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Profilo per due (Un) - Profil pour deux (Un)


Regia:Robelin Stéphane

Cast e credits:
Sceneggiatura: Stéphane Robelin; fotografia: Priscila Guedes; musiche: Vladimir Cosma; montaggio: Patrick Wilfert; scenografia: Alain-Pascal Housiaux, Patrick Dechesne, costumi: Petra Fassbender; interpreti: Pierre Richard (Pierre), Yaniss Lespert (Alex), Fanny Valette (Flora), Stéphane Bissot (Sylvie), Stéphanie Crayencour (Juliette), Gustave Kervern (Bernard), Macha Méril (Marie), Pierre Kiwitt (David), Philippe Chaine (produttore), Anna Bederke (Madeleine), Arthur Defays (Simon); produzione: Ici Et La Productions, Detailfilm, La Compagnie Cinematographique, Panache Productions, in coproduzione con Orange Studio, Schortcut Films, Rtbf (Television Belge), Voo Et Be Tv, Gasmia Film, Mmc Movies, The Post Republic, Chaussee Soundvision; distribuzione: Officine Ubu; origine: Francia-Germania-Belgio, 2017; durata: 100'.

Trama:L'ottantenne Pierre vive in solitudine da quando è mancata la moglie. Per questo sua figlia decide di regalargli un computer, nella speranza di stimolare la sua curiosità e - perché no? - di permettergli di conoscere nuove persone. Grazie agli insegnamenti del trentenne Alex, Pierre impara a navigare e presto si imbatte in un sito di appuntamenti online. Utilizzando l'identità di Alex, Pierre conosce Flora63, un'affascinante giovane donna, e se ne innamora. Anche la giovane rimane affascinata dallo spirito romantico dei suoi messaggi e gli chiede un appuntamento. Intrigato da questa nuova avventura, Pierre deve a questo punto convincere Alex ad andare all'incontro al suo posto...

Critica (1):Pierre (Pierre Richard) è un ottantenne che dalla morte della moglie passa gran parte del tempo in casa. La figlia, preoccupata per il padre, decide di regalargli un computer e chiede al giovane Alex (Yaniss Lespert), fidanzato della figlia, di dargli lezioni. Pierre si imbatte presto in un sito d’incontri dove, utilizzando una foto di Alex, conosce Flora (Fanny Valette), una ragazza che rimane affascinata dalla sua storia e dai suoi modi romantici. Quando gli chiede di incontrarsi dal vivo, Pierre dovrà convincere Alex ad andare all’appuntamento al posto suo.
Una commedia rivolta ai tempi moderni quella di Stéphane Robelin, regista e sceneggiatore al suo terzo lungometraggio. I temi sono iper noti: il web come canale primario e privilegiato di comunicazione; la solitudine collettiva che spinge anziani e non solo a vivere in una realtà virtuale, spesso fingendosi qualcun altro; le conseguenze che derivano dalla mancanza di sincerità; e il classico “l’amore non ha età”. Robelin non tratta però la materia filmica con amarezza o nostalgia: la sua è una scrittura vivace e gioiosa che, forse controcorrente, fa emergere il lato positivo del nostro presente 2.0 (o 3.0), in cui i sentimenti veri possono avere la meglio su meri numeri, pollici, emozioni gialle. Così dall’attualità si passa a raccontare un amore antico, cortese, quasi romanzesco, perché la parola torna a essere la dominante in un mondo di immagini seriali e stereotipate. (Fermiamoci qui, o l’interpretazione rischia di andare oltre – anche se a volte essa può diventare più piacevole del film stesso). In questo, Un profilo per due sembra voler recuperare la tradizione delle commedie anni ‘80/90 dove tanta è l’attesa dell’incontro e il piacere del primo appuntamento, consumato a lume di candela vis-à-vis con un calice di vino rigorosamente rosso. Al tempo stesso si affronta sempre con leggerezza la condizione di un uomo solo, ormai avanti con l’età, che attraverso la tecnologia – usata perlopiù come pretesto narrativo –, riscopre la voglia di rimettersi in gioco e rischiare, il brivido di corteggiare e amare di nuovo. (…)
Marco Bolsi, sentieriselvaggi.it, 1/9/2017

Critica (2):Divagazione modernizzata sul modello del Cyrano di Rostand, la commedia francese è al servizio dell'ottantatreenne Pierre Richard (il personaggio si chiama come lui Pierre) attore comico di vastissima fama nel suo paese. (...) Situazioni spassose a non finire. Intoppi, equivoci, imprevisti a cascata. Divertente e comico senza rinunciare a qualche obbligata malinconia e a offrire qualche chiave sull'epocale problematica della prolungata terza età.
Paolo D'Agostini, La Repubblica, 31/7/2017

Critica (3):

Critica (4):
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