Eroe dei due mondi (L’)

Regia:	Manuli Guido
Cast e credits:	Storyboard: Guido Manuli; sceneggiatura: Guido Manuli, Maurizio Nichetti; fotografia: Victor Togliani; musica: Stefano Pulga, Pino Santapaga; montaggio: Rita Rossi; scenografia: Paolo Albicocco, Giorgio Forlani; layout: Walter Cavazzuti, Michel Fuzellier; consulenza storica: Guido Gerosa; direzione animazione: Giovanni Ferrari, Silvio Pautasso; voce di Garibaldi: Gianni Musy; produzione: Istituto Luce, in collaborazione con RaiDue; distribuzione: Istituto Luce; origine: Italia, 1994; durata: 80'.
Trama:	Il naufragio di un battello da pesca fa naufragare Piccolo ed il cagnolino Spazzola su di un'isola. Qui incontra un anziano che vive in solitudine attorniato da quattro animali (il cavallo Quarto, il gattone Radetzky, la bizzosa capra Caprera e Piemonte, un pappagallo brasiliano), il quale racconta di aver conosciuto Garibaldi. Nelle 24 ore necessarie per ritrovare i suoi cari, anch'essi naufragati, il bambino ascolta le parole semplici del vecchio che per lui riepiloga le vicende della storia d'Italia.
Critica (1):	Dopo Proudhon, Giuseppe Garibaldi è stato più volte sciaguratamente evocato dall’ex-potente d’Italia Bettino Craxi come bagaglio ideologico e comportamentale da contrapporre alla presunta egemonia culturale della sinistra marxista: Garibaldi, insomma, come campione del pragmatismo nazionale e popolare ma non gramsciano, nonché come antesignano storico di chi si vuol far carico del problema della governabilità. E pare che sia proprio nata da un interessamento personale di Bettino l’idea di realizzare un cartone animato di buona fattura per celebrare la vita di uno dei personaggi più popolari (e al tempo stesso meno conosciuti, al di fuori delle agiografie ufficiali) della storia italiana. Per fortuna, al posto della fiction stile RaiDue (alla quale dobbiamo tra l’altro l’incredibile biografia di Walter Tobagi, vero e proprio insulto postumo al giornalista ucciso dai terroristi) la scelta si è orientata questa volta verso uno dei migliori cartoonist italiani, capace di dimostrare che esiste una scuola di animazione italiana che si colloca su un terreno “altro” rispetto agli zuccheri disneyani, alle semplificazioni giapponesi e alle sperimentazioni dell’est. Il risultato di molti anni di lavoro è stato questo L’eroe dei due mondi, uscito quasi postumo (cioè dopo la rovinosa caduta del leader politico che tanto aveva caldeggiato il progetto) e quindi ormai avulso da qualsiasi strumentalizzazione informativa. Il che ha forse contribuito a causare un’uscita veramente in sordina nelle sale, ma al tempo stesso ha posto ai ripari un ottimo lavoro dall’essere giudicato positivamente o negativamente solo in virtù di schieramenti precostituiti. Tra umorismo e epicità. Tra discorsi un po’ tonitruanti e personaggi secondari azzeccati (primo tra tutti Anita, altro mito che richiede un approfondito riesame), il film scorre esemplarmente, merito anche di una tecnica molto personale ma mai astrusa. Anzi, l’abilità di Manuli nei cortometraggi e negli spot commerciali si dimostra anche applicabile al ben più difficile terreno del lungometraggio, sul quale molti altri animatori sono fragorosamente cascati in tempi anche recenti. Anche se i pochi minuti del trailer, sapientemente condensati, riescono a riassumere ammirevolmente la complessità della trama e l’eleganza del lavoro di Guido Manuli, i tempi ovviamente più ariosi del lungo non risultano pesanti e non annacquano trama, ritmo e situazioni. Sarebbe stato interessante sapere se gli uomini del Garofano avevano pensato a qualche uso immediato del film, quando erano al potere; è sicuramente piacevole sapere che questo uso, fortunatamente, non ci potrà essere. Stefano Della Casa, Cineforum n. 241 gen-feb 1995
Critica (2):
Critica (3):
Critica (4):
	Guido Manuli