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Yes men (The) - Yes men (The)


Regia:Ollman Dan, Price Sarah, Smith Chris

Cast e credits:
Montaggio: Dan Ollman; costumi: Sal Salamone; effetti: Keith Yurevitz; interpreti: Mike Bonanno, Andy Bichlbaum, Michael Moore, Patrick Lichty, Sal Salamone, Phil Bayly (Reporter Chicago News); produzione: Yes Men Films Llc; distribuzione: Teodora Film; origine: Usa, 2004; durata: 80'.

Trama:Due membri dell'associazione no-global americana The Yes Men aprono un sito attiguo a quello del WTO, l'Organizzazione Mondiale del Commercio, e così ricevono "per errore", insieme a molte informazioni preziose, diversi inviti a tenere conferenze in università, industrie ecc. Naturalmente accettano, si organizzano alla perfezione e con sovrumana faccia tosta ma assoluta serietà, davanti a uditori compunti e sbalorditi, illustrano progetti, trends, nuove normative paradossali e demenziali. Con la benedizione in video di Michael Moore, i due dimostrano nel modo più esilarante che il WTO, dalla quale dipende l'economia - la vita - di intere popolazioni, è una costosissima e tragica farsa.

Critica (1):Non è certo un caso che nelle battute iniziali del sorprendente The Yes Men appaia Michael Moore, battagliero come sempre, che stavolta dice la sua sulla reale natura del WTO (l'Organizzazione Mondiale del Commercio), dando così il suo appoggio morale a chiunque intenda contrastarne l'influenza. Anche con strumenti insoliti. Ed i metodi applicati dal gruppo di no-global americani noto come The Yes Men possono apparire piuttosto inusuali. Ce ne accorgiamo sin dalla loro apparizione nel film. Uno degli attivisti ricorda infatti la prima impresa di un certo rilievo dell'associazione, ovvero la creazione di un sito ispirato a quello ufficiale di George W. Bush e dotato di un indirizzo simile, tanto simile da spiazzare i visitatori e creare i presupposti per una vera, sana, spregiudicata contro-informazione: laddove quella macchietta del presidente degli Stati Uniti osava riferirsi al suo passato definendosi, almeno nel sito ufficiale, "il governatore ambientalista del Texas", ecco elencati nel sito "apocrifo" i vari disastri ecologici imputabili al sedicente ambientalista. Tanto per gradire. Ma le provocazioni degli emergenti Yes Men furono tali che il presidente in persona li gratificò di una piccata replica pubblica. Col risultato di indirizzare ancora più persone al sito che ne contestava le malefatte. Meraviglioso. Ma evidentemente non è bastato a questi ragazzi terribili gridare al mondo che l'imperatore Bush è nudo, o che il suo prezioso vestito stelle e strisce è in realtà trasparente, non riuscendo più a coprire le impudicizie della politica statunitense. Il gruppo ha scelto infatti di rilanciare, prendendo di mira il ruolo nefasto del WTO, l'Organizzazione Mondiale del Commercio che in teoria dovrebbe regolare il commercio internazionale su basi vantaggiose per tutti, finendo in pratica per avvallare una cinica realpolitik, tale da favorire oltremisura gli interessi dei governi più forti e delle multinazionali. Il punto di partenza della nuova sfida lanciata qualche anno fa dagli Yes Men è stato identico, con la creazione di un sito che potesse facilmente essere confuso con quello del WTO. Così, quando istituzioni serissime sono cadute nella trappola ricevendo ai loro convegni gli impavidi no-global, invitati al posto dei veri rappresentanti del WTO, l'equivoco ha creato le basi per azioni dimostrative che hanno fatto scalpore: burle colossali, con gli attivisti capaci di mettere a punto stratagemmi incredibilmente fantasiosi pur di mettere in ridicolo le assurdità della politica economica mondiale!
Rispetto al pur lodevole spirito di denuncia espresso da un Michael Moore, che a volte dà l'impressione di guidare un po' troppo per mano lo spettatore, The Yes Men è già un passo avanti. Sfruttando le possibilità insite nel mockumentary, intelligente giochino cinematografico sospeso a metà tra realtà e finzione, gli autori del film non si limitano ad informare il pubblico su certe realtà che possono suscitare indignazione, ma lo fanno creando situazioni paradossali. E ci riescono mettendo in evidenza come qualsiasi tipo di informazione possa essere manipolata, o come la fiducia nei nuovi media abbia creato altrettanto inedite gabbie mentali, o come il contesto sociale rischi di farci accettare per vere le peggiori bestialità, se a dircele è un tipo sorridente e pacato che sfoggia un vestito costoso. Il vestito nuovo dell'imperatore, per l'appunto.
Stefano Coccia, gli Spietati.it

Critica (2):Il simpatico gruppo di giovani che dà il nome al documentario (www.theyesmen.org) ha inventato una serie di azzeccate iniziative mediatiche, tali da garantir loro una certa visibilità.
Inizialmente essi presero di mira il presidente USA Gorge W. Bush con un sito web in cui ribattevano alle sue bugie. Per questo ci furono pressioni per farli chiudere, e i ragazzi dovettero dotarsi di un supporto legale. Poi, per denunciare il carattere machista di molti videogame, ne riempirono uno di omini-"comparse" in mutande che si baciavano. E ancora, piazzarono sugli scaffali di grandi magazzini delle bambole Barbie parlanti, ma dai messaggi registrati opposti a quelli abituali.
Ma l'azione più eclatante degli "Yes Men" è stata l'attivazione di un altro sito, stavolta molto simile a quello del WTO, sicchè ignare organizzazioni economiche li hanno invitati in giro per il mondo a partecipare a conferenze. In serissimi ed esilaranti interventi in giacca e cravatta, i nostri eroi (Mike Bonanno e Andy Bichlbaum) sostenevano così la fine delle dogane, un orario di lavoro uguale per tutti, il voto elettronico (per le elezioni) al miglior offerente, la schiavitù a distanza (o manodopera delocalizzata che dir si voglia), la totale privatizzazione dell'istruzione, gli hamburger per riciclare rifiuti organici, fino al clamoroso annuncio - inviato a 25 mila giornalisti - dello scioglimento del WTO per fallimento degli obiettivi. E suscitando di volta in volta reazioni distratte, approvazione, rabbia. Un vero spettacolo dadaista con gusto per l'assurdo comico, creativamente sovversivo, intelligente nel far perno sulle contraddizioni del nemico.
Federico Raponi, filmup.leonardo.it

Critica (3):

Critica (4):
Chris Smith
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