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Piacere e l'amore (Il) - Iklimler


Regia:Ceylan Nuri Bilge

Cast e credits:
Sceneggiatura: Nuri Bilge Ceylan; fotografia: Gökhan Tiryaki; montaggio: Ayhan Ergürsel, Nuri Bilge Ceylan; effetti: Burak Balkan; interpreti: Ebru Ceylan (Bahar), Nuri Bilge Ceylan (Isa), Nazan Kesal (Serap), Mehmet Eryilmaz (Mehmet), Arif Asçi (Arif ), Can Özbatur (Güven), Fatma Ceylan (madre di Isa), Emin Ceylan (padre di Isa), Serra Yilmaz (Semra), Feridun Koç (regista serie Tv), Ceren Olcay (attrice serie Tv), Abdullah Demirkubuz (attore serie Tv), Zafer Saka (componente troupe serie Tv), Ufuk Bayraktar (tassista); produzione: Pyramide Films - Imaj - Nbc Film; distribuzione: Bim; origine: Francia -Turchia 2006; durata: 97'.

Trama:Ogni uomo può essere triste o felice per ragioni molto semplici, nello stesso modo per cui per vivere o per morire basta molto poco... Isa e Bahar sono due persone molto sole, estranee al resto del mondo per via dei cambiamenti avvenuti all'interno delle loro anime, alla ricerca della felicità che è stata loro strappata. Insieme, sotto il sole dell'estate, potrebbero essere felici e innamorati, ma lo sguardo di lui si rivolge altrove e la ragazza piange in silenzio. Alla coppia non resta che separarsi tornando lei al suo lavoro di segretaria di edizione, e lui ai suoi studi di docente universitario. Arriva l'inverno e la ragazza sente profondamente la mancanza del calore dell'uomo ma l'ultimo, definitivo incontro li allontanerà di nuovo e per sempre.

Critica (1):Stagioni d'amore, al ritmo delle stagioni stesse in Les Climates (I Climi) del regista e attore turco Nuri Bilge Ceylan, in concorso a Cannes. Già vincitore con Distant (2003) del Premio della giuria e della Palma come migliore interprete. Anche quest'ultimo lavoro Ceylan è in odore di premio, complici anche una fotografia di rara finezza e la musica commovente. Un uomo indeciso è felice e infelice per le stesse identiche ragioni. In estate, mentre è in vacanza in Anatolia con la sua compagna, si accorge di non amarla più. Il suo silenzio da atavico si fa offensivo, smette di guardarla e di cercarla. Finché non le dichiara la morte dei sentimenti. Per niente sorpresa, ma arrabbiata, lei tenta di ucciderlo e di uccidersi, tappandogli gli occhi sulla Vespa, fra tornanti a strapiombo. Si salvano per miracolo. Arriva l'autunno e nell'uomo si accende l'anelito d'amore, ma ne cerca soddisfazione in una vecchia fiamma (Nazan Kesal), lasciata in egual modo e con la quale aveva condiviso un'intimità piena di passione.
Riottiene quanto desiderato, ma in breve - con l'arrivo dell'inverno - torna quella strana insoddisfazione, cui segue un altro abbandono. L'autunno cede così il passo all'inverno e lui si reca tra le montagne del nord per ricercare la donna abbandonata in estate, impegnata a girare un film. Ammette le proprie colpe promettendole un futuro certo e roseo. Lei si fida senza riserve, ma questo altro tentativo fallisce nel breve arco di una notte: al mattino lui ha già smesso di parlare e di guardarla.
E per lei torna a essere tutto lampante. Bilge Ceylan ha costruito il suo film secondo il modello francese: lunghi silenzi, espressività e sensualità oltre ogni dialogo. Mentre la componente tutta turca è nella coraggiosa rassegnazione. Queste donne riprendono senza domande le fila del discorso laddove l'uomo le recide. Perché la vita non dà spiegazioni, allora quel che resta è piangere tanto e essere forti.
Salvatore Trapani, Il Giornale, 22/5/2006

Critica (2):Citando il titolo di un libro potremmo ribadire che gli uomini vengono da Marte, le donne da Venere, e un contatto tra i sessi non è solo difficile o doloroso, spesso non è proprio possibile. Il regista attore nonché autore turco Nuri Bilge Ceylan (il film è una co-produzione francese), sembra volerlo mettere ancora una volta nero su bianco nella pellicola presentata in concorso al Festival di Cannes. Con una semplicità tale da rasentare l'indifferenza sentimentale, Isa e Bahar si amano e si lasciano al termine di una vacanza estiva non certo votata alla passione più bruciante.
Votata invece alla razionalità più assoluta, Bahar pretende di non sentire più l'ex fidanzato e alla prima occasione vola a lavorare su di un set lontano da Istanbul. Dal canto suo, Isa si concentra sul proprio lavoro universitario, si concede a vecchie fiamme fedifraghe e arrivato al culmine della solitudine parte alla ricerca di quello che crede - solo apparentemente - di aver perso e di necessitare disperatamente.
Lucido, essenziale nei dialoghi, geniale nel messaggio e nella forma: Iklimler è un esempio di cinema maturo dall'autore che le sale italiane hanno già ospitato con Uzak. Non si tratta semplicemente del solito esempio di solitudine umana, d'incomunicabilità tra le persone, Ceylan tratteggia con la semplicità – apparente - con cui cambiano le stagioni, l'allontanamento di due anime che cercano disperatamente di unire il loro cammino alla ricerca di una felicità che nella realtà, semplicemente non esiste. Meglio cercare soddisfazione, poca, nelle tesi di laurea, nelle vacanze solitarie, nelle foto ai monumenti condendo il tutto con qualche scappatella.
Neve, sole, le piogge dell'autunno, tutto torna in un ciclo continuo e con immutabile solennità.
Un pò come due amanti si lasciano e trovano di tanto in tanto.
Valentina Pieraccini, filmup.leonardo.it

Critica (3):

Critica (4):
Bilge Ceylan
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