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Nel cuore della notte - Dead of night


Regia:Cavalcanti Alberto, Crichton Charles, Dearden Basil, Hamer Robert

Cast e credits:
Scenografia: Michael Relph; costumi: Bianca Mosca, Marion Horn; effetti speciali: Cliff Richardson, Lionel Banes; musica: Georges Auric, diretta da Ernest Irving; canzone: The Hullalooba di Anna Marly, eseguita da Frank Weir e il suo sestetto; suono: Eric Williams.

Episodio di collegamento
Regia: Basil Dearden; soggetto: E.F. Benson; interpreti: Mervyn Johns (Walter Craig), Renée Gadd (la signora Craig), Roland Culver (Eliot Foley), Mary Merrall (la signora Foley), Frederick Valk (il dottor Van Straaten), Barbara Leake (la signora O'Hara).

The Hearse Driver
(Il conducente del carro funebre)
Regia: Basii Dearden; soggetto: E.F. Benson; interpreti: Anthony Barid (Hugh Grainger), Judy Kelly (Joyce), Miles Malleson (l'autista del carro funebre/il bigliettario).

The Christas Party
(Il ricevimento natalizio)
Regia: Alberto Cavalcanti; soggetto: Angus MacPhail; interpreti: Sally Ann Howes (Sally O'Hara), Michael Allan (Jimmy), Robert Wyndham (il dottor Albury).

The Haunted Mirror
(Lo specchio maledetto)
Regia: Robert Hamer; soggetto: John V. Baines; interpreti: Googie Withers (Joan), Ralph Michael (Peter), Esme Percy (l'antiquario).

The Golfing Story
(Una storia di golf)
Regia: Charles Crichton; soggetto: H.G. Wells; interpreti: Basil Radford (George), Naunton Wayne (Larry), Peggy Bryan (Mary).

The Ventriloquist's Dummy
(il pupazzo del ventriloquo)
Regia: Alberto Cavalcanti; soggetto: John V. Baines; interpreti: Michael Redgrave (Maxwell Frere), Hartley Power (Sylvester Kee), Elizabeth Welch (Beulah), Magda Kun (Mitzi), Garry Marsh (Harry Parker); origine: Gran Bretagna; durata: 102'.

Trama:Film ad episodi, Dead of night è una delle prime incursioni nel mondo del fantastico del cinema britannico. Mescola con sapienza spavento, orrore, surrealismo, melodramma senza eliminare i toni della commedia.

Critica (1):Dead of Night è uno dei pochi film dell'orrore che ha l'onore di essere menzionato nelle storie del cinema. Ciò è forse in parte attribuibile a circostanze concomitanti con la sua realizzazione, nel 1945: un rinascente interesse nei confronti del cinema britannico, l'epoca eroica della Ealing, la censura più permissiva nei confronti del cinema dell'orrore e la partecipazione alla realizzazione del film di tre registi esordienti che in seguito sarebbero diventati famosi, Robert Hamer, Charles Crichton e Basil Dearden.
Comunque, a prescindere dai fattori esterni, il film ha mantenuto la sua fama fino ai giorni nostri, e la sua validità è stata confermata anche nell'ambito della recente rivalutazione del genere dell'orrore. L'originalità è presente già nella struttura narrativa, costituita da cinque episodi a sé stanti, inquadrati da una vicenda tratta dal racconto The Room in the Tower di E. F. Benson. Grazie all'abilità con cui la sceneggiatura salda le varie linee narrative, Dead of Night gode di molti dei vantaggi consentiti dalla struttura ad episodi - incisività, varietà, ritmo sostenuto - evitando il difetto più facilmente riscontrabile, cioè una certa labilità di collegamento. Come in un gioco di specchi posti faccia a faccia, il film ha l'illusionistica potenzialità di ripetersi all'infinito, rendendo sempre più difficile allo spettatore distinguere tra l'immagine vera e quella riflessa. Un uomo, Craig, nel corso di un incubo sogna di essere in preda a un incubo, e quando si sveglia scopre che il sogno inquietante sta per avverarsi nella realtà... o si tratta di un altro incubo?
Pur narrando storie diverse, ciascun episodio ha la connotazione di un'esperienza soprannaturale. I vari protagonisti, pur essendo di età, ceto e occupazioni differenti, sono saldamente situati nel presente dagli oggetti, dalle ambientazioni e dalle architetture di scena, e forse proprio dalla precisione delle ricostruzioni e dal saldo radicarsi nella realtà delle varie storie deriva un contrasto ancora più accentuato e inquietante tra il registro del reale vissuto e la dimensione di mistero.
Spaccati da questa seconda dimensione rivelano gli interludi che collegano i vari episodi, in cui affiora il crescente e inquietante senso di déjàvu di Craig. I due più noti episodi del film, The Haunted Mirror (diretto da Robert Hamer) e The Ventriloquist (diretto da Alberto Cavalcanti), trasportano l'inquietudine dal mondo esterno a quello interiore, annunciando in tal modo l'avvento del moderno film dell'orrore. Entrambi gli episodi hanno alcuni punti in comune: un personaggio che è vittima di una creatura maligna, le vicende passibili di un'interpretazione psicanalitica, la situazione risolta con la violenza e, infine, la presenza di un testimone che conferma come i fatti in questione fossero in effetti di origine soprannaturale.
Pur con tecniche e stile differenti, i due registi scavano nel rapporto tra la vicenda e le sue potenzialità cinematografiche: Hamer usa impercettibili movimenti di macchina per dare l'impressione di due mondi distinti - uno davanti e uno dietro lo specchio - immediatamente riconoscibili per lo spettatore; Cavalcanti, avvalendosi di un'illuminazione contrastata, confonde le carte in tavola e fa in modo che il pupazzo appaia più umano del ventriloquo. Precursore di film come Psyco (Psycho, 1960) di Hitchcock, Image (1972) di Robert Altman e Magic (Magic, 1978) di Richard Attenborough, The Ventriloquist ci sottopone l'interrogativo comune a gran parte dei film dell'orrore degli Anni Quaranta: "Che cos'è il demone che si cela in gran parte di noi?"
Dead of Night ci rammenta inoltre che il cinema è l'arte dell'illusione che diventa realtà.

La grande storia illustrata, volume 4°

Critica (2):

Critica (3):

Critica (4):
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