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Ragazze di città - Girls Town


Regia:McKay Jim

Cast e credits:
Sceneggiatura
: Jim McKay, Denise Casano, Anna Grace, Bruklin Harris, Lili Taylor; fotografia: Russel Fine; montaggio: Jim McKay, Alex Hall; musica: Guru; suono: Charles R. Hunt, Robert Larrea, Irin Strauss, Gus Koven, Noah Timan; interpreti: Lili Taylor (Patti), Bruklin Harris (Angela); Anna Grace (Emma), Aunjanue Ellis (Nikki), Guillermo Diaz (Dylan), Michael Imperioli (Anthony), Ramya Pratt (Tomy), Asia Minor (Marlys), Nathaniel Freeman (Cam), John Ventimiglia (Eddie); produzione: C-Hundred Film Corp., Boomer Pictures; origine: USA, 1996; durata: 90’.

Trama:In una zona periferica di New York Angela, Emma, Nikki e Patty frequentano l'ultimo anno delle scuole superiori e sono molto amiche fra loro. Le ragazze vivono in maniera conflittuale i loro rapporti quotidiani con le altre compagne di scuola, con i ragazzi, con i professori e con i genitori. Quando Nikki, violentata da un adulto, si suicida, il loro risentimento esplode senza freni.

Critica (1):Lili Taylor guida un trio di attrici le cui eccellenti interpretazioni sono un valido motivo per vedere Ragazze di città, un esperimento di cinema di improvvisazione ben riuscito. Ragazze di città ha vinto due Awards al Sundance Film Festival del 1996 – il Premio alla regia per l’opera migliore e un Premio Speciale per la collaborazione artistica. Taylor interpreta una madre single, Patti Lucci, studentessa dell’ultimo corso della scuola superiore finalmente giunta al diploma dopo essere stata respinta diverse volte. Ma che cos’ha da chiedere al futuro Patti, che è povera e ancora alle prese con il suo violento ex-boyfriend Eddie (John Ventimiglia)? «Non c’è un 90210», commenta mentre esamina il panorama della sua vita ad Hackensack, New Jersey, separato dal Bronx dal Ponte George Washington. Le amiche del cuore di Patti, Emma (Anna Grace) e Angela (Bruklin Harris) hanno concreti progetti di frequentare il college dopo il diploma. Una quarta amica, Nikki (Aunjanue Ellis), che sembra essere destinata al futuro più brillante essendo stata accettata a Princeton, inaspettatamente si suicida. Quando scoprono che Nikki si è uccisa perché violentata da un collega della rivista dove lavorava come praticante, i legami di amicizia del rimanente trio diventano più profondi. Comprendendo che il personale è politico, sentono crescere la loro rabbia e cominciano a darsi da fare. La loro prima impresa è quella di vandalizzare l’auto di un giocatore di football che durante un appuntamento ha violentato Emma. Conducono poi una campagna di denuncia sui muri dei bagni contro studenti e insegnanti responsabili di abusi sessuali. Svaligiano l’appartamento di Eddi e impegnano i suoi averi per comprare abiti e cibo per il figlio di Patti. Infine affrontano il violentatore di Nikki e lo pestano di santa ragione in mezzo alla strada. Ammonita dal preside della scuola – soprannominato “Clinton” – che sta gettando via il suo futuro, Angela ribatte che il futuro non significa niente. Tuttavia, alla fine del film, mentre guardano un treno passare, le tre ragazze esprimono la speranza che il loro immediato futuro possa essere migliore. Nessuno confonderebbe mai questo Ragazze di città con l’opera del 1956 di Mamie Van Doren dal medesimo titolo, ma un confronto è appropriato, perché i responsabili di questo film sono troppo astuti per avere scelto il titolo senza intenzione. In quel classico “camp”, Van Doren interpreta una “ragazzaccia” teen-ager che viene messa in riga da suore inflessibili in una casa di detenzione. A quei tempi, presumibilmente, le figure dell’autorità avevano il rimedio per “malattie” adolescenziali quali pomiciare, fumare, manifestare spirito di contraddizione, masticare gomma e guidare troppo velocemente. Qui ci viene offerto un ritratto della realtà contemporanea nella quale giovani donne si trovano ad affrontare preoccupazioni, pressioni e pericoli molto differenti – in particolare l’abuso fisico e sessuale. Inoltre, questa ragazze non hanno nessuno a cui rivolgersi fuorché l’un l’altra, e, tragicamente, Nikki non può fare nemmeno questo. Istituzioni come chiesa, scuola, polizia e famiglia non se ne curano, sono assenti o inefficienti. Bene o male Patti, Emma e Angela prendono il potere dove possono trovarlo. Ragazze di città non è un film-messaggio in sè (di certo i realizzatori del film non propugnano la violenza); è piuttosto un’istantanea sociologica che lascia agli spettatori il compito di formulare il proprio giudizio. Il film è stato girato in meno di due settimane con un budget ridottissimo e i personaggi e la storia di Ragazze di città si sono sviluppati interamente da un processo di improvvisazione. Le attrici Taylor, Harris e Grace, insieme al regista Jim McKay e a Denise Casano, pertecipano ai credits per la sceneggiatura. Senza parodiare il falso cinema-verità di Kids (1995) o mascherare il reportage da cinema narrativo, come Mi Vida Loca del 1994, Ragazze di città raggiunge la verosimiglianza con un dialogo che suona autentico e caratterizzazioni coerenti.

Critica (2):

Critica (3):

Critica (4):
Jim McKay
(Progetto editoriale a cura di); (Progetto editoriale a cura di); (Progetto editoriale a cura di); (Progetto editoriale a cura di) Redazione Internet; Redazione Internet; Redazione Internet; Redazione Internet (Contenuti a cura di); (Contenuti a cura di); (Contenuti a cura di); (Contenuti a cura di) Ufficio Cinema; Ufficio Cinema; Ufficio Cinema; Ufficio Cinema
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