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Rapacità - Greed


Regia:Von Stroheim Erich

Cast e credits:
Sceneggiatura: Erich Von Stroheim, dal racconto di Frank Norrs "Mc Teague"; fotografia: Ben Reynolds, William Daniels; scenografia: Richard Day; montaggio: Joe W. Farnham, June Mathis; interpreti: Gibson Gowland, (Mc Teague) Zazu Pitts (Trina), Jean Hersholt (Marcus), Cesare Gravina, Dale Fuller, Chester Conklin (padre di Trina), Sylvia Ashton (madre di Trina),. Hughie Mack, Tempe Piggott; produzione: Sani Goldwyn, poi Irving Thalberg, MGM; origine: USA, 1924; durata: 109'.

Trama:San Francisco, inzio '900. Un ex minatore diventato dentista, Mc Teague, sposa una sua cliente, Trina, cugina dell'amico Marcus che la ama a sua volta. Trina vince una lotteria, ma viene uccisa dal marito che fugge con il denaro nella Death Valley. Raggiunto da Marcus, lo uccide ma rimane accidentalmente ammanettato al cadavere. Morirà di sete nella Valle della Morte accanto al cadavere dell'ex amico e alla borsa dell'oro.

Critica (1):L'ex minatore Mc Teague, messosi a fare il dentista a San Francisco, vi sposa Trina, figlia di emigranti tedeschi. Avendo messo insieme un grosso patrimonio, Trina diventa avara e Mc Teague, che ha perduto il modo di guadagnarsi la vita per colpa del suo rivale Marcus, diviene un vagabondo ubriacone e finisce coll'uccidere la moglie. Raggiunto da Marcus nella Valle della Morte, lo uccide, ma rimane legato al suo cadavere da un paio di manette. Prima di dare inizio alla lavorazione del film, Stroheim aveva dichiarato: "è possibile raccontare una grande storia con immagini animate, in modo che lo spettatore arrivi a credere che tutto quanto accade è vero. È in questo modo che Dickens, Maupassant, Zola e Frank Norris sono riusciti nei loro romanzi a cogliere e riflettere la vita. È questa la ragione per cui voglio adattare per il cinema il romanzo di Frank Norris "Mc Teague". Questo scrittore californiano (1870-1902) aveva creato con Stephen Crane e Theodor Dreiser, la scuola naturalistica americana e il suo romanzo si riattacava in parte a "L'assomoir" di Zola. Stroheim s'ispirò abbastanza letteralmente al romanzo e girò le scene nei luoghi in esso descritti. "La vita non si ricostruisce, si capta - affermava il cineasta. - Sono veramente realisti soltanto i film girati sui luoghi dell'azione". L'interpretazione fu notevole soprattutto per quanto riguarda il possente Gibson Gowland e la sublime Zazu Pitts; mentre quella di Jean Hersholt e dei genitori di Trina era un po' caricata. Si terminò di girare il film nel 1922 e nel 1923, Stroheim convocò a una prima proiezione dell'opera due francesi, Valentin Mandelstam e il giornalista Jean Bertin, che scrisse poi in "Mon ciné" (25 aprile 1925): "11 film che noi vedemmo era di 47 bobine: dico 47 pizze. Fu lungo e appassionante. Per tutta la proiezione Stroheim raccontò il suo film". Con l'aiuto di Rex Ingram, Stroheim montò poi una versione di 18 bobine, che il produttore Thalberg tolse al suo creatore, facendola ridurre a otto. Avendo acconsentito a vedere, nel 1950, in seguito alle insistenze di Henri Langlois, questa versione mutilata, Stroheim scoppiò a piangere e dichiarò in seguito: "Fu per me qualcosa come l'esumazione di un cadavere: ho trovato in una piccola bara molta polvere, un puzzo terribile e un osso della spalla". Questa versione compendio, realizzata da June Mathis "che non aveva letto né il libro né la mia sceneggiatura e aveva semplicemente l'ordine di tagliare" (E. Von Stronheim) fu in realtà la sola conosciuta dal pubblico. Questa statua mutilata rimane tuttavia un capolavoro: venti sequenze incise nella memoria di tutti gli appassionati di cinema. Sequenze principali: il dentista che cura un dente cariato a Trina, addormentandola e non resiste poi al desiderio di baciarla; il pranzo con Marcus in un ristorante in riva al mare, in cui egli gli cede con buona grazia Trina, che era allora la sua fidanzata; una merenda con la famiglia, rimasta caricaturalmente germanica; il matrimonio nell'appartamento mentre un carro funebre passa per la strada; la bevuta che segue alla cerimonia, la sinistra notte di nozze; Trina che non pensa ormai ad altro che ai 5.000 dollari-oro vinti alla lotteria; la denuncia di Marcus, che impedisce a Mc Teague di continuare a fare il dentista poiché non ha il diploma, il marito diventato vagabondo, che annusa con disgusto la carne putrefatta che gli serve la moglie, e che poi batte per farsi dare qualche soldo con cui andare a bere; Trina sola che tira fuori di sotto il materasso le monete d'oro che si fa poi scorrere sul corpo nudo; il sordido assassinio di Trina nella casa in cui va a fare le pulizie; Marcus che insegue Mc Teague nel deserto, lo arresta, ne è ucciso. Marcel Defosse (Denis Marion) scrisse dopo la prima proiezione (1926) "tutto qui, uomini e cose, è stato segnato dalla vita, in modo profondo e sempre diverso: la sveglia come il pastore, il dentista come i suoi pappagalli. Anche le comparse più insignificanti hanno una sagoma, ridotta a volte a un solo particolare, ma sempre viva in modo aggressivo: la testa scapigliata della domestica, i baffi di taglio militare del padre, il sorriso stupido della sorella. Nei personaggi principali poi non troviamo soltanto la caricatura di qualcosa di ridicolo: la loro anima complessa si riflette pressoché completa nel loro aspetto, e ciò che romanzieri come Balzac han tentato di fare attraverso misteriose descrizioni si trova qui realizzato. Pensiamo a Mc Teague e alla sua corona di capelli crespi, al grande cappello nero di sua moglie, al tic del dito posato sulle labbra, ai vestiti e alla biancheria variopinta del cugino Marcus: e subito ci appare la figura morale di questi personaggi: ostinazione candida e feroce, avarizia implacabile, falsa bonarietà. Questo quadro materiale dell'anima umana prima d'allora aveva potuto darcelo soltanto la pittura (e forse il teatro). 11 film sembra in grado di darcelo e forse con maggiore perfezione. E questa triplice decadenza provocata dall'amore dell'oro è descritta con una amarezza e una crudeltà di cui soltanto i libri più disperati scritti dagli slavi possono darci un esempio. Nessuna magniloquenza. Nessuno di quegli effetti di cui sono pieni i romanzi a tesi. All'autore basta descrivere per giudicare. Ci mostra minuziosamente le pieghe e gli angoli di questa sentina d'inferno e sta a noi scoprirne la direzione". La sceneggiatura originale di Stroheim, quella che servì alla realizzazione dell'opera integrale è stata pubblicata nel 1958 dalla Cineteca belga, grazie alla vedova, Dennis Vemac.
Georges Sadoul, Il Cinema

Critica (2):

Critica (3):

Critica (4):
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