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Appartamento (L') - Apartment (The)


Regia:Wilder Billy

Cast e credits:
Sceneggiatura: Billy Wilder, I.A.L. Diamond; fotografia: Joseph LaShelle; montaggio: Daniel Mandell; scenografia: Alexandre Trauner; musica: Adolph Deutsch; interpreti: Jack Lemmon (C.C. Baxter), Shirley MacLaine (Fran Kubelik), Fred MacMurray (Jeff Sheldrake), Ray Walston (Joe Dobisch), Jack Kruschen (dottor Dreyfuss), David Lewis (Al Kirkeby), Hope Holiday (Margie MacDougall), Joan Shawlee (Sylvia), Naomi Stevens (Mildred Dreyfuss), Johan Seven (Karl Matuschka); produzione: Billy Wilder per The Mirisch Company; distribuzione: Cineteca di Bologna; origine: Usa, 196O; durata: 125'. Copia proveniente da Park Circus per concessione di MGM. Restaurato in 4K nel 2018 a partire dal negativo immagine originale 35mm e da un controtipo negativo.

Trama:Bud Baxter, impiegato in una grande compagnia di assicurazioni, fa una rapida carriera, non per i suoi meriti personali, ma perché, avendo un appartamento da scapolo, ne concede l'uso ai superiori che vi incontrano le loro amichette. In tal modo egli si assicura la loro protezione. Lo stesso capo del personale, Sheldrake, ottiene un giorno da Bud la chiave dell'appartamento; ma questo scopre con profondo rammarico che l'amica di Sheldrake è Fran, una delle addette agli ascensori, ch'egli ama in segreto. Rientrando nell'appartamento, Bud vi trova Fran svenuta. La ragazza si è resa conto che Sheldrake, malgrado le precedenti promesse, non la sposerà, e disperata inghiotte dei sonniferi. Bud chiama un medico e prodiga alla fanciulla le più solerti cure, finchè la vede ristabilita, e poichè ella mostra di amare ancora Sheldrake, decide di salvarla sposandola. Ma quando si presenta al capo del personale per comunicargli i suoi propositi, questi lo previene dicendogli che ha deciso di far divorzio dalla moglie per sposare Fran. Alla fine Sheldrake chiede a Bud la chiave dell'appartamento; ma la richiesta provoca l'energica reazione dell'impiegato, il quale dichiara che non presterà più l'appartamento a nessuno, e contemporaneamente presenta le sue dimissioni dall'impiego. L'atteggiamento di Bud fa comprendere a Fran quanto sia profondo il suo amore per lei: ella tronca ogni relazione con Sheldrake e si rifugia nell'affetto di Bud, ch'ella ormai condivide.

Critica (1):Dall'alto dei grattacieli che scorrono sullo schermo, un io narrante ci precipita nella vita dell'impiegato delle assicurazioni C.C. Baxter, e in quel suo appartamento a pochi passi da Central Park al quale non sempre ha libero accesso - perché, in vista d'una carriera, lo presta come alcova ai suoi boss. È il primo film di Wilder, e tra i primi americani, a dare forma concreta alla 'modernità' del vivere occidentale e metropolitano. Jack Lemmon vive come nessun altro personaggio wilderiano il dramma dell'espropriazione, l'esilio da se stesso: ed è anche lui, con il suo sbalorditivo controllo comico del pathos, a fare del film il sommo capolavoro wilderiano.
cinetecadibologna.it

Critica (2):Mescolare commedia e dramma è notoriamente difficile, ma L’appartamento lo fa sembrare facile. Come un Martini perfettamente dosato, il film ha quel tanto di emozione che basta a compensare il suo paralizzante caustico cinismo. Il risultato è uno dei film più amati e appaganti di Billy Wilder. Tra satira spietata e fascino esuberante, L’appartamento alterna momenti dolorosi come un pugno allo stomaco e scene esilaranti. Ispirandosi a un’idea scribacchiata dopo aver visto Breve incontro (1945), Wilder prende la storia pruriginosa di un impiegato che per far carriera presta il suo appartamento ai superiori in vena di scappatelle e la trasforma in una sorprendente e sentita difesa della dignità umana. Jack Lemmon, mai così divertente e così commovente, è un uomo che fa del suo meglio per conformarsi a una cultura volgare, superficiale e spudoratamente sessista. Shirley MacLaine infonde un brio corroborante in colei che è una vittima di tale cultura, una donna che sembra prendere le distanze da se stessa esprimendo commenti taglienti sul proprio pathos. Sono circondati da un cast di personaggi secondari disegnati con il tratto elastico ed esuberante delle caricature di Al Hirschfeld, cui Wilder e I.A.L. Diamond mettono in bocca battute gioiosamente chiassose e intelligenti. Le scenografie di Alexandre Trauner, valorizzate dall’incisiva fotografia in bianco e nero di Joseph LaShelle in formato widescreen, ricreano con ricchezza e verosimiglianza la New York degli anni Cinquanta. Wilder si portò a casa tre Oscar (sceneggiatura, regia e miglior film) e lasciò agli spettatori la vigilia di Natale più allegramente deprimente, la partita di carte più struggente e forse la più esilarante preparazione di un piatto di spaghetti.
Imogen Sara Smith, in ilcinemaritrovato.it

Critica (3):

Critica (4):
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