei tesori del Louvre, nelle sale del Museo appaiono Marianne, simbolo della Francia e Napoleone che ammira perplesso le opere che lo celebrano.

Critica (1):L’atteso ritorno cinematografico di Aleksandr Sokurov, a quattro anni di distanza dal Leone d'Oro Faust, è un piccolo film (appena ottantasette minuti di durata) dalla struttura irregolare e di genere indefinibile: un po' documentario, un po' monologo interiore, un po' rievocazione storica, un po' saggio filmato. Francofonia si presenta, così ci dice la stessa locandina, come «un'elegia per l'Europa» (elegia è un termine che ricorre in più di un titolo della variegata filmografia di Sokurov): una meditazione malinconia ma anche vivace e non di rado ironica condotta come un libero flusso di pensieri e fantasie che si fanno, letteralmente e sotto i nostri occhi, immagine cinematografica. Protagonista di Francofonia è il Museo del Louvre di Parigi, ed è inevitabile ripensare al lungo piano sequenza che in Arca russa trasformava l'Ermitage in un eterno palcoscenico («La Russia è come un immenso teatro», si diceva in quel film) ma anche a un vecchio cortometraggio del regista, Hubert Robert - A Fortunate Life, dedicato appunto al pittore francese. La totalizzante dimensione teatrale di Arca russa qui lascia però spazio a una sequenza di riflessioni sul significato dell'arte e, in particolare, dell'arte contenuta nelle stanze del Louvre. Una sequenza erratica, sia per la quantità di argomenti toccati sia per la varietà linguistica, tra scene metaforiche e figure allegoriche (la Marianna di Francia e, con sfumature diverse, Napoleone).
Il cuore di Francofonia è il rapporto tra Jacques Jaujard, direttore del museo durante la Seconda guerra mondiale, e l'ufficiale nazista Franziskus Wolff-Metternich, improbabili alleati nella salvaguardia delle opere contenute nel Louvre. Sokurov non vuole però lodare un presunto potere banalmente positivo, o addirittura assolutorio, dell'arte in quanto tale. Il suo sguardo, e le sue parole (la voce fuori campo del regista, che ragiona e immagina, ci accompagna fino alla fine), si concentrano sul mistero del gesto artistico e del suo prodotto, che vanno oltre il tempo, oltre lo spazio e oltre la stessa coscienza dell'artista. E quale luogo migliore di un museo per mostrare come un dipinto o una scultura scavalchino il proprio secolo di appartenenza, e le intenzioni di chi li ha creati, per guardare negli occhi noi osservatori, qui e ora? Non a caso, il genere pittorico su cui Sokurov si sofferma di più è il ritratto: perché la cultura europea (che secondo Sokurov va difesa, non deve mescolarsi e perdere la propria identità) è sempre stata così ossessionata dai volti? Tante domande, tante possibili risposte (e non sono sempre risposte rassicuranti), tante suggestioni offerte da un film ricchissimo. Prendiamo il titolo: cos'è la francofonia? La lingua parlata dai tesori del Louvre, indipendententemente dalla loro origine storica e geografica? Ma la questione definitiva che pone Francofonia è una: cos'è più importante, cosa va salvato? L’uomo o l'arte? Naturalmente non c'è soluzione. Una verità, però, Francofonia riesce a fissarla, ed è incontrovertibile: l'arte è eterna, l'uomo no.
Valentina Alfonsi, Cineforum n.548, 10/2015

Critica (2):

Critica (3):

Critica (4):
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